ivan86 ha scritto:
Il contrasto nell'osservazione di una galassia è dato dalla differenza di luminosità fra l'oggetto e il fondo cielo.
Oops! Mi sono accorto di un errore di fondo proprio nell'impostazione della discussione (dopo nove pagine, scusate...)
Il contrasto non è un dato assoluto, ma dipende dalle condizioni in cui la retina lavora.
La retina ha una soglia di sensibilità oltre la quale vede "nero", il trucco per scovare i dettagli è variare l'ingrandimento a seconda del fondo cielo, e giostrarsi eventuali filtri.
Per fare un esempio (da qui in poi faccio riferimento al mio 12" f/5), le braccia di M33 si cominciano a vedere a bassi ingrandimenti (60x) sotto un cielo SQM~21.4.
A SQM~21 a 60x si vede solo una macchia indistinta... ma mi sono accorto di vederle di nuovo a 220x, osservando la regione HII (NGC604) col 6,7mm, semplicemente perché avevo portato il fondo cielo al di sotto della soglia di sensibilità della retina.
Allo stesso modo, usando un filtro OIII, il fondo cielo galattico che è ancora percepibile nel 24mm (PU=4,8mm) diventa completamente nero nel 18mm (PU=3,6mm), e parliamo di un fondo cielo che non è dato dall'ottica né dall'IL, quanto dalle migliaia di stelline troppo deboli per essere viste singolarmente (dai coni) ma che vanno ad eccitare i bastoncelli.
Sempre per questa ragione l'uso dei filtri interferenziali sotto un cielo buio non produce alcun vantaggio con PU~1mm (tipicamente nebulose planetarie) perché la luce del fondo cielo naturale è già completamente abbattuta.
Detta in soldoni, andare a caccia di contrasto e dettagli a bassi ingrandimenti non è secondo me una strategia vincente, se non per tipologie di oggetti estremamente peculiari e circoscritte.