Per Giove, marcopie! Che pessimismo!
Io personalmente ritengo che ci sia del buono nell'uomo. L'umanità è un formidabile esito dell'evoluzione, ancora in divenire, universo che ragiona sull'universo, polvere di stelle che cerca polvere di stelle.
Per quanto una parte dell'albero sarà sempre marcia ci sono anche radici incorruttibili (oddio, non è da me parlare così, e per metafore poi! xD) che sosterranno sempre la baracca.
Nel prossimo secolo si giocherà la sopravvivenza della società come la conosciamo. Se l'uomo saprà reinventarsi, evolversi, allora salveremo il pianeta dal disastro, e non dovremo ricominciare. Se non saprà farlo allora semplicemente ci sarà un nuovo medioevo. Come quello dopo Micene o quello dopo Roma. La civiltà di internet e dei satelliti cadrà, e ci sarà un periodo di arretratezza e perdita delle conoscenze, che però sfocerà inevitabilmente nella rinascita della civiltà, più forte di prima.
Sono gli idealisti a guidare la rinascita. E i corrotti successivamente intervengono a contagiarla e fermarla. Il bianco e il nero, ying e yang. Ciclo a spirale ascendente!
Nonostante questo, ogni uomo ha profondo in sè la voglia di esplorare, conoscere. Non ha ritorni economici un robot che scava su Marte?
1) ha ritorni in conoscenza. L'umanità è un grande essere collettivo che non guarda ai singoli (guardacaso di nuovo il paragone con il formicaio), e esplora, si espande, evolve e sopravvive. È un organismo comunitario a mio vedere, soprattutto ora grazie alla globalizzazione che galoppa e connette sempre più persone contemporaneamente. E ha una sete spaventosa di conoscenza, territori. Cosmopolita invasivo, come ho già detto. È scritto nel nostro DNA, e se si guarda la storia abbiamo sempre seguito tale precetto.
2) in realtà ha ritorni immensi. Le tecnologie che nacquero e furono sviluppate dai programmi spaziali della guerra fredda portarono a spaventose rivoluzioni nella società e nell'economia, non è calcolabile quanto si è ottenuto in cambio a quegli investimenti. Un investimento in una missione spaziale rischiosa e mai tentata produce nuova tecnologia, commesse per le industrie, domande domande DOMANDE. Bisognerebbe investire TUTTO sulle domande, è quello che serve. Non la pistola. No no.
Ci sarà sicuramente un pazzo che si infilerà in un'astronave propulsa in qualche modo e sfiderà le stelle. Non sapremo mai quando, è sicuro non durante la mia vita o quella di mio figlio, ma lo farà. E l'umanità perderà la coscienza dei suoi confini.
Dopotutto il progresso scientifico va avanti esponenzialmente. Sembra che siamo fermi da 40 anni, in realtà abbiamo fatto passsi da gigante in moltissime cose.
Quando Kennedy disse nel '61 che gli Stati Uniti avrebbero portato il primo uomo sulla Luna, alla NASA si misero le mani nei capelli. Non avevano la più pallida idea di come accontentare il presidente. Fu studiato tutto da zero, inventato tutto dal nulla, et voilà! nel 69 il fu Neil Armostrong contagiava di umanite anche la Luna. Al contrario del 61 ora abbiamo le ideee chiarissime su come mandare uomini su Marte. E i primi a farlo saranno nazioni in sviluppo, con forti ideali, che si mettono in gioco e vogliono espandersi. I primi marziani avranno occhi a mandorla temo
