Dai meandri del mio PC sguazzano ancora immagini dell'estate 2012...bellissima estate...la ripresa della M 2-55 è una di queste!
M 2-55L'immagine è ripresa con il newton ma con la solita triade di filtri in banda stretta per cui è una ripresa interferenziale. Il rosso situato all'esterno rappresenta le regioni non più raggiunte dalla fotoionizzazione mentre in giallo sono le regioni in cui l'Ha e [NII] si equivalgono, per cui sono zone limite raggiunte dalla fotoionizzazione. In blu invece l'[OIII] le zone soggette a piena ionizzazione con energie uguali o superiori i 54.9 eV. Avendo un filtro He II potremmo anche vedere se vi sono zone più interne in cui l'energia arriva a livelli molto alti e questo potrebbe essere di buona indicazione sull'attuale temperatura della stella centrale.
La risoluzione raggiunta è notevole, questo grazie alle spettacolari condizioni del seeing. La stabilità e la trasparenza oltre al luogo montano privo di inquinamento luminoso, hanno fatto il resto.
La planetaria ha un aspetto molto curoso... è quadrata!! Sembra un quadratino con rinforzi ai quattro angoli dove dominano solo Ha e [NII] mentre da un lato sbucano due lobi esterni, ma ce ne dovrebbero essere altri due con asse perpendicolare. In poche parole si tratta di una planetaria di tipo quadrupolare! Un vero rompicapo!
La zona quadrata rappresenta quindi l'ex-ambiente circumestellare che è stato smembrato in quattro parti da una coppia di flussi polari che lo hanno squarciato in modo perpendicolare. Questo dimostra come, almeno per uno solo dei due getti, un origine non proprio idrodinamica dovuta all'interazione del vento con la materia precedente, bensì è chiara una orgine endogena alla stella forse dovuta ad un meccanismo di eruzione magnetoidrodinamica che negli ultimi tempi sembra andare di moda.
Il fatto è che spiegare i due getti polari con una inclinazione di 90° forse originati quasi in contemporanea è davvero difficile e attualmente non vi sono ipotesi in merito. Certo sarebbe interessante produrre qui una mappa delle velocità di espansione per vedere se gli eventi che hanno generato questa morfologia possono essere raccordabili ad un unico e contemperaneo evento oppure la morfologia si è modellata in tempo più ampio.
Vedremo che ci diranno i baldi ricercatori in merito nel futuro.
