1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 10:47 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
è quello che faccio da sempre io :P http://andreaconsole.altervista.org/ind ... eria&pag=1
Da esperienza pratica confermo andare oltre un certo numero non serve perché il vantaggio marginale è via via più.
Aggiungo inoltre che, se non è ancora stato detto, le pose non devono essere "il più possibile lunghe" ma "lunghe il giusto" per il livello di profondità raggiungibile (che dipende dalla qualità del cielo) e poi con il numero di frame si migliora il S/N. Questo per dire che pose di 300sec con un 24" probabilmente sono anche troppo lunghe...

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 11:47 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2885
Località: LV426/Acheron
Infatti la prima tabella dice proprio che verso la decina di subframes è il punto più interessante. Attenzione che nella seconda tabella i 90 frames sono 9 volte dieci subframes. Quindi è la stessa situazione. I 20 secondi vengono fuori in parte perchè l'apertura maggiore raggiunge il luvello desiderato in 222 secondi invece che 2000 e per la restante parte perchè questi 222 secondi vengono divisi in 10 subframes.

Del resto, la qualità di un singolo frame di 15" è là. Si può solo specuolare sul fatto che non ne sono stati ancora combinati 100 di quelli insieme, ma non credo che ci siano poi grandi dibbi di che cosa succede combinando 100 frames: chi fa l'alta risoluzone lo fa regolarmente (anche con migliaia di frames).

x Danilo. il 760 mm F/4 è un 190 mm di apertura. Il 24" ha una focale di 1980 mm quindi 2.6 volte maggiore. In linea di principio, per avere la stessa scala, avresti necessità di un CCD con pixel 2.6 volte più grandi. Così ogni pixel coprirebbe lo stesso angolo di cielo, ma raccoglierebbe luce dieci volte più in fretta (ovvero ottieni lo stesso risultato in 18 secondi).
Poi ovviamente puoi cercare anche altre combinazioni, con pixel una via di mezzo, aumentando un po' la risoluzione a scapito di subframes un po' più frazionati. Ma ne hai comunque una enormità perché in assoluto quello che conta è quanti fotoni raccogli e questo dipende dalla superficie dello specchio (a parità di tempo totale).

Si tratta di ripensare l'intero sistema e realizzare che certe cose che si fanno in un certo modo sono fatte così per rispondere a un certo tipo di ottiche, cambiando le quali, tutto il resto va fatto diversamente.

x Andrea. Vedo che hai una M51 fatta combinando 128 frames da 45". Potresti pubblicare anche il singolo frame, così si capisce bene che cosa succede sommandone 128.


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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 12:57 
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Iscritto il: giovedì 28 febbraio 2008, 19:46
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Dopo 10 pagine di tabelle e speculazioni teoriche, ci sono o no, cioè qualcuno ha mai sommato qualche ora di posa con singole da 20 sec fatte con Dobson di grande diametro e la tecnica in oggetto? Altrimenti continuiamo a dare i numeri ...

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 13:44 
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Iscritto il: martedì 6 maggio 2008, 11:59
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Concord con Fabio, chi ha un dobson e una camera faccia delle prove. Senza la sperimentazione, questa discussione rimane solo un ammasso di parole...

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 14:01 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
aggiungo, per chi avesse modo ed interesse a sperimentare, che un eventuale confronto va fatto a parità di risoluzione, i.e. parità di focale equivalente, o comunque con una dimensione dei pixel (normale o in binning) tale che ogni pixel sottenda lo stesso angolo.

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 17:25 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
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xenomorfo ha scritto:
OK. Ritorno su questi punti con argomenti un po' più precisi.

gvnn64 ha scritto:
Il motivo, anzi i motivi (almeno due) sono presto detti: e si tratta sempre di una questione di S/N:
1) quando esegui un'immagine CCD, per registrare le sorgenti più deboli, devi superare una certa soglia critica, altrimenti i fotoni della sorgente debole si perdono nel rumore e non vengono registrati in maniera statisticamente significativa dal fotosensore. Perciò se io faccio una posa singola da 60 secondi, riesco a raggiungere un certo S/N sulle sorgenti deboli, mentre se faccio una posa più lunga, mettiamo di 10 minuti, miglioro il S/N della medesima sorgente debole in ragione di n^0.5, ovvero di un fattore 3,2 circa (trattandosi di un rumore causale). L'effetto pratico, è che per le sorgenti più deboli io potrei potenzialmente sommare n pose da 60 sec, ma non riuscire ancora a raggiungere la soglia minima di dettezzione sul fotosensore, quindi quella sorgente NON la vedo, stop.
2) il redout noise: questo rumore è una delle sorgenti principali di rumore nelle riprese CCD. Si registra ad ogni scarico dell'immagine, ed è un rumore casuale. Ragion per cui, fare 100 pose da 60 secondi NON è affatto equivalente a farne, per esempio, 1 da 100 minuti (nel primo caso il contributo del redout noise esce 100 volte, nel secondo caso una soltanto). Perciò, da questo punto di vista, il S/N di 100 pose da 1 minuto è significativamente inferiore rispetto a quello di una singola posa di 100 minuti.

