Qualche mese fa acquistai una torretta binoculare Denkmeier II data per nuova con Power X Switch e OCS da 2”.
La
valigetta con cui si presenta è molto pregevole e la
struttura della torretta è bella e robusta.
Poiché la Denk II pesa 1.092 grammi ho aggiunto un contrappeso (una polsiera da esercizio di 2 kg attaccata con del velcro per poterla poi staccare facilmente) sulla culatta del dob per avere un perfetto bilanciamento.
Purtroppo la prima prova sul campo non si è rivelata molto positiva, in quanto non riuscivo a fondere le immagini provenienti dai due oculari (due Planetary ED 25mm) poiché soggette a una
scollimazione orizzontale divergente e a una più piccola verticale.
Anche osservando di giorno dal lato della torretta che s’infila nel focheggiatore le immagini di target in lontananza non risultavano perfettamente sovrapposte; a logica su soggetti vicini questa differenza dovrebbe essere normale riscontrarla (il prisma destro vede il soggetto da una prospettiva leggermente diversa da quello sinistro) ma su soggetti posti molto lontano questa differenza dovrebbe ridursi fino a scomparire.
Inizialmente ho risolto questo problema semplicemente serrando uno dei due oculari nel portaoculari autocentrante e disassando l’altro quel tanto che bastava per arrivare a fondere bene le immagini per poi serrare anch’esso in modo che non si spostasse più da quella posizione.
Dopo qualche mese mi è però balenata l’idea di risolvere questo problema e di capire allo stesso tempo come fosse fatta dentro la torretta, per cui mi sono armato di cacciaviti e guanti di lattice e ho iniziato l’operazione chirurgica sulla Denk:
- Innanzitutto è possibile
rimuovere entrambi i portaoculari svitando le
tre vitine poste a 120° che tengono i portaoculari in sede e che permettono di spostare di qualche millimetro il portaoculare stesso nella direzione voluta consentendo già di migliorare la collimazione.
- Per portare allo scoperto l’interno della torretta basta togliere le
due paia di viti poste sul retro della torretta e rimuovere così le
alette di copertura.
- Questo punto sarà utile per chi volesse regolare (indurire o allentare) il movimento di apertura/chiusura della torretta: svitando
questa vite viene via il tappo frontale con su scritto “Denkmeier” e sotto troviamo un anello nero con a lato un’
altra vite. Per regolare la frizione basta allentare quella vite e stringere o allentare l’anello nero finché non si ottiene il grado di frizione desiderata, e a quel punto ristringere la vite.
- Ora comincia la parte delicata. Allentando le
due viti che tengono fermi i prismi (ce ne sono
altre due più piccole per il prisma di destra che si possono allentare ma che svolgono una funzione minore in quanto il prisma resta ben saldo in posizione una volta strette le viti superiori) e facendo molta attenzione ad afferrare i prismi solo dai bordi laterali (e comunque per precauzione farlo con dei guanti di lattice) è possibile sfilarli dal corpo della torretta, che ora si presenterà
così.
- Poiché ho notato che c’era un filo di grasso del movimento di apertura/chiusura pericolosamente vicino alla faccia di uno dei prismi ho deciso di smontare completamente la torretta per darle una ripulita in modo da scongiurare che quel grasso finisse sui prismi. Per fare ciò basta svitare completamente l’anello nero prima menzionato e sfilare i due pezzi che insieme formano il corpo della torretta, che ora è completamente disassemblata e si presenta
così.
- A questo punto ho focalizzato l’attenzione sui
due prismi e ho notato che lo sdoppiamento del fascio ottico e quindi
la collimazione dell’intera torretta dipende esclusivamente da come sono messi a fronte e saldati in quella posizione i due corpi di vetro del prisma più vicino alla parte della torretta che s’infila nel focheggiatore, mentre il secondo prisma serve soltanto per deviare e trasmettere quella percentuale del fascio ottico che le arriva dal primo prisma. Guardando attraverso il
prisma “sdoppiatore” (che è il cuore della torretta) l’immagine risultava sdoppiata esattamente come quando guardavo all’inizio i target distanti a torretta montata, in più ho notato una certa
dominante blu a destra che però non dà fastidio quando si osserva in binoculare, probabilmente (ma è un’interpretazione personale) perché gli occhi hanno una diversa, anche se di pochissimo, risposta individuale ai colori e il cervello è abituato a gestire questa cosa.
- Infine per bloccare il movimento di apertura/chiusura entro un certo range è presente una vite sul corpo esterno della torretta che va a infilarsi in un foro che si vede
così dall’interno (sul corpo della torretta sono presenti due di queste viti ma una è molto corta e solo l’altra arriva fino nell’interno a fare blocco).
Rimontare la torretta non è molto complicato dato che la collimazione ho scoperto essere non modificabile e quindi l’unica attenzione da avere è quella di reinserire i prismi nella corretta posizione, cosa semplice dato che il loro alloggio consente solo piccolissimi movimenti (ah, ovviamente all’inizio avevo pensato di poter collimare la torretta soltanto agendo su questi piccolissimi movimenti ma invece la collimazione non cambia di una virgola perché abbiamo visto che avviene altrove).
Un’ultima considerazione sul discorso della collimazione è che mi pare di aver capito come mai la Denkmeier obbliga a rispedire la torretta da loro nel caso in cui sia collimata, perché solo loro possono separare e risaldare nella posizione perfetta i due corpi di vetro che formano il prisma principale che permette di sdoppiare il fascio ottico. Tra l’altro c’è da dire che essendo quel prisma e in particolare la saldatura fra i due corpi di vetro perfettamente integra mi viene da sospettare che questo prisma sia uscito così di fabbrica; inoltre ho avuto modo di mettere l’occhio in un’altra Denk (una Big Easy) e anche in quella era presente una scollimazione minore ma avvertibile. Non so se sono sfortunato ad avere incontrato molti esemplari con vari gradi di scollimazione oppure se i proprietari la tollerano più di me e non la notano, però per ora le uniche due torrette su cui ho trovato una collimazione perfetta sono state una Siebert 2” VP Echelon e una Baader Mark V.
In ogni caso ultimamente ho risolto questo problema inserendo uno
spessore alla base del portaoculare in modo da disassarlo di quel tanto che basta per compensare la scollimazione del prisma, cosicché ora basta infilare e serrare normalmente gli oculari per ottenere un’ottima fusione binoculare.
Leggendo fino qua ho parlato di qualche magagna e dei modi per risolverla e l’osservazione attraverso questa torretta potrebbe sembrare sminuita. Chiaramente non è così, una volta che il cervello inizia a lavorare con entrambi gli occhi a disposizione la visione assume tutta un’altra veste: ciò che colpisce di più è l’incredibile senso di tridimensionalità che si percepisce su tutti gli oggetti e in particolare su quelli più luminosi, con Luna, pianeti, ammassi aperti e globulari che sembrano fluttuare davanti a chi osserva. Per cercare nebulose e galassie al limite continuo a preferire la visione polifemica, anche se sugli oggetti più appariscenti di queste classi la binoculare è un bel vedere.
Mentre sul corpo della torretta ho avuto qualcosa da ridire sul resto il giudizio è eccellente: l’OCS da 2” dedicato permette di non avere perdite di luminosità ai bordi e di andare a fuoco anche sul dob e il Power X Switch è veramente comodo per usufruire di tre ingrandimenti differenti senza cambiare oculari ma solo spostando una levetta.
In conclusione per quella che è la mia esperienza la torretta binoculare è un accessorio che va saputo gestire ma che può fare la differenza.