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 Oggetto del messaggio: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 16:50 
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Tipo di Astrofilo: Visualista
In questi ultimi anni abbiamo imparato a sapere cos'è l'SQM.
Uno Scatolotto Quasi Misuatore o uno Sky Quality Meter.
Un aggeggio che, in un "clic", è in grado di dirci quanto è buio il cielo dal quale stiamo osservando.
Dopo la misurazione, il display ci mostra un valore: quello della magnitudine del cielo per arcosecondo quadrato.
I valori di un cielo notturno vanno dai 17 (misurati in città) ai 22 (misurati nei deserti).

Abbiamo imparato a sapere che, se tra 20.00 e 20.50 c'è poca differenza, tra 21.00 e 21.50 la differenza è enorme e la quantità di stelle comincia a essere...TANTA ROBA :shock:
Le osservazioni visuali possono essere più profonde, e la qualità del segnale registrato dalle camere CCD è di gran lunga maggiore.

Per fortuna da qualche anno l'SQM si sta diffondendo anche presso delle stazioni di rilevamento che recuperano informazioni continuativamente.
Tanto da poterle definire vere e proprie "stazioni di monitoraggio dei cieli".
(Molte di queste le troviamo su http://www.sqm-network.com)

Insomma l'SQM è diventato uno strumento standard di misurazione della qualità del cielo.

Il modello base (il primo che è stato prodotto, credo) è un SQM "normale".
Il suo angolo di misurazione della qualità del cielo è di 120°.
Questo vuol dire che, alzato allo zenit stanotte, l'SQM misura la luminosità del cielo dal Perseo all'Aquila.
Allegato:
sqm_angle.jpg
sqm_angle.jpg [ 149.55 KiB | Osservato 3234 volte ]


Solo che dopo aver prodotto e commercializzato l'SQM, la Unihedron ha deciso di aggiungere un prodotto al suo catalogo: l'SQM-L
Questo è un SQM dotato di una lente che restringe il campo di misurazione a soli 40°.
Se puntato allo zenit, viene misurato solo quello che c'è attorno allo zenit.
Allegato:
sqm-l_angle.jpg
sqm-l_angle.jpg [ 146.74 KiB | Osservato 3234 volte ]


Ovviamente nella gran parte dei cieli nostrani, inquinati sempre più dalle luci selvagge delle città e dei paesi, un SQM-L restituisce un valore più elevato (leggi un cielo più buio).
Questo perchè il cono di misurazione del modello con lente esclude le luci parassite provenienti dall'orizzonte.

Nella mia esperienza i valori tra i due misuratori spesso differiscono molto, e parlo di rilevazioni in contemporanea.
Durante una stessa notte il mio SQM dichiarava 21.15 e quello della stazione di Brallo di Pregola arrivava a 21.60!!

Per intenderci di cosa sia 21.60, mi sono trovato soltanto una volta sotto un cielo da 21.55 (con dato fornito dal mio SQM, e comunque da quando posso misurarlo): ERA UN PARADISO!
Nulla a che vedere con il cielo di 21.15 di quella notte.
In entrambe le situazioni la Via Lattea (che con la sua luminosità fa abbassare un po' i valori) era ben alta in cielo.

Gli amici kappotto e IllusionTrip l'altra notte erano a ossrevare al Brallo di Pregola, dove la stazione dotata di SQM-L misurava 21.60.
Per loro la notte era da 21.60.
Io, col mio SQM normale, misuravo 21.15. Molto più veritiera, visto che la magnitudine limite era più di 6.2 che di 6.43.
Oppure no? Oppure non è veritiera la misura da 21.15?

Come facciamo ad avere uno strumento standard noi astrofili per misurare qualità della nottata se la stessa casa produttrice ce ne fornisce due che danno due valori (ovviamente) diversi?

A tal proposito la Unihedron specifica le varie differenze e consiglia l'impiego dei due modelli in diversi casi:

"It is desirable to have a narrow field of view when determining the sky brightness in crowded areas where street lamps, buildings, trees, etc. are present. A more accurate view of a small area of the sky can be found with a narrow FOV."
(E 'opportuno disporre del SQM-L per determinare la luminosità del cielo in aree affollate o dove troviamo lampioni, edifici, alberi. Avremo una misurazione più accurata di una piccola zona del cielo tramite un angolo di misurazione più stretto.)

Mentre:

"The wide FOV meter is best suited in wide open areas where there is a clear view of the night sky."
(Il misuratore senza lente è più adatto in ampi spazi aperti in cui vi è una chiara visione del cielo notturno.)

