A proposito di Maksutov-Gregory SKYWATCHER Skymax 150 BD, ossia la variante appena più piccola del 180 di cui si è lamentato Laskatùn... di cui ho un esemplare.
...avevo da tempo in mente di migliorarne l'opacità interna, e di verificare l'ortogonalità della cella del menisco rispetto all'asse longitudinale del tubo: dello strumento ho sentito dire cose ottime (sul piano ottico) ma anche (
cfr. Walter Veltroni 
) molto molto critiche sul piano della meccanica.
Ho avuto ultimamente uno scambio (in MP per non tediare tutti troppo) con Laskatùn, che mi ha fornito elementi di giudizio adeguati a pensare allo smontaggio, con l'intento appunto di agire sull'assorbimento dei riflessi interni nel tubo principale e di effettuare con l'occasione una verifica generale.
Ieri ero solo, non dovevo uscire per lavoro, ed ho pensato (non fate come me se non avete la mia pluridecennale abitudine a disassemblare qualsiasi cosa pretendendo di migliorarla)
"mo' lo smonto e poi porto il solo tubo da un'officina meccanica per eventualmente far rettificare il bordo in modo che sia a 90°!" L'ho fatto!
E posso iniziare a dirvi alcune cosette spero utili, basandomi su "voci di popolo" sentite in Rete.
1) Vox Populi
"Il Mak 150 in realtà come efficacia ottica e risolvenza è un 140 al massimo, perché il menisco è divergente e solo una parte della luce incidente finisce sul primario, l'altra divergendo dal menisco va persa nel tubo":
FORTUNATAMENTE FALSO: La luce libera anteriore del menisco è già appena superiore ai 150 mm dichiarati (di una inezia, 150,4 mm esatti = interno della ghiera di bloccaggio del menisco stesso); già all'uscita posteriore della cella che sostiene il menisco col secondario alluminato all'interno ed il paraluce del secondario, la luce libera arriva a 157,3 mm (sovrabbondante rispetto al modestissimo potere diottrico divergente della lastra correttrice); lo specchio primario, poi, sorpresa, è di 167 mm esatti, dunque sovradimensionato sicuramente in modo ben adeguato a non perdere affatto luce rispetto a quella incidente. L'insieme appare dunque otticamente coerente, senza "barare" in nessun modo.
2) Vox Populi:
"Il tubo è di un lamierino sottilissimo che nemmeno mantiene la forma quando lo smonti e a momenti ti si piega in mano":
NON TANTO VERO ALMENO IN RAPPORTO AL 150: Anche se l'intubazione è ampiamente migliorabile: con uno spessore di 2,5 mm netti (al calibro) compreso l'esiguo spessore della vernice, pesa appena più di un kg senza nulla attaccato (1007 g per l'esattezza) ed appare ben rigido, può essere debolmente deformato con le mani stringendolo abbastanza (elasticamente, non ho fatto la gara dei pettorali da fenomeno da baraccone se no sarebbe diventato ben ovale, ovvio), ed è adeguato anche a supportare senza problemi la barra Vixen, che comunque io continuo imperterrito a considerare mal posizionata: nonostante non abbia rilevato flessioni di sorta, IO (e non solo io...) avrei utilizzato una barra Vixen o Losmandy più lunga e fissata OVVIAMENTE dietro sulla culatta e davanti sulla cella portamenisco
3) Vox Populi:
"la cella portamenisco è molto approssimativa essendo realizzata in fusione":
VERO MA ININFLUENTE: Se è VERO che è realizzata in fusione di alluminio, è però dopo con ogni evidenza RETTIFICATA al tornio (son visibili sulle parti non verniciate che si infilano nel tubo portante i microsegni dell'utensile) ed infatti l'appoggio della parte interna del menisco sul bordo della cella è veramente perfetto.
4) Vox Populi:
"Non si può collimare il menisco, perciò se ti capita un montaggio con l'asse ottico non centrato né parallelo al tubo principale perché questo è stato tagliato... "a fetta di salame" te lo tieni così":
VERO: La precisione di collimazione è affidata solo alla costruzione. Verificherò dall'officina meccanica (OMD Roma, Officine Meccaniche D'Onorio, realizzano e progettano... modifiche a microscopi stereoscopici per odontoiatria...) se il tubo ha i "tagli" a 90° dall'asse longitudinale, se son storti, ed eventualmente di quanto.
MA se dovessi trovare qualche decimo o anche 1 mm di errore... sarà tosto corretto grazie all'intrinseca precisione di lavorazione del tornio!
Per stamani mi fermo qui; vi fornisco alcune misure sulle parti dello strumento.
PESO solo ottica del menisco + paraluce interno: 1024 g
DIAMETRO massimo lordo del vetro del menisco: 163 mm.
DIAMETRO MASSIMO posteriore del paraluce del secondario: 52,8 mm - che porta il valore di ostruzione a 150,4: 52,8 = 100 : x ... 35,11 % (in diametro), un valore non piccolo per un Mak che però dobbiamo ricordare essere un f/12. Vien da chiedersi a questo punto come possa offrire, ciononostante, un contrasto così elevato. L'ostruzione come rapporto fra superfici (legata alla perdita di luce raccolta) invece è 710,6333 : 87,5826 = 100 : X = 12,33%. MA è anche vero che poiché la lastra è divergente tanto questo valore quanto quello in diametro (che condiziona il contrasto sul dettaglio fine) del 35,11% sono da considerarsi sicuramente approssimati per eccesso; la mia consolidata ignoranza matematico/ottica (e l'impossibilità di misurare, anche avendo a disposizione le formule, il potere diottrico divergente della correttrice a menisco) mi impediscono di fornirvi il calcolo "reale".
PESO della cella portamenisco con guarnizione di protezione sottoghiera, ghiera di serraggio e 4 viti 616 g
PESO del visual back da 2" con ghiera e le due viti di bloccaggio 112 g
PESO della culatta con specchio, meccanismo messa a fuoco e paraluce primario, no visual back 2268 g
DIAMETRO dello specchio principale come detto 167 mm
DIAMETRO interno del paraluce del primario (= diaframma di campo di cui tener conto!!) 26 mm
- come il 150 Pro ("dorato"), il 180 Pro e non 30 come nel caso del 180 BD!
LUNGHEZZA del tubo principale 31,6 cm (apparentemente costanti su tutta la circonferenza!)
PESO del tubo come detto senza supporto cercatore né barra Vixen 1007 g, compatibile con una lega di alluminio estruso, non con ferro o acciaio