Giulio, senza offesa
(offesissimo, non farlo mai più!
), tu hai esposto le tue opinioni e io ti ho esposto le mie critiche. Scrivere che non ti fidi di internet non risolve il problema che ho esposto io: come mettere a disposizione i dati alla comunità scientifica in modo chiaro ed efficente.
(Guarda che la soluzione esiste già e si chiama Banche dati, blindate, ad accesso controllato e riservato, ci sono anche gli omini armati di pistola all'ingresso che ti guardano in cagnesco! Internet non è una banca dati e non è mai stata pensata per questo scopo) Per quello che mi riguarda puoi anche scriverli su pietra ma il risultato non cambia se finiscono in una soffita
(A ridaje... in una banca dati, non in una soffitta. E comunque anche se finissero in una "soffitta" i dati rimangono... noi oggi andiamo a cercarli nei posti più impensati, anche nelle tombe dei nostri avi!).
Scrivere alla UAI o alla IAU o chi per loro richiede di pensare razionalemente al problema
(e ci mancherebbe, certo che bisogna pensarci razionalmente, se no di cosa parliamo? Della squadretta del cuore?): cioè bisogna creare un database di dati FRUIBILI dai ricercatori
(E perché io cosa ho detto? Hai presente il concetto di banca dati?). Il che vuol dire quantomeno minimamente conforntabili tra loro
(ovvio non ripetiamoci). Sono un ricercatore
(e io un dipendente statale... Lei non sa chi sono io!
) e per me è già un incubo analizzare dati presi da strumenti che sono allo stato dell'arte dell'ingegneria, figuriamoci analizzare dati presi in condizioni virtualmente sconosciute.
(Eh no, io parlo di mele e tu continui a citarmi le pere! Una banca dati esige che i singoli record e campi rispettino determinati format. Se tu rispetti il format entri nella banca dati, altrimenti non ci entri. La cosa mi sembra abbastanza chiara. In ogni caso, guarda che gli astronomi hanno fatto tante scoperte esaminando fotografie fatte decine e decine di anni fa, non è necessario standardizzare tutto all'esasperazione)Giulio Astro ha scritto:
Tenete presente che anche le fotografie di un giovane astrofilo con il suo newtoniano 114, un domani, potrebbero essere utili. Nella ricerca scientifica non si può mai dire l'ultima parola. Quante volte nell'astronomia sono state fatte scoperte di rilievo andando a ripescare le fotografie del passato? Oppure andando a rileggere i manoscritti cinesi di secoli e secoli fa? Perciò qualunque lavoro fatto con un minimo di criterio scientifico può essere prezioso, se non oggi domani. Noi facciamo la nostra parte e i posteri faranno la loro.
Se parli di scienza moderna
(e di cosa? Di astrologia sumerica? Ma scusa di cosa ci occupiamo, di oroscopi?) ti faccio passare che analizzando le lastre fotografiche a distanza di mesi
(No guarda, di' pure parecchi decenni!) si sono potute misurare, ad esempio, il periodo delle Cefeidi (Hubble)
(ecco bravo! Visto che ci intendiamo?). Più recentemente si sono potuti misurare gli sbalzi di luminosità dei nuclei galattici attivi, ma sempre con strumenti "tarati", se vuoi, per potere rendere le due misurazioni comparabili
(certo! i dati o sono direttamente confrontabili oppure si mette in atto quel processo che taluni chiamano "di riduzione").
La faccenda dei manoscritti cinesi mi risulta un po' oscura...
(Eh... sì, i manoscritti della dinastia Han... vuoi che ti citi il caso delle pitture rupestri degli Anasazi? Mai sentito anche questo? Sai, la supernova della Crab Nebula, ti dice nulla?) non penso che possa aver portato grandi passi avanti nella cosmologia moderna
(No! Nell'astronomia in generale, non specificamente nella cosmologia! Che facciamo, i salti del canguro?). Ti invito a citarmi fonti se mi sbaglio
(ecco, appunto, già fatto, guardati, per esempio, la storia osservativa della SN della Crab nebula). In generale al posto di fare domande retoriche potresti portare degli esempi
(Di quali domande retoriche parli?
).
Paralando di "non si può mai dire l'ultima parola" è ovvio che tutto quello che dico può essere smontato ogni volta.
(Non citare le cose a sproposito, io scrivendo quella frase ho inteso dire che noi non possiamo mai avere la certezza di quello che potrà interessare davvero ai posteri. E' un principio elementare dell'archivistica! Hai mai studiato un po' di archivistica?) Però rimando alla mia domanda a cui non mi si è ancora data risposta: chi controllerà quel dischetto d'oro?
(Ma scusa, a te che te ne frega di chi lo leggerà? Tu hai solo il dovere di conservare bene i dati per quanto te lo consente la tecnologia attuale, una volta che hai fatto bene questo... amen... puoi pure trasferirti fra i verdi pascoli di Manitù, chiaro il concetto? Sbrigativo, lo so, ma efficace!) chi saprà cosa c'è sopra?
(Ancora? Ma a te che te ne frega?
Tu pensa a fare bene la tua parte che al resto ci penseranno i posteri!) chi saprà della sua esistenza?
(Amico mio, bare con le tasche non ne hanno ancora inventate, tu molla quaggiù il malloppo, saranno gli eredi a pensarci, sempre che la cosa sia di loro interesse, se no amen!) Bisogna creare un sistema di catalogazione... sennò che si cataloga??
(Ecco, appunto! E io cosa ho scritto finora? Si chiamano BANCHE DATI, chiaro il concetto? Il sistema di catalogazione, come lo chiami tu, io lo chiamo BANCHE DATI! Sì, bisogna crearle, è quello che intendevo dire fin dall'inizio, da quando ho inserito questo post. Se è quando ci sarà la volontà politica di farlo avremo le banche dati scientifiche aperte anche agli astrofili più bravi, più buoni, più meritevoli, più alti, più biondi e con gli occhi azzurri o pure verde smeraldo! Adesso ci siamo capiti o parliamo ancora di mele e pere mentre mastichiamo le banane?)