Addendum del 3/3/2009
Ho avuto modo di utilizzare lo strumento altre sere, nel frattempo, e di sottoporlo a test prolungati di carattere tipicamente osservativo. Tralasciando la validità della meccanica (sia per quanto riguarda il tubo ottico che la montatura, entrambi realizzati in modo superbo) vorrei soffermarmi sulle qualità dell’ottica. Nell’osservazione dei sistemi multipli, questo Pentax è riuscito a non fare rimpiangere strumenti di apertura maggiore e fornire immagini di assoluto rilievo, sia in termini di qualità cromatico/geometrica che di risoluzione vera e propria. E’ stato capace, in notti con seeing normale e valore di Pickering prossimo a 7 (valori statisticamente facili da riscontrare dal mio sito di osservazione in Milano) di sdoppiare sistemi binari enormemente sbilanciati (ad esempio la Lambda Gemini le cui componenti sono di mag. 3,6 e 10,7 con una separazione prossima a 9,7”, o la Delta Gemini – Wasat – con componenti di 3,7 e 8,2 mag. Distanti 5,2”) ma anche prossimi al potere risolutivo teorico massimo (la Eta Orionis con valori di mag. 3,4 e 4,8 e separazione di 1,7”, o addirittura la 52 Orionis – 6,1 e 6,2 mag. e 1,2” – allungata…) Un comportamento che non si può definire in altro modo che eccellente. Parimenti bene, lo strumento si è comportato nella visione di Venere e Saturno. Probabilmente, una delle immagini più belle di Venere che abbia mai avuto modo di apprezzare, mi è stata offerta proprio da questo strumento. Sia in luce bianca che con l’ausilio di filtri colorati violetti, azzurri, gialli e verdi, ho avuto immagini nette e immobili, con lievissimo accenno di aberrazione cromatica (dovuta perlopiù all’agitazione atmosferica), e ricche di dettagli: indentatura delle cuspidi, rigonfiamento del terminatore nella sua parte centrale, ombreggiatura a gradiente del bordo esterno. Immagini impagabili che hanno lasciato a bocca aperta anche la inesperta Federica. Saturno, visto con gli anelli di taglio, ha mostrato svariate bande sul disco, un accenno di ombra laminare sotto agli anelli proiettata sulle nubi del pianeta, le due calotte polari. Attendo il verdetto di osservazioni che abbiano come oggetto il profondo cielo, compatibilmente con la modesta apertura dello strumento, per completare l’analisi delle sue potenzialità.
Paolo
|