Cari amici, come promesso voglio rendervi partecipe dei miei esperimenti e pertanto vi presento la mia tavoletta equatoriale “motorizzata”!
Rispetto ai progetti che si trovano in rete, ho voluto metterci del mio e, anche se l’estetica lascia un pò a desiderare, per mancanza di tempo, i risultati tecnico-pratici mi sembrano più che soddisfacenti.
Andando a rovistare fra vecchie meccaniche di vcr e di stampanti, ho reperito facilmente le ruote dentate, il motorino e la gear worm (l’ingranaggio ad elica).
La fortuna aiuta gli audaci...così ho trovato una ruota dentata col foro della sezione perfetta, entro la quale far scorrere la vite. Mi si è accesa la lampadina

ed ho subito incollato il dado alla ruota dentata, in modo da creare il componente principale deputato a spingere in alto la parte mobile della tavoletta, ancorata alla base tramite la cerniera.
Sapendo che per contrastare il moto apparente, occorre che la ruota compia un giro completo al minuto, ho utilizzato in primo luogo una gear worm che riduce notevolmente il numero di giri del motorino. Ma siccome tale riduzione era ancora insufficiente, ho adoperato altre 2 ruote (una applicata direttamente al motorino) che costituiscono la demoltiplica utile a diminuire ulteriormente i giri motore dividendoli per 4.
Sotto la base si può notare il particolare della “elle” metallica che impedisce alla vite dotata di braccetto, di ruotare su se stessa. La stessa “elle” è mobile (tenuta in tensione da una molla) in modo da poterla spostare con un dito per permettere di svitare rapidamente la vite, quando essa ha esaurito la sua corsa, riportando la tavoletta tutta giù nella posizione di partenza.
A questo punto, applicata la cinghia, verifico cronometro alla mano, la tensione giusta di alimentazione del motorino, affinchè la ruota completi un giro esattamente ogni 60 secondi.
La fortuna mi assiste ancora: con 4,5V ottengo un giro completo, quindi prelevo il portapile di una torcia a led cinese e con 3 ministilo, una volta creati i contatti per il portapile, il gioco è fatto. Completa il lavoro un interruttore volante per l’accensione del motorino, in modo da non muovere il tutto una volta puntata la polare ed una morsa con testa a sfera che mi consenta di puntare il tubetto in “quasi” tutte le posizioni.
Tutti i supporti per gli ingranaggi sono realizzati con alluminio, modellabile a piacimento, ricavato perlopiù da vecchie antenne vhf.
Un’ingrassatina…et voilà…ah dimenticavo, per il test non posseggo ancora una reflex e nemmeno una webcam modificata

, ma intanto con la compattina e soli 4 sec di esposizione a disposizione, si può già notare come l’effetto scia sia scomparso… a livello didattico mi sembra già un discreto successo!
Ovviamente l’accrocco/supporto che vedete sul telescopio è un’altra diabolica intuizione che ha partorito la mia mente contorta. Ciò mi consente, tramite un tubetto in pvc ed un pezzo di coperchio di un amplificatore d’antenna, di accoppiare la compatta all’oculare semplicemente inserendo a pressione il supporto, dopo aver ripiegato in basso il gommino dove poggia l’occhio (lo si può anche togliere e rimontare al contrario…)
Spero che il tutto sia di gradimento e solletichi la curiosità degli appassionati smanettoni come me
Saluti, Corrado