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Autore Messaggio
MessaggioInviato: lunedì 23 luglio 2012, 22:05 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Pensare alla fenomenologia, scusami se sono franco, vuol dire di non aver capito nulla di quello che la Scienza. Almeno di quello che è la scienza dopo Roger Bacon.

_________________
Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: martedì 24 luglio 2012, 8:11 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10632
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
dici a me?
leggo fenomenologi e mi viene in mente Husserl per ovvie ragioni, per ovvie ragioni mi dico "non c'entra una mazza" chiedo spiegazione e mi viene descritto un certo tipo di approccio pratico ... che mi sembra l'unico che possa avere a che fare non con la fenomenologia come scuola filosofica, ma con il termine fenomeno, per questo ho detto "era più o meno quello che immaginavo".

un approccio che nella mia ignoranza avrei senz'altro classificato come "teorico" trattandosi dell'interpretazione di dati in base a un modello - una specie di trait d' union fra teoria ed esperimento. non pensavo ci fosse una figura specifica e un termine per indicarla.

non pensavo certo ad un approccio Husserliano ( che di scientifico non ha nulla - anzi...direi che è quasi antiscientifico e ha dato origine a correnti di pensiero decisamente antiscientifiche - Heidegger tanto per citare un nome)

_________________
dovrete espellere anche me


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MessaggioInviato: mercoledì 25 luglio 2012, 0:34 
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Iscritto il: lunedì 10 ottobre 2011, 13:57
Messaggi: 267
fabio_bocci ha scritto:
Pensare alla fenomenologia, scusami se sono franco, vuol dire di non aver capito nulla di quello che la Scienza. Almeno di quello che è la scienza dopo Roger Bacon.

Non comprendo la tua posizione.

Va ovviamente premesso e sottolineato che il fermine "fenomenologia" in questo intervento nulla a che vedere (come evidenziato da yourockets) con il termine "fenomenologo" che ho usato in altri interventi e che era usato nel senso in cui è usato nella scienza contemponanea (e non senza stupore ho visto che il termine non era di dominio generale).

Pur non condividendo la posizione di Husserl che implicitamente critichi, io non condivido la tua posizione. Non puoi cioè dire "Pensare alla fenomenologia, scusami se sono franco, vuol dire di non aver capito nulla di quello che la Scienza". Si tratta intanto di un'affermazione assoluta, e le affermazioni assolute non hanno posto nella scienza (e questa non è un'affermazione assoluta).
Ripeto, io non condivido l'approccio di Husserl, anche se lo trovo stimolante e da tenere in considerazione, ma non ritengo accettabile una simile accusa.
Secondo me il difetto maggiore di Husserl è quello di voler dire agli scienziati che devono fermarsi ad un certo livello, oltre il quale è "mestiere da filosofo". Per me non c'è un livello a cui fermarsi. Certo, se si parla di nuclei galattici attivi si potrebbe dire che c'è un livello a cui fermarsi, ma se si parla di cosmologia no (va detto che la cosmologia come scienza non esisteva all'epoca di Husserl; sarebbe interessante vedere che posizioni assumerebbe oggi, se fosse tra noi).

Tuttavia, alcuni elementi esplicitati da Husserl vengono sempre assunti implicitamente dallo scienziato (non dimentichiamo che Husserl faceva due "mestieri"; uno era quello del filosofo, ma l'altro...), e si possono trovare laureati in fisica, e anche ricercatori di buon livello, che non vi hanno mai posto mente, fors'anche perché nessuno li ha fatti meditare su ciò. Ad esempio, il solo fatto di supporre che esista un cosiddetto "reale sensibile" e che la natura non sia "giocherellona" è assunto in ogni scienza naturale, ma va meditato.
Per intenderci, Husserl non è Galimberti (come ben mostra l'assillante parlare di Galimberti di tecnica anche quando intenderebbe parlare di scienza, a significare che, volutamente, le confonde).

In conclusione, io non ho le posizioni di Husserl, anzi, ma ne apprezzo il ragionamento. Certamente ha meditato sulla scienza e, che si condividano oppure no le sue posizioni, non si può prescindere da esse e non possono essere bollate come idee di uno che non ha capito niente di scienza.


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MessaggioInviato: mercoledì 25 luglio 2012, 8:47 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10632
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
l'altro mestiere era "matematico" - a beneficio di tutti :)
ho una conoscenza solo superficiale del suo lavoro filosofico - tornerò a rileggerlo ( per me è più accessibile di un testo di fisica...). per quel che ricordo il limite principale ( che in parte coincide con quanto evidenziato da GTLB) sta soprattutto nel distinguere fra una conoscenza di ordine superiore e una di ordine inferiore dove naturalmente quella superiore è quella "mentale/interne/filosofica" e quella ineriore/ingenua è quella "sensoriale/empirica/scientifica".
il che è parte ( mi pare) di una polemica vecchia come la filosofia e che probabilmente è destinata a non risolversi mai, pur trovando sempre nuovi argomenti.

"Tuttavia, alcuni elementi esplicitati da Husserl vengono sempre assunti implicitamente dallo scienziato (non dimentichiamo che Husserl faceva due "mestieri"; uno era quello del filosofo, ma l'altro...), e si possono trovare laureati in fisica, e anche ricercatori di buon livello, che non vi hanno mai posto mente, fors'anche perché nessuno li ha fatti meditare su ciò. Ad esempio, il solo fatto di supporre che esista un cosiddetto "reale sensibile" e che la natura non sia "giocherellona" è assunto in ogni scienza naturale, ma va meditato. "

sono d'accordo. anche se siamo ai confini della scienza, anzi direi che siamo in piena epistemologia...

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