Cita:
nella "vita reale" cospirano anche diversi altri fattori con cui la risoluzione e l'indice di luminosità teorici di una determinata strumentazione devono fare i conti. Ad esempio (solo per citare i primi che mi vengono in mente): l'effettiva qualità ottica di lavorazione del telescopio, l'efficienza dei coating e dei vetri ottici, la stabilità dell'atmosfera sotto cui si usa la strumentazione, la bontà dell'inseguimento della montatura, la qualità della messa a fuoco e della collimazione, ecc
Certo, Giovanni, tuttavia penso qui si parlasse a parità di tutti questi fattori, altrimenti le variabili sarebbero state decisamente troppe.
Cita:
In definitiva, c'è sempre qualcosa da imparare dalle discussioni teoriche (sopratutto quelle di una ventina di pagine, veh), ma non perdiamo nemmeno di vista la realtà dei fatti con cui, alla fine, volenti o nolenti, ciascuno di noi si deve sempre scontrare nella vita reale.
Pienamente d'accordo, Giovanni, non per niente sono un fanatico assertore delle prove sperimentali, che comunque ci insegnano sempre qualcosa.
Cita:
Però non abbiamo valutato il rapporto segnale/disturbo, la cosa alla quale si riferiva Fulvio Mete.
Esatto, che è fondamentale: basta fare una semplice prova tra una immagine normale senza dark e la stessa cui è stato sottratto dark e fondo cielo (ovvero rumore termico e del fondo cielo, le due fonti principali di disturbo): la differenza è veramente notevole.Io mi trovo a combattere con tale realtà in continuazione per la elaborazione degli spettri grezzi.
Proprio stamane, tra l'altro, parlavo con un amico recentemente laureatosi in fisica, proprio del rumore delle immagini astronomiche, e mi ha fatto una casistica impressionante di tutti i vari tipi di rumore, quello strumentale compreso, che influiscono sull'immagine: roba da far tremare i polsi.