Paperinik ha scritto:
http://forum.astrofili.org/viewtopic.php?p=916818#p916818Un'ultima osservazione sulla qualità del cielo. Appena arrivati eravamo tutti un pò perplessi. Sembrava che il cielo non fosse all'altezza delle aspettative, quando invece poi si è rilevato davvero notevole, soprattutto nelle zone nord, nord-est, oltre che allo zenith naturalmente.
L'impressione iniziale è stata causata a mio avviso da tre fattori. La presenza della luna, seppure bassa e molto sottile, l'assenza di via lattea che ancora doveva sorgere, e la scarsa qualità dell'orizzonte sud, sud-est, bruciato dalle luci provenienti probabilmente da Avezzano. Ricordando il cielo di Santa Lucia, dove con Marco avevamo sfiorato i 21.3 (SQM stretto) di primo acchito non avrei avuto dubbi sul dire che il cielo di sabato scorso era sicuramente inferiore. In realtà le osservazioni hanno poi smentito questa impressione, soprattutto quelle effettuate nella zona "buona".
Questo per dire che è difficile valutare correttamente il cielo ad "occhio" e nemmeno l'SQM (quello largo) a mio avviso risulta adeguato allo scopo. Sicuramente l'SQM largo fornisce un informazione complessiva della qualità del cielo, ma assolutamente non esaustiva. Di fronte ad esempio a due siti, caratterizzati da misure sqm (largo) analoghe, magari in un caso troviamo un cielo uniforme, nell'altro potremmo avere grosse disomogeneità, con zone di cielo "bruciate" ma anche zone "eccellenti" che sono poi quelle che più ci interessano. Se ad esempio dovessi scegliere tra un cielo che per l'80% misura 21, ed un altro che magari ha delle zone a 20.8 ma altre a 21.3, probabilmente sceglierei quest'ultimo, concentrando le osservazioni nella zona buona.
Tutta questa pappardella per dire che a amio avviso dovremmo standardizzare le misurazioni, utilizzando ove possibile l'SQM stretto, ed effettuando almeno 5 letture, una allo zenith e le altre puntando ai 4 punti cardinali (es. a 40° di altezza dell'orizzonte). In questo modo avremmo delle informazioni molto più interessanti sulle qualità del singolo sito, che consentirebbero una migliore pianificazione della serata osservativa.
E' da quasi un anno che ho l'SQM-L e devo dire che
non è un aggeggio praticissimo da maneggiare. Quantomeno l'interpretazione delle letture non è banale.
Intanto bisogna distinguere se nell'area di lettura è compresa la Via Lattea o no, e che parte di Via Lattea.
Sabato scorso, verso l'una, avevamo allo zenit la zona più nera del cielo, compresa tra Orsa Maggiore, Chioma di Berenice e Boote. Giocoforza le letture erano più elevate della media (vale anche per la versione standard). La scorsa estate a Lastovo probabilmente era presente dell'airglow, anche robusto, che ha schiarito il cielo fino a 21,5 quando avrebbe potuto benissimo stare sui 21,7...
Io ho scelto la versione "L" perché nei nostri cieli l'IL varia
"a minchia di leopardo" 
e quindi è bene sapere in quale zona è meglio osservare, o comunque quanto si è penalizzati nelle altre.
La differenza tra l'SQM standard e l'SQM-L sta più nella definizione della "forchetta" tra il valore migliore e quello peggiore. Lo standard ti dice 21.2 secco, l'SQM-L ti dice anche se gli estremi sono 21.1~21.25 (cielo uniforme) o piuttosto 20.9~21.3 (e
dove hai 21.3...).
All'atto pratico, però, non cambia poi tantissimo...