OK, adesso tocca a te spiegare perchè 100 pose da 1 minuto sarebbero equivalenti ad una singola posa da 100 minuti. :)


ras-algehu ha scritto:
... te l'ho detto visto che ti piace tanto leggere fatti una cultura su siti dove ci sono riviste professiuonali e poi, quando saprai qualcosa, ne riparliamo.
Quando vuoi le cose le trovi, vatti a cercare Sub-exposure time and signal-to-noise considerations di John C. Smith.


Comincio intanto con far osservare a Ras che è alquanto ingeneroso e anche un po' offensivo. Non avrò mai fatto fotografie, ma ho esperienza in attività sperimentale di tipo professionale e un CCD altro non è che un sistema di misura (della luce). Quindi ho ben chiaro come funziona. Ho avuto a che fare con problemi di misura molto simili (e tanto per la cronaca recentemente abbiamo misurato lo spostamento di un pendolo con la precision di 0.1 A (un decimo di atomo)).

Io avevo fatto dei calcoli simili a quelli di Smith. Uso i miei simboli. Partiamo dal rapporto fra segnale e rumore:

Immagine

Questa è praticamente la stessa formula di Smith, dove Q è l'efficienza quantica del sensore, P il flusso di fotoni sul pixel (Eobj secondo Smith), B il flusso di fotoni del fondo cielo (Esky), t il tempo di esposizione, Dc la corrente di dark (Smith presume che sia trascurabile), R il rumore di lettura.
Giocando un po' con i numeri è possibile rappresentare graficamente il rapporto s/n. Prendiamo a puro titolo esemplificativo Q=0.5 (efficienza quantica), P = 5 fotoni al secondo, B = P (cioè cielo di intensità paragonabile all'oggetto), Dc = 0.3 elettroni al secondo, R = 13.5 elettroni.

Prima di fare il grafico dobbiamo calcolare il tempo massimo di esposizione. Immaginiamo di voler raggiungere il livello di 10 000 elettroni (a titolo di esempio). Il tempo necessario è T = 10000/(P+B)/Q = 2000 secondi. Il grafico che segue mostra il rapporto s/n calcolato per tempi di esposizione t che vanno da 0.01 T a T.
Immagine
In effetti, dato che il numeratore della formula precedente (che rappresenta il segnale) cresce linearmente con il tempo di esposizione, mentre il denominatore (che rappresenta il rumore totale) cresce secondo la radice quadrata del tempo, più tempo si usa e meglio è. Ovviamente fino al raggiungimento del tempo massimo T.


Perfetto? Tutto chiaro? Allora è vero che non è la stessa cosa dividere l'esposizione in parti? No. Per due motivi:
a) è vero che riducendo il tempo di esposizione il rapporto s/n peggiora, ma nello stesso tempo si possono raccogliere più immagini che possono essere combinate con tecniche abbastanza avanzate di stima e reiezione degli outlier. Questo punto è trattato da Smit e non lo approfondisco per ora.
b) un conto è ridurre il tempo sullo stesso telescopio altro è ridurre il tempo di esposizione in combinazione con un aumento di apertura. Questo è proprio il caso che ci interessa. Per esempio un 24" ha una apertura 3 volte maggiore di un 8 pollici. Questo significa che, a parità di scala immagine, i flussi P e B saranno 9 volte superiori per un telescopio di apertura tripla. Non solo, ma il tempo per !riempire" il CCD è ridotto di un fattore 9 a 222.2 secondi.
Immagine
Se allora facciamo il grafico dei due telescopi a confronto otteniamo un risultato diverso: il telescopio grande satura prima del piccolo (e quindi ha naturalmente bisogno di tempi più piccoli). Inoltre, l'importanza relativa della corrente di Dark diminuisce e abbiamo così un altro piccolo vantaggio.
Di fatto otteniamo lo stesso rapporto segnale rumore in un decimo del tempo. Possiamo anche osservare che per una esposizione di "soli" 20 secondi la grande apertura (in questo esempio) produce un s/n di circa 12 (contro 1.5 del piccolo). Ma di scatti da 20 secondi, in 2000 secondi, ce ne stanno 100, che combinandoli assieme innalzano il rapporto s/n di un fattore dieci a circa 120, cioè quasi il triplo della piccola apertura con esposizione singola di 2000 secondi.

PS N.B. so usando la stessa "teoria" che mi è stato consigliato di approfondire prima di parlare. Sarei alquanto sorpreso di scoprire che andava bene quando era utile per confutare le mie idee e ora invece non vada più bene perchè "la pratica è diversa". Allora non si doveva chiamarla in causa prima.


