massimoboe ha scritto:
massimoboe ha scritto:
massimoboe ha scritto:
tamiro ha scritto:
Ma quello sembra proprio il mio..

Grazie per il link Donato.
Massimo, che tipo di modifiche faresti?
Ciao
Andrea
Allora Andrea, diciamo che non farei nessuna modifica visto che ne sono certo lo strumento funziona bene.
Dico cosa avrei fatto io in fase di progettazione:
sistema di ventilazione forzata: secondo me le ventole subiscono interferenze da parte del piatto supporta specchio. Da prove pratiche e da quanto ho sentito parrebbe che il risultato migliore si riscontra mantenendo la ventilazione il piu' possibile attorno al blocco ottico, questo te lo confermo per i tubi in carbonio. Con questo occultamento perdi potenza nel ricambio dell'aria calda. Aspirano o soffiano?
segue secondo punto
secondo punto: il tubo in carbonio
ho fatto due calcoli e cosi' - senza molti elementi in mano ovviamente - mi pare che sia stata usata troppa resina. Non so quale metodo di infusione tu abbia usato, ma questa è la questione fondamentale per il buon funzionamento di un tubo in carbonio. Ricordiamo che il coefficente di espansione termica della fibra è comunque molto influenzato dal coefficente di espansione termica della resina (MTE), si deve ricordare che la resina ha valori di espansione diversi strato per strato, nel caso di tubi lo strato interno ha un MET inferiore ad uno strato esterno.
Un fattore determinante sull'uso della resina: piu' se ne usa e peggiore è
la curva di raggiungimento della stabilità termica. Per usare poca resina entrano in gioco i metodi di infusione, e il curing termico che si decide di applicare, ovviamente ciò è vincolato dal tipo di prodotto che si è scelto di applicare. Detto in altro modo si puo' assumere che: un esatto controllo della quantità di resina sulle pelli di carbonio, l'esatta disposizione di dette pelli con l'angolazione delle fibre calcolata in modo adeguata, un curing termico adeguato che evita di sottoporre a stress termici il manufatto, hanno come conseguenza una perfetta stabilità geometrica e termica del manufatto. Non affronto il problema del tipo di tessuto e del titolo K che hai usato, perchè presumo che come privato hai preso quello che hai potuto trovare, come è ovvio.
segue terza parte
terza parte: ancora tubo ottico
se ho letto bene, mi pare di aver capito che per il finish esterno del tubo è stata usata una vernice di derivazione auto. Se è cosi' non credo sia la scelta migliore. Sul lungo potresti avere un cattivo stato di conservazione del tubo. Avrei usato un gel coat trattato UV, al limite colorato (anche se non ne vedo particolari motivi), che applicato in modo adeguato avrebbe dato un risultato migliore.
Passo alla parte interna del tubo: dalla foto vedo molti punti e disuniformità interne. Queste irregolarità esistono per molti motivi (ma non avendo lo strumento non lo posso sapere con precisione), primo motivo e piu' intuitivo è la qualità dello stampo (che metodo hai usato? controstampo in carbonio? gesso ceramico? tubo in plastica o alluminio?), evidentemente non molto curato, infatti se esteriormente (quindi la parte appoggiata allo stampo) è regolare, interiormente non lo è. Devo dedurre che se hai usato un metodo di infusione sotto vuoto non è stato applicato con le regole che i manuali RTM chiedono, oppure se hai applicato la resina a rullo....spero di no eh, altro discorso se hai potuto appoggiarti a strutture fornite di autoclave in questo caso il cane che ti ha fatto il lavoro dovrebbe rimborsarti. Un ulteriore motivo delle irregolarità interne che io vedo è il curing termico, non adeguato al tipo di resina che hai applicato, ciò ha comportato stress termici in alcuni punti e la non perfetta vetrificazione delle resine su tutta la struttura. Potrei fare molte congetture ma sarebbero aria fritta perchè non ci si può basare su delle foto per analizzare un prodotto.
segue quarta parte
quarta parte: supporto spider secondario : li ci avrei messo o un sottile anello in alluminio (meglio ergal) a cui ancorare lo spider o - al limite un rinforzo in carbonio (rowing da 30 mm) spesso 2 o 3 mm. I due mm del tubo (soprattutto non conoscendo la resina che ci hai messo dentro e quanta/come ce l'hai messa) sono pochini e in caso di uno strumento trasportabile potresti avere fenomeni di fessurazione anche importante, salvo il caso in cui hai provveduto ad inserire boccole (non in acciaio spero) dentro il tessuto in carbonio. Ricordiamoci che è un grosso strumento con un tubo importante, per un 200 mm lungo 40/50 cm non starei a fare tutte ste menate, con un valore aggiunto molto elevato dato da un'ottica di grande pregio. Queste particolarità che vado elencando sono dunque dei perfezionismi non maniacali ma di messa in opera, in modo corretto, di un set up ottico e meccanico di alto standard qualitativo.
Una cosa non mi è proprio piaciuta: la barra di alluminio che corre tra i due anelli. Capisco che psicologicamente da molta tranquillità e che meccanicamente è molto facile da realizzare. Ma come la metti con il suo coefficente di esp termica rispetto a quello del tubo? Secondo me potevi usare due tubi in carbonio (es. diam. 30 mm) che andavano a fissarsi sugli anelli in alluminio. Nel mezzo dei due tubi avrei posto una slitta in ergal (quindi piccola e molto resistente) montata su boccole in tecnopolimero per poter permettere il perfetto scorrimento di questa slitta entro i due tubi, in ogni istante avrei potuto variare il baricentro del tubo ecc ecc.
Sulla meccanica nulla da eccepire mi pare molto ben fatta .
Adesso puoi anche darmi del criticone
Ripeto: hai fatto un buon lavoro e credo che il tuo telescopio ti stia dando grandi soddisfazioni, le mie annotazioni spero servano a chi vuole seguire le tue orme migliorando alcuni aspetti non del tutto insignificanti.
ciao
massimo