In questo non specifica qual è il metodo standard per gli astrofili.
E allora nasce l'imprecisione.
Quando sento di osservazioni da cieli di 21.60 storco un po' il naso: non ho mai misurato oltre 21.45-50 col mio SQM standard dai cieli del nord Italia (lato occidentale).

In base a quello che afferma il sito della casa madre potrebbe anche essere non esserci un "metodo standard".

Semplicemente l'SQM-L misura la magnitudine limite ristretta allo zenit e dintorni.
L'SQM normale dà una misura globale della qualità del cielo al momento della misurazione.

Per un visualista forse è più indicato quello normale?
Con questo sappiamo se la nottata e il cielo sono buoni o meno.
Ma potrebbe anche non essere così: se osservo solo a Ovest dove, per esempio, il cielo è più scuro e vedo meglio i deboli oggetti, l'SQM-L potrebbe essere più indicato, per sapere che, dove guardo, il cielo è buio "un tot", quindi vedrò l'oggetto più facilmente o no.

In base a questo è facile capire che, per un astrofotografo, è più indicativo un SQM-L, tanto il campo reale di una fotografia a fuoco diretto non sarà più grande di qualche grado, e i 40° dell'SQM-L sono più che sufficienti e indicativi.

Resta il dubbio del metodo "standard" di misurazione.
Le stazioni che registrano continuamente i dati sono dotate dell'SQM-L (fanno solo quello collegabile al PC).
Molti astrofili, invece, sono dotati dell'SQM normale.

E il tutto a rendere più figa questa standardizzazione delle misure è che spesso un SQM restituisce valori totalmente diversi da un altro SQM!
Una notte sul Pollino, lo scorso Agosto, ci siamo accorti che il mio SQM dava un valore del cielo di 21.30 (mi pare) e quello di Volcan dava circa 21.45!!!

Allora, a questo punto, di che ci dobbiamo fidare? Del nostro occhio? Della nostra "sensazione del cielo"?
Oppure c'è un metodo per capire se 'sti strumenti di misurazione che non costano due lire si possono tarare (facilmente) in una stanza completamente buia?

E, una volta tarato, come faccio ad avere valori standard per tutti?
Non credo ci sia un rapporto di conversione dalla lettura di un SQM a quella di un SQM-L: in uno normale intervengono tanti fattori a disturbare la "buiezza" del cielo. Uno su tutti l'inquinamento luminoso delle città distanti che, quasi in tutta Italia, è presente molto più all'orizzonte.

Pretendo chiarezza! :D
Se non sappiamo una risposta quasi quasi scriverei alla Unihedron!

Qui qualche link utile al sito:
Comparazione dei modelli: http://www.unihedron.com/projects/darksky/comparison/
Comparazione degli angoli di misurazione: http://unihedron.com/projects/darksky/i ... curves.jpg
Covertitore valore SQM in magnitudine limite: http://www.unihedron.com/projects/darks ... BCalc.html

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:22 
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ma gli sqm sono tarabili?

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:24 
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Che io sappia no :D

Ma lessi tempo fa che i ragazzi del GADS volevano tararne uno, forse via PC si può fare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:30 
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se fosse possibile tararli , basta metterne due modelli in una stanza buia e tararli allo stesso valore per avere poi due misure simili.

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:34 
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Non basterebbe avere due valori simili.
Se spendo 140 euro voglio che lo strumento di misurazione sia preciso, altrimenti è utile solo a me stesso in quanto andrei a confrontare i valori da notte a notte, ma solo dal mio scatolotto..

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:40 
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Troppo lungo. Troppe domande. Vai in Namibia e fregatene del SQM :mrgreen:

L'essecuemme misura la brillanza del cielo entro l'area considerata. Stop. Se in quell'area cadono lampioni, via lattea, venere-luna-giove in congiunzione, non è colpa dello strumento, no? Una misura SQM deve essere contestualizzata, altrimenti ha poco senso.

Inoltre bisogna osservare alcuni accorgimenti. Ad esempio sarebbe bene non tenerlo in tasca, visto che fa anche una compensazione rispetto alla temperatura (è pur sempre un sensore elettronico non termostatato). Ma dalle prove fatte con più SQM gli scarti erano entro +/- 0.05 magnitudini per secondo d'arco quadrato (tot. 0.1 quindi: se uno segnava 21.5, l'altro poteva segnare 21.6, ma lo scarto non era mai superiore). Strumenti abbastanza nuovi.

E' uno strumentino piuttosto semplice e poco sofisticato, non si può pretendere il rigore di una misura scientifica normalizzata secondo me. Va bene come indicazione ed è pur sempre meglio della definizione di "cielo cristallino di alta montagna" (ad esempio una delle Tofane con sotto Cortina d'Ampezzo e i gatti delle nevi che ti corrono in parte).