Infatti quello che è chiaro leggendo tutto l'articolo (e qui finisco davvero l'intrventi) e che proprio la somma di n immagini NON potrà mai sostituire la somma singola.
Se non credi, montatuire altazimutali a parte, guarda come mai gli astronomi non fanno esposizioini corte e ne sommono a migliaia, sarebbe più comodo e spenderebbero meno in montature molto costose e non sempre facili da gestire.
Poi ti puoi arrampicare su tutti gli specchi che vorrai :mrgreen:

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 17:26 
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Scusate doppione di quello precedente.

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 17:32 
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Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
Dopo 10 pagine di tabelle e speculazioni teoriche, ci sono o no, cioè qualcuno ha mai sommato qualche ora di posa con singole da 20 sec fatte con Dobson di grande diametro e la tecnica in oggetto? Altrimenti continuiamo a dare i numeri ...


Fabio basta che vieni in osservatorio io di somme ne faccio a tonnelate, sempre e da anni! E ti dico che la somma di n immagini da N secondi NON arriva mai alla magnitudine di quella singola (queste se si espone ben al di sotto del tempo massimo in cui a senso esporre in quelle condizioni di fondo cielo).
Se io sommo 100 immagini NON guadagnero mai 5 magnitudini (cioè la radice quandrata di 100) ma sarà un valore più basso, anche di molto. Quindi 100x1 secondo non avrà mai la stessa magnitudine limite di una da 100s (a parità sempre di un buon inseguimento, ovvio).
Se no io che arrivo alla 19.5 con 1.5minuti secondo te sommandone 100 arriverei alla 24.5?
Magari fosse cosi semplice! :lol: :lol:

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 17:34 
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scusa, ma chi l'ha detto? Non mi pare che Xenomorfo affermi questo, è una cosa nota e arcinota che non sia così...

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MessaggioInviato: domenica 5 agosto 2012, 23:55 
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ras-algehu ha scritto:
Infatti quello che è chiaro leggendo tutto l'articolo (e qui finisco davvero l'intrventi) e che proprio la somma di n immagini NON potrà mai sostituire la somma singola.


Infatti, a parità di apertura, dividendo in subframes si perde. In fondo all'articolo di Smith stesso vedrai però che con un numero contenuto di sub frames si perde molto poco nel caso di rumore gaussiano e si guadagna nel caso di rumore non gaussiano. Smith conclude con dei suggerimenti sul numero ottimale di subframes.

La questione però non è se usando lo stesso telescopio convenga o meno dividere l'esposizione. La questione è che cosa succede aumentando l'apertura.

Stiamo parlando di sommare centinaia di QUESTI frames http://www.cloudynights.com/ubbthreads/ ... P_15_3.jpg

Come mostrano le due tabelle qua viewtopic.php?f=5&t=73787&start=84 il confronto è fra un telescopio di 8" senza subframes e uno da 24" con 10 subframes (ripetuti nove volte).

In merito al fatto che il thread sia speculativo. Sì certo lo è: riguarda una nuova possibilità da esplorare. Ma attenzione: La parte difficile è quale sia la qualità dei singoli frames (cioè questa http://www.cloudynights.com/ubbthreads/ ... P_15_3.jpg ) e questa parte ha già avuto una risposta "sperimentale". Che cosa succede sommando centinaia di frames è abbastanza noto. Ho chiesto ad Andrea se gentilmente ci mostra il frame grezzo di M51 e l'effetto finale della somma di 128.

Quello che sto dicendo è che ci sono almeno tre opzioni:

a) usare una apertura di 8" con tempi di esposizione di 2000 secondi, montatura, inseguimento, ccd con celle di peltier e quant'altro.
b) usare una apertura di 24" (che già di suo ridurrebbe il tempo a 222 secondi), frazionando ulteriormente le esposizioni a 22 secondo, in modo che non serva guidare, e non serva Peltier.
c) usare una apertura di 24"n senza frazionare le esposizioni (come in a).

La terza opzione ovviamente sarebbe la migliore, ma qualcuno potrebbe dire che non è provato che si possa inseguire così a lungo con un dobson. Allora lasciamola perdere che tanto, comunque la seconda è di gran lunga migliore della prima. Accontentiamoci di un telescopio che riesce a fare scatti come questi http://www.cloudynights.com/ubbthreads/ ... P_15_3.jpg in 15 secondi e sommiamo questi (a centinaia). Non è che sia necessario passare da a a c. C'è anche b in mezzo ed è fattibile (mentre c implica un osservatorio).

ras-algehu ha scritto:
Fabio basta che vieni in osservatorio io di somme ne faccio a tonnelate, sempre e da anni! E ti dico che la somma di n immagini da N secondi NON arriva mai alla magnitudine di quella singola


Perchè non fai questa prova: 1) ti procuri un diaframma eccentrico e riduci l'apertura a un terzo. Calcola tu il tempo di esposizione fai una acquisizione singola. 2) A piena apertura fai 9 acquisizioni (raggiungi lo stesso livello in 1/9 del tempo di prima) ciascuna divisa in dieci subframes e metti tutto insieme. 3) A piena apertura fai 9 acquisizioni non divise in subframes. I casi 1, 2 e 3 sono gli stessi di a, b e c.


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