Anche se in ritardo, intervengo in questo post prima di tutto per ringraziare tutti per i commenti e naturalmente Francesco per l’eccellente immagine che ha elaborato.
Colgo anche l’occasione per fare un paio di chiarimenti tecnici per chi magari fosse interessato.
- Come ha fatto notare Francesco, il valore del seeing che riporto nei dettagli delle immagini è in secondi d’arco ed è una sorta di valore semi-istantaneo cioè mediato sulla base di un tempo di esposizione di 6 secondi. Non ha quindi la pretesa di essere molto rigoroso, ma a noi interessa misurarlo sempre nelle stesse condizioni così possiamo avere subito una stima sulla qualità del cielo basata su una memoria storica abbastanza lunga. In pratica, si esegue un piccolo crop verso il centro del campo contenente due o tre stelle con un rapporto S/N non superiore a 50:1 e non inferiore a 10:1. Imposto 6 secondi di refresh continuo e una volta trovato il miglior fuoco, si esegue una serie di letture del valore FWHM in pixels delle stelle del campo (in Maxim uso la funzione “Display Large Statistic”). Poi trasformo questo valore FWHM in secondi d’arco. La focale del telescopio che ho calcolato è di circa 2960mm (F/8,3) che corrisponde ad una scala sul piano focale di circa 0.63 secondi d’arco/pixel in Bin 1x1 con i pixel da 9 microns della STX16803. E’ chiaro che questo valore sarà sempre una misura arbitraria da me definita, ma i valori che ottengo riescono sempre a darmi ottime indicazioni sulla qualità del cielo: da un lato i 6 secondi aiutano a registrare gli spostamenti e le variazioni dimensionali della stella per un tempo abbastanza lungo, dall’altro sono abbastanza brevi da escludere qualsiasi contributo della montatura. Naturalmente 6 secondi non è un numero magico, ma semplicemente un valore che con l’andare del tempo si è delineato come il miglior compromesso per la messa a fuoco e per le nostre necessità.
- Per pose lunghe – normalmente le nostre pose sono di 15 minuti per LRGB e 30 minuti per il Narrow – la guida introduce ovviamente un suo contributo peggiorativo all’FWHM. La montatura su cui è montato il telescopio al Brallo è un’ottima montatura a forcella con sistema di trascinamento a rotolamento su superficie liscia che garantisce movimenti estremamente morbidi (non ci sono denti e viti senza fine) dove l’errore è molto ridotto (senza guida +/- 2 arcsec su 15 minuti), ma soprattutto questi scarti, a differenza dei sistemi a ruota dentata e vite senza fine, avvengono su tempi molto lunghi così la guida può tranquillamente correggerli senza problemi. Con la guida in Maxim attivata, infatti, l’errore scende a circa 1/8-1/10 di quello senza guida, a seconda dei tempi di integrazione e del rapporto S/R della stella di guida. In queste condizioni, l’FWHM finale sulle pose lunghe aumenta di circa un 10%-15%..
Detto questo sono assolutamente d’accordo con Alphascorpio sul fatto che la notte di ripresa dell’ET cluster il seeing chiamiamolo “semi-istantaneo” era ottimo perché 1,6-1,8 arcsec sono valori non molto frequenti dalle nostre parti. Purtroppo, ogni tanto, transitavano veloci masse d’aria che facevano aumentare la turbolenza per 2 o 3 minuti e così il risultato finale è stato quello di avere un aumento dell’FWHM nei FITs fino a 2,1-2,2 arcsec equivalenti a 3,4-3,5 pixels in Bin 1x1. A questo credo che si riferisca Francesco quando dice che l’FWHM non era dei migliori....Allego ua schermata della guida di uno dei fits dell'ET cluster.
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Un’altra cosa interessante in questa immagine è il fatto che abbiamo lavorato a -35° C e abbiamo rifatto sia i darks che i flats, oramai un po vecchi. La cosa ha funzionato molto bene, tanto che forzando lo stretch, come ho fatto in modo un po' grezzo, si nota sulla sinistra dell’ammasso una zona più rossastra del fondo cielo. All’inizio pensavo fosse un problema di flats, invece ho poi ho avuto la conferma controllando ad esempio su Sky-Map che quella zona mostra effettivamente una debole dominante rossastra, probabilmente per la presenza di idrogeno ionizzato.