Non ho detto che un apo e un acro in visuale sono uguali.
Sarei stupido ad affermarlo e non mi ritengo tale (magari qualcun altro può pensare che lo sia

)
In visuale un apo a corta focale e un corrispondente acro con doppietto di Fraunhofer (focale lunga almeno f/12) forniscono a pari ingrandimenti e a pari qualità di oculari (non dimentichiamoceli!!) immagini che solo un occhio esperto riesce a riconoscere.
Ma sono due strumenti beni diversi anche come pesi e dimensioni.
Il nostro occhio ha una caratteristica che gli consente di adattarsi molto velocemente al cambiamento delle situazioni per cui una leggera curvatura di campo dovuta allo strumento e/o all'oculare non creerà molti problemi in visuale così come un leggero disassamento del focheggiatore.
Un sensore non si adatta. Se ci sono problemi li restituisce tali e quali.
Per questo qualsiasi strumento che vogliamo dedicare alla fotografia richiede dei parametri molto più stringenti di uno votato solo al visuale.
Chiarito (spero) questo punto e dovendo solo ragionare per uno strumento visuale, dobbiamo considerare anche che nel budget ci devono essere compresi gli oculari?
Il vantaggio di un buon strumento a rifrazione è l'incisività e la piacevolezza dell'immagine che non può né deve essere però deteriorata da oculari scarsi.
Ammettendo di avere perciò buoni oculari che ci garantiscono la massima resa dello strumento restano solo le differenze della cella ottica.
Dire se è meglio un doppietto con FPL53 o con FPL51 o meglio un tripletto "a prescindere" dall'osservazione o da test è impossibile in quanto la scelta dello schema (doppietto/tripletto) dipende da un progetto di base e può risultare più performante un doppietto ben progettato piuttosto di un tripletto fatto alla buona.
Ma in linea di massima, se non andiamo su particolari strumenti (costosi) la produzione è più o meno allineata e alla fine della scrematura resteranno solo i soliti noti che sono stati già nominati.