Urus ha scritto:
A parte che non sono ancora riuscito a capirne la ragione, il documento a cui mi sono riferito prende in considerazione quest’ultimo dato.
Quindi
F / Focale strumento = 4676 / 750 = ca. 6x con una Barlow, o meglio Powermate.
Daniele è persona competente ed esperta, perciò fai bene a tenerlo come riferimento. Ammirevole lo sforzo che stai facendo e i passi in avanti, anche in direzione di capire le ragioni che stanno dietro certi dati.
Con quel che scrivi, non ti si può più considerare un neofita: hai fatto un bel salto e sarebbe meglio che tu postassi certi argomenti nella sezione Alta Risoluzione del forum.
Se riesci ad attaccare un tubetto alla celestron, che ti permetta di distanziarla a piacere, ottieni un'ampia gamma di ingrandimenti, da regolare in funzione del fatto di poter ottenere a monitor un'immagine col massimo dettaglio possibile, senza arrivare al suo degrado (per la grana, la scarsa luminosità o lo scarso contrasto). Ciò è in funzione del seeing, della trasparenza, della luminosità del pianeta e della qualità del sensore.
Quei calcoli sono orientativi e ti portano all'acquisto giusto: tieni però conto che potresti variare da < 6x a > 6 x, a seconda della nottata (e del pianeta...Saturno è ostico).
Riguardo alle ragioni, ho un paio di minuti...vediamo se ti posso essere utile...staccando il discorso dai calcoli e dando più attenzione all'aspetto "qualitativo" del problema.
Ho dato un'occhiata a un paio di quelle pagine: si usa dire, come in altri autorevoli testi, che con l'imaging si possa andare oltre la risoluzione teorica del telescopio. Ciò appare contradditorio, dato che, se si definisce "teoria" un modello esatto, intersoggettivo e riproducibile della realtà, ogni incongruenza implica o che la teoria sia inesatta (e quindi non più tale, ma solo opinione ecc.) o che il dato della realtà sia stato misurato o descritto in modo impreciso.
Di fatto la cosiddetta "risoluzione teorica" cui spesso si fa riferimento, è in pratica una descrizione o una funzione della dimensione del disco di Airy.
Uno specchio (o gruppo di lenti) circolare ideale ipotetico dovrebbe concentrare la luce proveniente da un dettaglio puntiforme in un punto senza estensione (solo con un'ubicazione).
Ma tale specchio perfetto ha un bordo: questo diffrange la luce.
Uno specchio piccolissimo avrebbe una superficie di raccolta luce ridottissima, mentre il bordo sarebbe relativamente grande..."più bordo che superficie"= più diffrazione che dettaglio.
Dunque, al crescere del diametro, si riduce l'effetto della diffrazione in rapporto alla riflessione: il disco di Airy, che è quindi il minimo circoletto ottenibile dall'ottica, si riduce.
Il potere di separazione del tele non è necessariamente coincidente col disco di Airy: prova a combinare più cerchi e scopri quando noti separazione in rapporto alla loro sovrapposizione o meno.
In pratica, e in matematica, la risoluzione teorica effettiva del tele è migliore di quella "risoluzione teorica" di cui si parla, relativa al disco di Airy.
Riguardo al campionamento- devo tornare al lavoro ora-...la ragione sta nella risposta a: come un gruppo di dischi di Airy interagisce con un gruppo di pixel a seconda di quali va a toccare, in modo da restituire separazione? Fatti qualche disegno...intorno a 3 pixel, qualcosa di più o qualcosa di meno, per ogni punto risolvibile (secondo la risoluzione "teorica").
Leggi qua intanto:
viewtopic.php?f=16&t=58548Ciaooo
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