ALLELUJA!!! Finalmente dopo 4 mesi di meteo totalmente avverso sono riuscito a passare una notte sotto le stelle in compagnia degli astrofili dell’Astronomical Centre di Montecatini Val di Cecina, che grazie a Fabio Martinelli è in continua espansione.
Non vedevo l’ora di tornare sotto un buon cielo perché c’era da provare il nuovo arrivato, un dobson da 16” con specchio GSO rifigurato da Vianello su struttura Jach Blak, molto compatta ma allo stesso tempo molto stabile autocostruita da Massimo Zancan.
Il mio proposito di arrivare prima del tramonto si è infranto dopo che mi sono imbottigliato nel traffico in uscita da Firenze, fermato in due code sulla Fi-Pi-Li, perso per la seconda volta (su un totale di 2!) per arrivare e infine fermato dai carabinieri per un controllo (la macchina fermata davanti a me era quella di Luca anche lui diretto verso l’osservatorio). Quindi quando sono arrivato sul posto era già buio e c’erano molti astrofili, ho montato il dob, collimato e iniziato a osservare. Mi ero stampato una serie di oggetti da vedere per proseguire con l’Herschel 400 ma è finita che sono andato totalmente a caso puntando quello che m’incuriosiva di più

Il primo oggetto puntato in assoluto è stata ovviamente una galassia,
M 51, che iniziava a mostrare la struttura a spirale sotto un cielo che è stato mediamente sui 21 SQM con punte sui 21,1 in tarda serata. Ciò che mi ha colpito è stato riuscirne già a intravedere la struttura (col 10” c’ero riuscito solo da cieli da almeno 21,3) e il fatto che anche a oltre 200X l’immagine restasse ancora molto luminosa, cosa che non succedeva sul 10”.
Per restare in tema galassie ho puntato
M 81 e
M 82, su quest’ultima si vedevano nettamente i chiaroscuri della regione centrale e molto bene anche la supernova, oltre a un’altra roba di aspetto semi-stellare molto vicina al centro della galassia, che non so cosa fosse ma forse una regione di sturbust? Boh, col 10” non l’avevo mai vista. Anche M 81 mi ha colpito perché per la prima volta ho notato l’andamento a spirale, cosa che non avevo mai visto nemmeno lontanamente col 10”!
Dopo ho cambiato target spostandomi prima su
M 37 e poi su
M 3, due gioiellini che esplodevano di stelle, in particolare molto carina la stella arancione al centro di M 37.
Per provare una planetaria sono quindi andato sulla Eskimo (
NGC 2392), qui c’era da salire con gli ingrandimenti e i 40cm lo permettono, l’immagine era ancora bella luminosa a 415X e si notavano delle irregolarità all’interno della planetaria sia nella regione centrale che nella parte periferica. Purtroppo però lo specchio ribolliva ancora parecchio e ad alti ingrandimenti l’immagine si vedeva che era molto migliorabile, questo è un problema che dovrò risolvere perché lo specchio passando dai 19° della macchina ai 4° di fuori praticamente non è mai andato in temperatura in tutta la serata. Col 10” non c’erano grandi problemi perché al massimo in un paio d’ore raggiungeva l’equilibrio termico anche per escursioni non piccole, col 16” c’è una bella differenza.
Intanto accanto a me c’era Carlo che aveva puntato col GSO 10” prima
M 104 e poi
NGC 4565 per cui le ho puntate anche col 16”: i dettagli emergevano bene già nel 10”, nel 16” le bande scure delle due galassie erano evidentissime e le galassie stesse erano più luminose, NGC 4565 in particolare era davvero un disco volante e di M 104 si vedeva bene anche la parte meno luminosa sotto la bande scura che nel 10” tende a sfuggire.
