Caius il fatto che una cosa sia inconcepibile sul piano della logica quotidiana non vuol dire che non sia possibile... capisco il tuo punto di vista, ma non è detto che la logica quotidiana sia necessariamente una buona guida ( del resto è la matematica a dirci che certe soluzioni delle equazioni di campo producono una singolarità - anche la matematica ha a che fare con la logica in un senso molto profondo e non necessariamente coincidente con quello quotidiano) - la logica è un prodotto della mente umana, chi ci assicura che il mondo esterno ci si conformi? se, per di più la logica di cui parli è la logica quotidiana della nostra esperienza sensoriale, come puoi pretendere che questa si possa applicare a tutto? e, attenzione a non confondere la capacità rappresentativa con la logica - sono due cose diverse ed è un errore piuttosto comune trarre l'implicazione " non posso rappresentarmi x quindi x è logicamente impossibile". hai un po' la stessa posizione di quei filosofi greci ( non tutti ed è, ovviamente, una semplificazione brutale) che pensavano di poter comprendere il mondo solo sulla base del ragionamento logico e verbale ( e che dopo Platone cercarono anche di dotarsi di strumenti logico linguistici in qualche misura oggettivabili) che è sicuramente un punto di partenza valido e sensato, ma non l'unico approccio possibile e auspicabile, ma che può diventare controproducente quando lo sin interpreta in maniera esclusiva o quando di fronte al conflitto fra evidenza fattuale e ragionamento astratto si sceglie il secondo a a sfavore della prima ( e vabbe' anche qui sto semplificando brutalmente, lo so, lo so).
pensa a questo: "a logica" ogni cosa ha una causa; risalendo la catena delle cause si arriva a un punto in cui c'è una causa senza causa oppure si accetta un regresso infinito ( cosa che terrorizza la psicologia occidentale, ma non crea molti problemi a quella orientale). è un vecchio problema che nella scienza moderna ha assunto la forma del big bang, mentre per la filosofia scolastica rappresentava una delle chiavi per dimostrare l'esistenza di Dio ( e, ripeto, il big bang nasce da un'ipotesi di un gesuita) ed è un tema che in parte dipende dall'impossibilità di immaginarsi una catena infinita ( immaginarsi, appunto - sul piano strettamente logico non c'è nessun problema). ora, la causa senza causa esce dalla catena delle cause, esce quindi dalla logica. non sono in grado di scendere nei dettagli tecnici, ma so che nel modello del big bang ci sono non pochi problemi da risolvere, ma anche ammettendo che le cose non stiano così, che il modello sia perfetto e verificato: "prima" non c'è nulla ( nulla di nulla) poi c'è tutto - a un livello di densità etc che manco ce lo possiamo immaginare...altro che buco nero - il tutto anche lì a partire da una singolarità, che per di più ( nel modello "classico") è "increata".
togliamo il big bang, per ipotesi, prendiamo un modello stazionario, quello di Hoyle, per esempio, che prevede una creazione continua dal nulla di materia a un ritmo blandissimo. anche qui è una creazione senza causa, fuori dalla logica quotidiana, come minimo.
e sono solo due esempi...solo per ricordare che la logica quotidiana è un'ottima guida, ma non è detto che possa andare ovunque.
come al solito mi scuso per la lungaggine, l'approssimazione, le stupidate etc...
_________________ dovrete espellere anche me
|