Da quel che ne so, le lenti dei rifrattori possono essere fisse, oppure munite di coppie di viti, disposte a 120°. Nel primo caso non è possibile una eventuale registrazione, appunto perché fisse. Nel secondo caso, invece, agendo sulle viti, come per i primari dei Newton, è possibile correggere un'eventuale scollimazione, per altro molto rara. Per quello che ti riguarda, pur non conoscendo il rifrattore, credo che l'obiettivo sia avvitato e non applicato a pressione. Ti sconsiglio ,comunque, di procedere da solo, perché svitarlo è operazione molto delicata, praticabile solamente da specialisti con tanto di officina. E poi, come minimo, si tratta di un doppietto, se acro, oppure di un tripletto, se apo. Quindi questi due aspetti sottolineano ancora di più, la delicatezza dell'operazione. Il più bel tripletto apo, smontabile con estrema facilità, l'ho visto in un rifrattore di Zen: il gruppo di lenti era tenuto dentro una cella, avvitata al tubo ottico da tre bulloni, svitando i quali cella e gruppo ottico uscivano assieme. Poi, con una leggera spinta, dal davanti verso il retro le tre lenti venivano fuori in progressione e quindi si potevano pulire molto facilmente, tenendole in mano con guanti di lana, riposizionandole poi nella cella in giusta posizione,e serrando infine i tre bulloni al tubo. La collimazione non ne risentiva per niente.
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