Dopodiché Guido, astrofilo di grande esperienza che però l’altra sera aveva preferito il binocolo al suo mitico dobson Meade monolitico d’epoca, m’ha suggerito di puntare la
Catena di Markarian. A parte il fatto che in quella zona della Vergine dove vai son galassie e mentre cercavo la Catena ne sono cascate un sacco nell’oculare, una volta raggiunto l’obiettivo è stato una goduria per gli occhi! Le galassie segnate in
questa foto erano tutte distintamente visibili senza difficoltà e ho percorso il sentiero galattico più volte avanti e indietro.
Sempre su suggerimento di Guido sono sceso su
NGC 4526, una bella galassia luminosa incastonata fra due stelle, e più sotto su
NGC 4570 anch’essa facile. Infine ho lasciato la zona della Vergine con una visione molto bella delle due galassie Gemelli Siamesi (
NGC 4568-4568) e della vicina
NGC 4564 sotto
M 58.
A questo punto m’era venuta voglia di tentare roba un po’ più difficile e cercando sulle mappe dettagliate del Deep Sky Hunter Star Atlas ho trovato
Hickson 68 nei Canes Venatici che faceva al caso mio e che forse è stata la più bella visione della serata. Oltrepassata la luminosa
NGC 5371 arrivo su uno splendido gruppo di galassie:
NGC 5350 e
5353-5354 sono evidenti, la
5355 lo è meno ma comunque visibile senza difficoltà (mag. 13,1), mentre la
5358 di mag. 13,6 appare per ultima. Oltre al bel
quadretto d’insieme con 5 galassie nello stesso campo mi ha davvero stupito vedere una galassia di mag. 13,6 con questa facilità sotto un cielo di 21, col 10” anche sotto cieli da 21,4-21,5 avevo difficoltà molto grosse a vedere galassie di questa magnitudine.
Sempre vicino al gruppo centrale di Hickson 68 ho visto la
NGC 5311,
5313,
5326 e
5337.
Nel frattempo ogni tanto davo un’occhiata a
Giove che stava scendendo e a
Marte che stava salendo, sicuramente belli ma posso fare di meglio risolvendo i problemi termici dello specchio che ancora non era in temperatura.
A questo punto tra una chiacchera e un’osservazione erano le 2.30 e ho deciso di puntare come ultimo oggetto una nebulosa estesa per completare le tipologie di oggetti e visto che il Cigno stava salendo ho deciso di puntare la mia adorata
Velo; era ancora bassa e situata nella zona di cielo più inquinata, nonostante ciò con l’OIII venivano già fuori dei dettagli. Col 10” sotto un cielo da 21,3 era più bella ma quest’estate vedrò di guardarla col 16” sotto un cielo più buio.
Non c’è che dire, sono supersoddisfatto del nuovo dobson

Il 16” è vero che pesa abbastanza più del 10” e ingombra poco di più, ma riesco comunque a trasportarlo a mano su e giù per le scale e nell’utilitaria (grazie anche alle casse di trasporto trasformabili in tavolini di Michele Michelusi da cui proviene anche lo specchio).
Per quanto riguarda le osservazioni avevo già avuto modo di fare qualche confronto tra un 16” e il mio 10” sotto cieli da 20,5 e si vedeva una bella differenza, sotto il 21 di venerdì sera la differenza era ancora più notevole. Quello che mi ha colpito è che mi veniva naturale stare a ingrandimenti ben più alti rispetto a quelli che usavo sul 10”, tanto l’immagine non si scuriva anzi migliorava!
Un ringraziamento speciale va a Massimo che ha sfornato un dobson bellissimo, anche se il nuovo Jach Blak da 20” se possibile è ancora più bello!
In conclusione una lacrimuccia per la partenza del mio fido Lightbridge 10” con cui ho iniziato a osservare il cielo più di 5 anni fa e un calorosissimo benvenuto al Jach Blak 16” che negli anni a venire cercherò di portare sotto cieli degni di questo diametro!
Per finire un confronto tra il
vecchio e il nuovo
