1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 28 ottobre 2012, 23:09 
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Iscritto il: martedì 5 dicembre 2006, 8:20
Messaggi: 2849
Cita:
ma la cosidetta hst palette perché viene usata se non rispetta a questo punto nulla della reale rappresentazione che il banda stretta vuole dare


Ma è questa la Hubble Palette: Rosso (SII), Verde (Halfa) e Blu (OIII), proprio quella utilizzata da Francesco; il fatto è che invece alcuni scambiano il Rosso (Halfa) con il Verde (SII), ma se guardiamo esclusivamente la banda spettrale l'SII è più rosso dell'Halfa che quindi va messo come verde.

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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 2:45 
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Iscritto il: domenica 29 marzo 2009, 7:14
Messaggi: 186
Colgo l'occasione per ringraziare Francesco d'aver elaborato e inserito l'immagine e tutti gli altri per i loro commenti e apprezzamenti.

Visto che si è parlato di ripresa narrow a 3000mm di focale con sensore interno, a chi può interessare, aggiungo qualche dettaglio tecnico:

Il sensore interno di guida della 16803 - il Kodak KAI 340 è un tipico CCD interlinea con 640x480 pixels da 7,4 microns di lato. La sua sensibilità spettrale è simile a quella del KAF 16803 con un'efficienza quantica di circa 30% a 656,3 nm (Ha). Da quello che si può vedere quando si opera, questo sensore, se ben raffreddato (al di sotto dei -15°C assoluti, meglio se almeno -25°C) ha un rumore piuttosto contenuto. In questo caso, la camera ha operato con temperature da -30°C a -35°C assoluti.

La stella di guida utilizzata con questo sensore interno era di mag. 11,3 e il segnale generato dopo aver passato i filtri narrow era piuttosto debole e questo ci ha costretti a usare tempi di guida con Maxim abbastanza lunghi: da 7s a 9s. Ad esempio in Ha, con 8s, il valore medio di picco della stella era di circa 600 ADU contro un valore medio del fondo di circa 140 ADU. Naturalmente in questi casi, è importante una montatura stabile con un inseguimento molto preciso.

Il valori di seeing sono cambiati parecchio durante le sessioni di acquisizione, andando da un minimo di 1.8" FWHM fino ad un massimo di 2,7" FWHM.

Astroaxl:

La ripresa con filtri a banda stretta SII-Ha-OIII non ha lo scopo di fornire una rappresentazione "visuale" (come si vedrebbe) del soggetto in quelle bande spettrali, bensì quello di evidenziare e diversificare la presenza di zolfo, idrogeno e ossigeno ionizzati nella nebulosa. Per questo motivo si assegnano colori molto diversi tra loro - nel caso HST Rosso-Verde-Blu - proprio per accentuare il più possibile le differenze tra questi diversi elementi all'interno della nebulosa. Ovviamente in questi casi non ha più senso parlare di aspetto reale.

Concordo invece con te sul fatto che una sola composizione SII-Ha-OIII senza una "pseudo luminanza" in Ha è certamente più rigorosa. Purtroppo con telescopi amatoriali, anche di diametro abbastanza grande, spesso i segnali SII e OIII non sono così imperiosi come l'Ha e quindi si ricorre a questo espediente per migliorare l'aspetto generale dell'immagine. Comunque, se ben eseguito con un dosaggio di Ha equilibrato, questo metodo non altera di molto la mappatura.

Marco


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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 7:10 
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Iscritto il: lunedì 1 giugno 2009, 12:55
Messaggi: 531
Località: Reggio Emilia
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Secondo me non ha senso chiedersi se sia giusto mettere l'SII nel rosso e Ha nel verde o viceversa.. ne tanto meno altre combinazioni.
Essendo fotografie in falsi colori sono fatte per mettere in risalto aspetti della foto che con una fotografia tradizionale RGB non sarebbero visibili.
Se poi si riesce a scegliere una gradazione cromaticca accattivante tanto meglio, ed è quello che han cercato di fare con la Hubble Palette e che secondo me Francesco è riuscito a rendere molto bene. Questa è la differenza tra fotografia puramente scientifica e utilizzo artistico di dati che hanno anche valenza scientifica.

In fin dei conti SII e Ha sono rosso cupo, forse al di fuori della vista, per lo meno non ben visibili, molto vicini fra loro, quindi se si volesse pensare ad una corrispondenza strettamente legata alla lunghezza d'onda si dovrebbero scegliere due colori molto vicini e si perderebbe il contrasto di cui è capace la banda stretta, ma credo che questo non salti in mente a nessuno.

