Allora, chiudo queste impressioni con quelle di ieri sera con appunti lunghi e noiosi (io non leggerei oltre).
Senza testa rotta sono riuscito a farlo andare anche in autofocus. Era in parte una questione di settaggi del range (grazie Franco) ed in parte, cosa importante, il settaggio del "Target Half Flux Diameter", che come è + volte spiegato nel manuale DEVE essere circa 2 o 3 pixel maggiore del miglior HFD (o anche del miglior FWHM) che si è soliti vedere.
Devo dire che sorprendentemente l'autofocus funziona. In tre minuti mi ha portato per 5/6 volte volte ad un livello di fuoco mai raggiunto a mano (ieri sera ripetutamente 1.4 pixel FWHM, ancora Megrez @ 383 mm).
Ho usato la funzionalità autofocus di Maxim DL che (ho studiato) riprende i concetti alla base di FocusMax (ora so cosè) ideato da Larry Weber and Steve Brady.
FocusMax rimane comunque disponibile x piattaforma MaximDL e CCDsoft ma è molto articolato e ridontante di informazioni, immagino sia anche + flessibile e performante ma necessita uno studio + approfondito.
In DL invece tutto vien da se. L'algoritmo è robusto proprio perchè si basa su HFD e non FWHM, che come noto è un parametro che perde presto significato per stelle sfocate. lavora bene anche partendo da palloni di 10/20 pixel ed anche (dicono) con ottiche ostruite.
L'idea è quella di passare "attraverso" il fuoco e creare una curva di calibreazione a V dove sull'asse X c'è la corsa del fuocheggiatore e su Y l'indice di messa a fuoco (HFD appunto). Il focheggiatore si fa una spazzolata, calcola la V la interpola e siccome è un sistema "assoluto" sa tornare poi indietro alla posizione di dove si trova il minimo della V (best HFD).
Si noti che siccome trattasi di interpolazione non è necessario che il sistema sia effettivamente passato per il fuoco migliore nelle sue misure. Semplicemente si va a calcolare dove sarebbe il fuoco migliore e poi ci va.
Non male.
Quindi riassumento il limite è rappresentato dalla meccanica del fuocheggiatore originale in quanto nell'ultimo passaggio il robofous guida la camera nel punto calcolato ed è essenziale che in questo suo avanti/indietro la camera trasli parallela senza incertezze, impuntamenti, micro-tilt del piano focale.
E' anche importante caratterizzare bene il backlash del riduttore di robofocus (ma a backlash siamo abituati), visto che il backlash di un crayford è comunque molto piccolo.
La conclusione allo stato attuatle delle mie impressioni è che l'autofocus (sul mio sistema che ha un Crayford di qualità normale (WO)) funziona bene.
Produce risultati migliori di qualsiasi MIA iterazione manuale, anche estenuante.
Si può fare un po' di meglio se però si agisce manualmente sui comandi elettrici (qualcosa come pochi punti percentuale, 3/5 %). Credo che personalemente seguiro questa strada.
Infine è essenziale che il focheggiatore non slitti. specie allo Zenith. Già si vede che certi trucchi aiutano, ad esempio su un rifrattore piccolo con camera pesante come la mia consiglio di arrivare al fuoco sollevando il carico (accorciando il fuoco) in modo da lasciare il sistema in "tiro"

sotto l'effetto del freno motore (holding current) che si può specificare entro qualche percento (2 o 3) della corrente massima.
Con questa maialata passo e chiudo.
Paolo