Mi rifaccio vivo...purtroppo è un periodo davvero travagliato con poco tempo a disposizione ma riservo sempre quel tanto che basta per continuare a sfruttare le buone serate.
Vi mostro qui una bella planetaria molto brillante nella costellazione di Orione, un oggetto piuttosto facile anche se abbastanza piccolo per il quale riuscire a discernere i dettagli non è proprio un'impresa facilissima e certamente vi è necessità di una serata di seeing davvero buono, stiamo parlando della:
NGC 2022ho approfittato quindi di una serata stabile con una iniziale scarsa trasparenza poi progressivamente migliorata.
Nell'elaborazione ho prestato particolare attenzione sia alla deconvoluzione dei dettagli (sopratutto quelli interni), sia alla mappatura dei colori che come potete vedere nell'immagine ingradita è piuttosto complessa, con un verde (Ha) che domina la zona centrale e un azzurrino che coinvolge il guscio esterno, mentre un blu più accesso si vede alle estremità.
La stella centrale di NGC 2022 si trova in questo momento nella più alta fase di emissione di radiazione della sua evoluzione per cui tutta la planetaria è ionizzata, inoltre il vento stellare veloce da essa generato investe le parti interne creando il secondo guscio brillante al cui interno sono visibili numerosi dettagli che ho potuto verificare grazie alle immagini dell'Hubble.
Nella scheda è anche presente un'immagine in B/N ricavata da una divisione (non sottrazione) della ripresa [OIII] e dell'Ha...ora il perchè di quello che si vede è un pò lungo da spiegare ma le parti in nero evidenziano gli eccessi di OIII mentre quelle in bianco gli eccessi di Ha. Poichè l'ossigeno è un metallo l'eccitazione è principalmente di tipo collisionale e avviene per urto anelastico con un elettrone per cui maggiore è l'energia dell'urto maggiore sarà il grado di eccitazione, pertanto la sua intensità è strettamente dipendente dalla temperatura elettronica. La temperatura elettronica è a sua volta dipendente dall'energia della radiazione stellare ma anche da fenomeni di contatto tra venti stellari e masse nebulari (quindi fenomeni di shock tipici degli ambienti circumstellari). Questo moooolto in breve.
In questa immagine si vede molto chiaramente la presenza di due punti molto scuri posti all'estremità la cui origine non è certo da ricercare alla radiazione stellare, bensì ad un violento urto con un vento stellare collimato in entrambe le direzioni e il gas della nebulosa in espansione!
Inoltre si legge come la forma generale non è ellittica come nella immagine a colori, ma circolare, questo a dimostrazione che una cosa è la morfologia dovuta alla semplice emissione luminosa che indica (almeno nel caso più specifico dell'idrogeno) una distribuzione di densità della materia, un'altra è la morfologia dovuta alla dinamica strutturale.