Ciao!

Mauro

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Mauro Narduzzi
Responsabile sezione Astronomia
www.skypoint.it


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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:51 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Premettendo che personalmente non spenderei mai 140€ per uno strumento di misura che è meno preciso dell'occhio poichè non può tner conto di alcune variabili (non per nulla usi il mio "acronimo" Scat. Quas. Mis.), io credo che la vera valenza di un SQM sia quella di monitoraggio del cielo e dell'inquinamento che peggiora (di solito) nel tempo.
Per un astrofilo visualista (ma qui di vera valenza non ne trovo, mi basto col mio occhio...) preferisco la versione a stretto campo, poichè è più veritiera localmente, ossia negli 80° di cielo in cui l'oggetto che sto osservando si trova, con buona pace di ciò che è più distante e che momentaneamente non interessa o quasi.

Ricordi sotto al Sempione quell'Ottobre come vedemmo la 891 e la California ? :wink:

Cieli sereni !

Alessandro Re

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Sono socio del GAR http://www.astrofilirozzano.it
2 Dobson ARIETE: 14" +16"exmdl f/4,5
Celestron C8 , Newton 8" SW e Vixen 120S-NA su Vixen Sphinx SXW ; Tecnosky Apo 65, Celestron C80ED/OmniXLT100ED e C5 su CG5-GT/Vixen Porta
Torrette Baader Maxbright + Denkmeier DualArm PxS NPack + 2Antares 19mm 70°, Televue Nagler zoom 3-6mm, 7mm T1, 13mm T2 e T6, Pan 24mm.
Binocolo Steiner Rallye 20x80 e 28x110 su pantografo G. Fiorini normale e Maxi


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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:52 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 0:42
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E allora se la differenza tra 21.5 e 21.6 è tanta a livello di quantità di stelle (perche il cielo è pou buio) comincia a essere esagerato spendere il dei soldini per avere qualcosa di "indcativo"!
C'è il metodo della misurazione della magnitudine limite delle stelle visibili a occhio nudo.
C'è la sensazione a fine nottata di aver avuto un ottimo cielo.
C'è chi prende in riferimento una stella in particolare e, in base a quanto facilmente la vede, valuta il cielo.
Ma allora è assolutamente inutile definire "un cielo di 21.6" perchè tanto ci sarà sempre l'indecisione dello scarto di imprecisione dello strumento!

(sono ovviamente d'accordo con te quando dici che la misurazione è quella in quell'area e stop. Ma...rimane il fatto che è una misura troppo indicativa)

@king: quella notte l'SQM dava 21.57. Non è mai più successo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 17:54 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
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L'SQM-LE è tarabile. Il problema è che la procedura per farlo, spiegata sul manuale, richiede l'uso di una lampada particolare. Ogni esemplare viene tarato dalla fabbrica prima della spedizione ed i valori della taratura stanno scritti in una specie di certificato allegato allo scatolotto. Esiste poi la possibilità di impostare un offset, ad esempio quello piazzato al mio osservatorio si trova all'interno di una custodia impermeabile la cui finestra ottica mangia ovviamente un po' di luce e quindi ho dovuto modificarne l'offset per tenerne conto (non l'avessi fatto il cielo di Leontica sarebbe apparso più buio di quanto sia in realtà).

Non so se i modelli con la lettura sul display siano tarabili, anche se penso di si in fabbrica. Però io ritengo che questo strumento debba essere utilizzato consapevoli che due esemplari possono dare misure leggermente diverse (e che lo stesso esemplare ha una tolleranza del 10% dichiarata dalla fabbrica). Quindi se lo stesso SQM misura in due situazioni diverse 21.40 e 21.50 saprò che nella seconda situazione il cielo era più buio, ma se due SQM misurano in due luoghi diversi 21.40 e 21.50 non è detto.

Quello che di solito capita è che l'offset sia diverso, mentre la misurazione è piuttosto affidabile. Ovvero se il mio strumento misura 20.50 e quello di un amico 20.60 nella stessa situazione saprò con una ragionevole sicurezza che laddove il suo misurerà 21.30 il mio avrebbe misurato 21.20.


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 Oggetto del messaggio: Re: Parliamo di misure SQM
MessaggioInviato: venerdì 21 settembre 2012, 18:42 
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Iscritto il: sabato 10 gennaio 2009, 20:23
Messaggi: 3327
Località: Jesolo
Tipo di Astrofilo: Visualista
chi ha voglia di fare da cavia? http://kuffner-sternwarte.at/hms/wiki/i ... Lightmeter 100€ + spedizione ;)

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