Finalmente, grazie alla pausa natalizia, ieri notte sono riuscito a tirar fuori dalla cantina il GSO Dobson 10” e piazzarlo in giardino per raccogliere un po’ di fotoni.
Già in agosto mi ha dato delle belle soddisfazioni, ma poi complice la solita pigrizia post coena

era rimasto fermo a prendere polvere (non è vero, ho ancora il suo bello scatolone che lo protegge

).
I soliti due (2!) minuti per piazzarlo ed allineare il cercatore, e via dove nessun uomo (o almeno io) ha mai osato andare:
• Prima passeggiata intorno alla cintura di Orione, tanto per dare il tempo di adattarmi al buio e rodare il tutto. Con il 32 mm 70° che mi forniscono 39x 1°45’ di campo sembrava di affacciarsi da un’astronave, e con un po’ di fantasia si poteva imputare il fastidioso astigmatismo dell’oculare alla curvatura dell’oblo

. Bello spettacolo, con la compagna di Mintaka (δ Ori) ben visibile. M42 non è lontana ma ho deciso di lasciarla per ultimo, quindi sono passato all’enorme ammasso delle
• Iadi. Inutile dire che si sparpagliava ben oltre il campo visivo, ma già solo vedere il colore arancio brillante di Aldebaran valeva l’osservazione, per non parlare della θ Tau nella quale si distinguevano con facilità i colori bianco ed arancio delle due componenti. Già esaltato dalla bellezza raccolta dall’immenso universo, sono passato immediatamente alle
• Pleiadi. Che dire? Magnifiche! Giuste giuste dentro l’oculare, sono almeno un centinaio di stelle e stelline che si affollano formando disegni e prospettive indimenticabili. Niente a che vedere con la visione pur bella dell’80ino a cui sono abituato, qui siamo davvero dentro l’ammasso!

Con una pupilla d’uscita di 6.4 mm è più o meno come trovarsi a 10.5 anni luce di distanza ed osservare attraverso l’oblo dell’astronave, e qui la fantasia prende davvero il volo

. Dopo almeno mezz’ora di contemplazione, sono passato alla costellazione del Perseo partendo da
• Melotte 20. E’ l’ammasso che parte da Mirfak (α Per) e si estende verso Sud. Anch’esso ben oltre il campo di vista dell’oculare, si segue perfettamente il disegno a forma di S. Ma il vero obiettivo era il
• Doppio ammasso, e qui sono senza parole

! Vederli insieme come attraverso un gigantesco binocolo mi ha lasciato senza fiato! Sono centinaia le stelline che brulicano nel campo di vista, con l’NGC 869 (il più occidentale dei due, naturalmente) più concentrato dell’altro e dominato da due stelle più luminose, mentre NGC 884 è più disperso ma più ricco, e si riusciva a distinguere chiaramente una gigante rossa nella zona meridionale. Per osservare meglio ho montato l’oculare da 18 mm TS N-ED, e con la scomparsa dell’astigmatismo la facilità di messa a fuoco è migliorata

. Con 69x ho perso la visione d’insieme del doppio ammasso, ma le stelline visibili mi sono sembrate ancora di più, e sempre in NGC 884 si riconoscevano altre due giganti rosse nella regione orientale. Visione indimenticabile, ancora migliore di M45, ed ho detto tutto
• A questo punto era già l’una di notte ed M42 aveva superato il passaggio in meridiano, non c’era più tempo da perdere. Rimesso il 32 mm ho accostato l’occhio pregustando la visione, e non sono rimasto deluso. Un enorme, evidente pipistrello in volo

nell’oscurità della notte mi aspettava nell’oculare… Ma la visione con il 18 mm mi ha lasciato ancora più meravigliato! Diafana, con la regione centrale quasi abbagliante ed un effetto tridimensionale come fosse il fondale di un palcoscenico, al centro del quale spiccava il Trapezio (θ Ori). L’osservazione è migliorata ancora di più con l’aggiunta del filtro deep sky CLS Astronomik: la nebulosa diventava ancora più evidente, con la regione centrale screziata come se una tempesta avesse sconvolto le quinte del palcoscenico sul quale regnava adesso uno strano Trapezio verde brillante

, ed anche la più debole M43 diventava facile in visione distolta. Un rapido passaggio con il 12 mm sempre TS N-ED non aggiungeva nulla di più, perciò sono tornato al 18 mm e sono rimasto in contemplazione per almeno un’ora intera…
Troppa bellezza in una sola notte ed alla fine mi sono convinto a rimettere tutto in cantina ed andare a letto, con negli occhi ancora la visione di alcuni dei luoghi più belli dell’universo. Ed ancora adesso, mentre scrivo, se chiudo gli occhi li vedo ancora dietro le palpebre, e ho sentito forte il desiderio di condividere le emozioni di questa notte

.
Alla fine, al di là di tutte le questioni tecniche, pupilla d’uscita, magnitudine limite, tempi di esposizione, risposta quantica dei sensori… siamo tutti appassionati che perdono il sonno alla ricerca di queste emozioni, e come dice Samwise Gamgee, ne “Il signore degli anelli” di J.R.R.Tolkien:
“C’è luce e bellezza lassù, e nessun male potrà mai offuscarla.”
Cieli bui e sereni a tutti gli amanti dell’universo!