In questa immagine credo si noti bene come grazie all'uso della tricromia in banda stretta si riescano a meglio evidenziare le strutture che compongono la nebulosa.
L'unica cosa che non mi trova d'accordo è l'utilizzo del canale Ha come luminanza globale dell'immagine (se non ho capito male hai fatto così)
Nelle immagini a banda stretta preferisco una combinazione che non usi un canale come luminanza, in quanto di fatto altera sensibilmente il contrasto che si produce da una combinazione secca dei vari canali.
Capisco d'altro canto che ai fini estetici questo aiuti parecchio a restituire una immagine più gradevole grazie al fatto che sicuramente l'emissione in Ha è ben più carica di segnale che non ad esempio quella di SII, qindi di fatto aiuta a ridurre il rumore che si avrebbe in una combinazione "RGB". Diversamente il tempo di integrazione del canale SII avrebbe probabilmente dovuto essere alemno una decina di volte superiore... e chi ce ne ha voglia?? :mrgreen: (io non ne avrei la pazienza..)

L'immagine è bella e dettagliata, complimenti Francesco

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Stefano
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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 8:33 
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Iscritto il: lunedì 20 marzo 2006, 11:20
Messaggi: 6850
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Stefano Campani ha scritto:
Secondo me non ha senso chiedersi se sia giusto mettere l'SII nel rosso e Ha nel verde o viceversa.. ne tanto meno altre combinazioni.


Non sono d'accordo. Nel momento stesso che si dichiara che lo scopo della ripresa non è quello di renderlo simile a "come l'occhio lo vedrebbe" è vero che qualsiasi combinazione va bene, ma proprio per questo bisogna essere attenti a scegliere come mappare le 3 frequenze, per risaltare al meglio i rapporti tra le diverse componenti.

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C'è sempre, in ogni passione, qualcuno che riesce a fare meglio di te. Ma rinunciare a perseguirla solo perchè non si è il migliore significa ignorare il valore e la soddisfazione del cammino intrapreso.


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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 11:40 
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Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2012, 0:21
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Tutti coloro che sono intervenuti hanno detto cose con fondamento sulla questione ma va detto che è sfuggito un particolare della mi disanima e qualcosa invece è giusto che lo approfondisca io stesso.
Quello che è sfuggito è che nel mio post io non ho affatto citato la Hubble palette ma bensì una Ha-S2HaO3; giustissimo che la tricromia è quella della Hubble palette ma poi di fatto l'immagine è una Ha-S2HaO3. Ho precisato sopra che non tutti i soggetti si presentano a questa composizione nella stessa maniera se non addirittura in modo inidoneo e che nel particolare invece la pacman è il soggetto perfetto. Stefano Campani dice cosa giusta nel sostenere di non essere convinto che sia giusto utilizzare l'informazione autonoma Ha come layer di luminanza sulla base S2HaO3 poichè proprio perchè informazione selettiva di questo elemento non può implementare il dato pertinente a S2 e O3; quando però io opero una Ha-S2HaO3 prima di tutto non vuol dire che simulo in partenza una L-RGB perchè l'Ha in questo modo slaverebbe tutto e altererebbe i connotati cromatici della S2HaO3 ma più proficuamente dopo una serie di preparazioni preliminari infine applico come luminanza un Ha dedicato (elaborato in maniera molto calmierata) proprio per lo scopo di fungere da luminanza. Solo a questo punto quando la S2HaO3 spinta dall'Ha come layer di luminanza costituisce una robusta immagine colore recante ancora le caratteristiche tonalità procedo con l'elaborazione che porterà l'immagine verso il suo stadio finale.
In altro post ho recentemente precisato che quando a riprendere una S2HaO3 è l'HST è ovvio comprendere come tutti e tre i canali siano straordinariamente significativi e che quindi la derivante S2HaO3 è già autonoma, ma nella realtà amatoriale è facile invece verificare come l'S2 e l'O3 (a costo di non dedicare loro un lustro nelle riprese) spesso siano carenti e quindi la tricromia non avrebbe le caratteristiche di lavorabilità per l'immagine anche a fini estetici tipica dell'astroimaging amatoriale.
Un'ultima riflessione va fatta alla correttezza comunque si operi in sede elaborativa di perseguire la Ha-S2HaO3; ho detto appunto che per la pacman questo è con alcuni accorgimenti preliminari fattibilissimo ma se invece stessi facendo una S2HaO3 sulla Crescent la situazione sarebbe totalmente diversa e l'approccio necessariamente dovrebbe essere diverso. La Crescent presenta una forte emissione in Ha e una buona emissione in O3 mentre è molto carente in S2 tanto che questo canale è quasi ininfluente; se è vero questo non è possibile pensare che se voglio far risaltare l'O3 pack tipico del soggetto posso io applicare poi il solo Ha come luminanza ma dovrò necessariamente precostituire una luminanza sisntesi sia dell'informazione Ha che O3. Quindi nello specifico è bene focalizzare che ciò che ho detto per questa immagine, contributo iniziale sul tema narrow S2HaO3, vale per questa immagine e non per tutti i soggetti; le grandi linee sono generali ma poi ogni soggetto può richiedere accorgimenti specifici.
In ultimo una considerazione sulla possibilità di 'girare' i filtri al fine di una mappatura generica e che riesca a dare comunque una visione strutturale del soggetto; io posso solo dire che su questa evenienza io non sono favorevole e anzi contrario; intendo mantenere la sequenzialità degli elementi sullo spettro elettromagnetico e concordo con chi ricercando una mappatura molto performante abbia individuato i connotati dell'Hubble palette che abbina selezione in sequenza coerente elementi importanti nelle emissioni tipiche e che garantisce se ben gestita una tricromia difficilmente superabile.
La possibilità che si simuli una RGB con la Ha:O3:O3 mi trova gelido sia per la bruttezza del risultato sia perchè questa semicomposizione nacque per agevolare l'astroimager all'alba dell'era digitale che con due soli filtri poteva ottenere un'immagine colore, molto brutta ma 10 anni fa e più poteva bastare

