Riducendo le spiegazioni all'osso, solitamente i rifrattori (sia gli acromatici che gli apocromatici, oltre a tutte le vie di mezzo, ED, semi-apo, quasi-apo, circa-apo, ecc) "lunghi" (quelli con rapporto focale alto) hanno immagini migliori di quelli "corti" per un insieme di ragioni:
- i primi avendo una lunga focale hanno curvature delle lenti meno accentuate e quindi sono piu facili da lavorare risultando quindi "solitamente" lavorate meglio;
- i primi risultano avere meno cromatismo, poiché il disco di Airy è
linearmente piu grande (naturalmente a parità di diametro tali dischi sono
angolarmente identici) essendo questi piu grandi si puo nascondere meglio "sotto il tappeto" tale aberrazione, per fare un esempio un 80 mm f/5 ha un disco di Airy di 6,7 μm ed angolarmente di 3,43", mentre un 80 mm f/10 ha un disco di Airy di 13,3 μm ed angolarmente sempre di 3,43" invece un un 120 mm f/5 ha un disco di Airy di 6,7 μm ed angolarmente di 2,29", mentre un 120 mm f/10 ha un disco di Airy di 13,3 μm ed angolarmente sempre di 2,29";
- per questioni geometriche i "lunghi" sono un po (non troppo, però) piu tolleranti alla scollimazione rispetto ai "corti", quindi se uno non è avvezzo alla collimazione, statisticamente potrebbe trovare i primi messi meglio dei secondi;
- poi c'è anche la questione sferocromatismo, nei rapporti focali veloci per correggere il piu possibile il cromatismo, come compromesso si sacrifica la sferica (in misura diversa, in base alla bontà del progetto), questo vuol dire che in questi strumenti per fargli dare il massimo devi curare particolarmente bene il fuoco, perché appena vai n'attimino fuori otticamente "sbracano" ed immagino saprai che tali rifrattori piu hanno un rapporto focale "tirato" piu il fuoco è critico.
Metti insieme tutti questi ingredienti è verrà fuori una bella insalata dove tipicamente i rifrattori "corti" sono sempre un po piu difficili da tenere sotto controllo e far performare al massimo rispetto a quelli lunghi che sono normalmente ritenuti piu "riposanti" nella visione, tutto cio nella pratica; per chiarimenti sulla cosa c'è questo
articolo (in inglese) che chiarisce le cose.
Nella teoria, se avessimo due rifrattori "perfetti" (nel senso otticamente e meccanicamen perfetti, con sotto la montatura del VLT e degli oculari anch'essi perfetti) ad esempio un 100 f/5 e un 100 f/15, allora non vi sarebbero otticamente differenze apprezzabili, tranne il diverso ingombro e peso, oltre che per via delle diverse focali l'f/5 con focheggiatore da 50,8 mm avrebbe un campo reale massimo di circa 5,3° mentre l'f/15 (stesso foch.) ne avrebbe uno massimo di 1,75°.
Detto questo se vuoi un rifrattore trasportabile, ne devi scegliere necessariamente uno corto, ma per quanto detto sopra, se vuoi che questo regga gli alti ingrandimenti necessari per il planetario (senza che si spappoli l'immagine), questo deve essere necessariamente di buona qualità ottica e meccanica, visto che deve mantenere la collimazione, con un solido focheggiatore (demoltiplicato) che permetta un fuoco preciso e senza indurimenti o scatti, altrimenti le vibrazioni ti faranno velocemente giocare il paradiso a bestemmie, considera anche il diametro minimo dello strumento, visto che sovente si superano i 200x su Giove, ancor piu su Saturno, mentre su marte gli ingrandimenti non bastano mai, direi di stare piu sui 100/120 mm invece degli 80 mm che hai proposto perché con questo dopo i 160x letteralmente si "spegne la luce".
Altra cosa usare altri ingrandimenti vuol dire moltiplocare della stessa a entità le vibrazioni (altre bestemmie), quindi la montatura DEVE essere solida e ben dimensionata, scordati trabiccoli come EQ 1-2-3 et simila perché dopo i 150x ballano la tarantella ad ogni refolo di vento.