Eccomi finalmente con un pochino di tempo. Mi scuso con Angelo che forse gli sto inquinando il thread, ma è comunque utile capire come basti il cambio del secondario (entro certi limiti ovviamente) per avere più o meno illuminazione al piano focale e più o meno ostruzione a parità di tutte le altre condizioni.
Prendiamo il caso del CT16 oggetto della discussione.
Ho i seguenti dati in mio possesso... e alcune congetture da verificare, lo ammetto. Ma supponiamo che sia così, poi eventualmente aggiustiamo i calcoli. Il succo del discorso non cambia.
Diametro: 400 mm
Lunghezza focale: 1600 mm
Asse minore specchio secondario: 90 mm
Diametro esterno tubo ottico: 450 mm, dunque raggio 225 mm
Il fuocheggiatore ha un profilo di circa 60 mm. Non so in verità il profilo esatto, ma mi apre di ricordare che siamo su quest'ordine di grandezza. Se qualcuno conosce il profilo esatto posso aggiornare i calcoli.
Tutti gli Orion Optics CT vengono dotati di prolunga di 40 mm per poter raggiungere il fuoco.
La distanza tra asse ottico e piano focale è dunque: 225 + 60 + 40 = 325 mm. Assumiamo anche 5 mm (spesso vengono messi un po' più di 5 mm) per non avere il fuoco proprio in battuta. 330 mm dunque.
ATMOS non consente l'inserimento diretto dell'asse minore del secondario, ma lo derivo per tentativi inserendo di volta in volta un CPL diverso fino a che non trovo una misura concorde.
Ecco il risultato:
Allegato:
Commento file: CT16 con 10 mm di CPL e 330 mm di distanza tra piano focale e asse ottico
CT16-10CPL-330BF.png [ 24.1 KiB | Osservato 2011 volte ]
Come vedete ottengo un CPL di circa 10 mm.
Ora supponiamo di voler ridurre la dimensione del secondario. Per i nostri scopi potrebbe essere sufficiente un CPL di 2 mm che corrisponde ad un secondario di circa 84 mm. Si passa dal 22,5% di ostruzione al 21% di ostruzione. Un guadagno praticamente irrisorio!
Allegato:
Commento file: CT16 con 2 mm di CPL e 330 mm di distanza tra piano focale e asse ottico
CT16-2CPL-330BF.png [ 24.12 KiB | Osservato 2011 volte ]
Ora invece scegliamo la strada opposta, ossia aumentiamo il campo di piena luce, ad esempio perché devo poter usare sensori a largo formato (diciamo un APS):
Allegato:
Commento file: CT16 con 30 mm di CPL e 330 mm di distanza tra piano focale e asse ottico
CT16-30CPL-330BF.png [ 24.15 KiB | Osservato 2011 volte ]
Il diametro necessario del secondario è passato a 106 mm circa e l'ostruzione al 26,5%, un valore tutto sommato accettabile.
In tutte queste simulazione la distanza primario / secondario rimane fissata (la lunghezza focale è costante) e ciò che cambia è solo il specchio secondario. Non c'è nessuno spostamento del primario!Supponiamo ora di voler ottimizzare il nostro CT16, ad esempio spostando verso l'interno il fuoco e allungando di conseguenza la distanza primario / secondario. Abbassiamo anche il CPL desiderato per abbassare al massimo l'ostruzione.
Supponiamo dunque:
- il fuocheggiatore rimane invariato, ma non servirà più la prolunga di 40 mm per poter raggiungere il fuoco. Lasciamo sempre i 5 mm di margine. La distanza tra asse ottico e piano focale diventa ora: 225 + 60 + 5 = 290 mm.
- chiediamo un CPL minimo di 2 mm, forse nemmeno sufficienti per Giove. In realtà per un'ottimizzazione più aderente alla realtà bisognerebbe sapere la diagonale del sensore utilizzato.
Ecco il risultato:
Allegato:
Commento file: CT16 con 2 mm di CPL e 290 mm di distanza tra piano focale e asse ottico
CT16-2CPL-290BF.png [ 24.14 KiB | Osservato 2011 volte ]
Il diametro del secondario è calato a 74 mm circa per un'ostruzione pari a soli 18,5%! Un decremento che in realtà non è poi così entusiasmante se partiamo dal 22,5% di partenza.
La traslazione del primario verso o dal secondario comporta dunque solamente una minore o maggiore estrazione del fuoco e la variazione del corrispondente campo di piena luce!Puff, pant... spero di aver reso l'idea!
Ciao.
Mauro