Frank


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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 17:45 
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Iscritto il: giovedì 28 febbraio 2008, 19:46
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Il dettaglio creato dal contrasto è spaventoso.
Ciao,
Fabiomax

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"tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita". W.A.Mozart


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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 19:22 
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Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2012, 0:21
Messaggi: 344
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ti ringrazio molto Fabio e prendo spunto dalle tue parole per una riflessione legata al dettaglio. Ho voluto allegare il crop dello stadio pre-deconvolutivo in confronto con quello post-dec proprio per dare una misura concreta di quello che si può intendere per 'estrazione del dettaglio'.
E' facile vedere come la buona integrazione fornisca un master denso e profondamente lavorabile; per i problemi meteo incontrati poteva essere anche meglio ma in Italia è cosa di tutti i giorni (meglio dire notti) essere limitati nella composizione da una variabilità del dato importante. Si possono scartare i frames peggiori ma tanto bisogna che per altri ti accontenti e quindi raggiungi un master comunque recante delle caratteristiche idonee allo scopo.
Nello stadio pre-deconvoluto seppur in una soffice amalgama dovuta a tutti quei tipici fattori di 'disordine' che influenzano le riprese risultano presenti elementi fini che risulta ovviamente molto interessante estrarre e questa operazione non può essere affidata a operazioni di contrasto se per 'contrasto' intendevi ipoteticamente filtri di contrasto poichè questi spesso introducono artefatti che possono nei casi più malaugurati creare falso dettaglio e questo nessuno di noi lo vuole.
L'unica operazione che può isolare il dettaglio in modo valido se ben eseguito è la deconvoluzione demandata per natura stessa a riorganizzare il disordine di base; nel caso specifico di questa pacman può essere interessante valutare che la densità del segnale non ha richiesto l'adozione di alcuna maschera protettiva e quindi è stata eseguita in modo libero sull'intera immagine; poi su zone particolari come quella del globulo si è operata Local Histrogram Equalization LHE per sfruttare un innalzamento del contrasto in termini di chiaro-scuro

Frank


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MessaggioInviato: lunedì 29 ottobre 2012, 22:01 
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Messaggi: 8
Un fulgido esempio di chiarezza d'intenti e di risultati.


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MessaggioInviato: martedì 30 ottobre 2012, 8:20 
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Messaggi: 926
Località: Torino
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
Il dettaglio creato dal contrasto è spaventoso.
Ciao,
Fabiomax

Quoto FabioMax.

Impressionante la differenza pre e post deconvoluzione.

Massimo

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www.massimotosco.it


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