Uscita decisa su due piedi dopo rapida consultazione con Ruggero (Paperinik) alle tre del pomeriggio (di domenica!). Appuntamento alle 17.15 e sito da definirsi strada facendo. Travaso il dobbino tascabile e andiamo con una sola macchina.
In prima battuta decidiamo di sfidare la sorte ed andare a Campo Felice, nonostante la recente apertura del famigerato tunnel. Mal ce ne incoglie. Il piazzale è coperto da un metro di neve, in parte schiacciata (quindi praticabile ma gelido), il problema reale si rivela però
"i' ttraffico": l'apertura del tunnel ha dato la stura ad un viavai continuo di automobili, ne contiamo una media di tre/quattro al minuto.
Decidiamo quindi di ripiegare sulla zona intorno a Carsoli uscendo a Tagliacozzo... purtroppo mentre andiamo realizzo che l'uscita di Tagliacozzo è accessibile solo a chi viene da Roma in direzione l'Aquila, idem per il ritorno, quindi siamo costretti a proseguire fino a Carsoli e tornare indietro di nuovo. A questo punto Nespolo appare troppo arduo da raggiungere con le strade ghiacciate: taglio la testa al toro e insisto per Santa Lucia, dove arriviamo abbastanza tranquillamente (a parte il chilometro finale su strade coperte da croste di ghiaccio, per fortuna non in forte pendenza, quindi ben gestibili dalle gomme termiche di Ruggero).
Quivi giunti sono circa le otto, scartiamo il sito utilizzato un anno fa perché coperto di neve e su proposta di Ruggero montiamo i telescopi direttamente sull'asfalto, confidando che non passeranno automobili (e che quelle che passeranno andranno saggiamente a velocità molto ridotta). La scommessa è azzeccata: solo un paio d'ore più tardi passeranno due auto, una dietro l'altra, a velocità ridottissima. La temperatura è bassa (tra -5 e -7), ma l'aria immobile ci fa soffrire molto meno di due mesi fa.
Ruggero tira su il suo monolitico in quattro e quattr'otto, io perdo un bel po' di tempo a montare il mio perché continuamente interrotto per osservare/puntare/passare oculari, ma almeno mi godo un po' di oggetti. Alla fine abbiamo due dob operativi e cominciamo a macinare oggetti. Ruggero punta sui "classici", io, come al solito, mi butto su roba più "esotica".
Comincio con la galassia NGC 2403 (C7) nella Giraffa, oggetto davvero spettacolare, grande e brillante. Poi passo all'ammasso globulare NGC 2419 (C25) nella Lince, appena un fiocchetto, ma è
"the Intergalactic Wanderer", quindi merita un'occhiata. Più giù la minuscola planetaria NGC2346 nell'Unicorno, quindi la planetaria bilobata NGC 2371-72 nei Gemelli. Quindi mi concedo un ripasso della Eskimo NGC 2392 (C39) tirandola fino a 300x. Il viso dell'eskimese non si vede, ma la visione è ugualmente mozzafiato. Già che ci sono ripasso anche la grande nebulosa diffusa NGC2174, la "dirimpettaia" di M35 che con l'OIII si stacca bene dal fondo cielo. Lì accanto sbircio IC443, ma è un oggetto davvero molto debole.
Alle osservazioni alterno letture con l'SQM-L, con valori che continuano a salire dai 21,1 di inizio serata a 21,26 verso la fine. Spesso e volentieri allungo un occhio al 10" di Ruggero per osservare M42, la Rosetta, l'Elmo di Thor, NGC 891, NGC 896 del gruppo nebulare Heart and Soul, il Leo's triplet, quindi il secondo Leo's triplet (quartet), quello formato da M95, M96, M105... e NGC3384. Un'occhiata col mio a M82, infine una rapidissima carrellata su: M51, M63, M97 e la coppia di galassie interagenti NGC4490+4485 nei Cani da Caccia (appena percettibile il ponte di materia che le collega, ricordo di averlo visto molto netto due anni fa dalla Toscana, con le galassie allo zenit e in una notte in cui l'SQM avrebbe probabilmente misurato intorno a 21,5...) quindi chiudo la serata con NGC2903 nel Leone, che è sempre un bel vedere.
Passate le 23.00 un po' il freddo, un po' la stanchezza (la serata non pianificata ha impedito il necessario riposo, anzi, in mattinata sgambettavo allegramente in mountain-bike ignaro del mio destino serale...), un po' la necessità di arrivare non del tutto sfatti in ufficio la mattina dopo, ci hanno convinto a chiudere tutto e rientrare. Dopo tanti mesi di astinenza, tuttavia, anche queste tre orette sotto un cielo superiore alle aspettative sono state molto apprezzate.