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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: giovedì 18 agosto 2011, 20:02 
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Iscritto il: martedì 8 giugno 2010, 13:06
Messaggi: 1048
Località: Dorgali (Nu)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Migliore per chi? Preciso subito: per me :wink:
Alcune settimane fa ho prenotato il mio nuovo telescopio, sulla scia di un paio di anni di esperienze e di considerazioni.
Sperando di fornire informazioni utili o interessanti, specie per chi si è posto le mie stesse domande o è alle prime armi, ho deciso di scrivere qualcosa a riguardo. Ho già dato la mia parola al costruttore e quindi non torno indietro, ma rimango ugualmente interessato anche a punti di vista diversi dal mio.

PREMESSA
Quando si insegue una passione, non è raro che essa sia accompagnata da un candido velo, molto romantico ma capace di nascondere la strada, facendo cadere rovinosamente i bei sogni. Così il nuovo telescopio, che dovrebbe far distinguere gli alieni grigi da quelli verdi, il colore degli angeli e altre amenità, può mostrare all’incauto un Giove nebbioso e sdoppiato; e di quelle coloratissime galassie, stampate nella confezione, manco l’ombra!

Non occorre necessariamente stabilire tutto a colpi di numeri e di libri, ma sarebbe da sciocchi fare l’opposto, ossia fuggire da ogni rappresentazione teorica di un problema.

È anche importante mantenere il contatto con quella realtà di cui la teoria è descrizione e previsione, ma non prescrizione!

Con tutte le parentele che potremmo trovare tra idee e realtà, le prime non sempre descrivono i fatti accuratamente, specie se confuse o figlie di tifoserie varie.
E neppure le teorie (intese come modelli veri della realtà) invecchiano sempre come tali: qualche umano pensiero è nato principe ed è morto rospo, al di là delle favole.

Penso anche che nessuno possegga una conoscenza scientifica in quanto ripete qualcosa a pappagallo, ma solo perchè la riconosce concettualmente come vera o funzionale nella realtà. Apprezzo chi espone ragionamenti o esperienze: la loro scientificità non dipende dall’aggiungervi il cartello: “Dichiarazioni Scientifiche”.

Ci sono poi cose non scientificamente dimostrate, eppur verissime, come ciò che ho fatto col gomito poco fa o l’emozione che ho provato ieri verso le 19:40:
la prima non ha alcun valore, alla seconda non avrei rinunciato in cambio di 5000 euro. C’è dunque una componente interiore, non irrazionale, ma comunque al di fuori della logica, che ci accompagna nella vita e ha grande importanza; tale fattore può essere presente quando usiamo i nostri strumenti e anche quando li scegliamo.

Esistono però anche irrazionalità vere e proprie, ovviamente.

E a volte ci sbagliamo pur conoscendo le giuste informazioni.
Ora, il punto è che, facendo piazza pulita da opinioni vaghe, illusioni o conoscenze presunte, possono rimanere non poche lacune per una scelta ponderata e razionale,
ma almeno si può tentare di stabilire che cosa si sa e che cosa non si sa: per quel che non si sa e che si suppone conosciuto da altri, occorrerebbe stabilire di chi fidarsi; meglio ancora approfondire di persona.

Per l’acquisto di un’auto, ricca di componenti elettromeccanici prodotti in serie e in gran numero, vi è assistenza diffusa e capillare, informazioni, garanzie precise ecc. , generalmente in misura superiore rispetto a prodotti di nicchia come i telescopi per hires, alcuni dei quali, con un paio di vetri e una meccanica limitata nelle componenti, costano quanto e più di un’automobile.

Siamo, noi astrofili, in un settore impegnativo e talvolta rischioso finanziariamente.
Ci si affida alla competenza dei costruttori e dei commercianti e alla loro onestà;
ma quando si sente parlare di specchi rifigurati, di lamierini che flettono a vista al peso del fuocheggiatore con oculare, di lavorazioni ottiche dichiarate L/10 che danno immagini mediocri, la fiducia si incrina.

Come orientarsi allora, in una selva di dati ed esperienze, a volte incoraggianti, a volte contraddittorie?

Potremmo iniziare col definire il telescopio come uno strumento ottico, non come un idolo né come strumento d’altro genere, anche se non mi sento di biasimare chi se lo cerca bello, grosso e colorato per mostrarlo a tutti liberamente, in questa società europea che non permette di mostrare altro indiscriminatamente :mrgreen:

Battute a parte, si sceglie uno strumento in vista di uno scopo.
E tale scopo ha un ordine di priorità in mezzo ad altri interessi.

SCOPO DEL TELE
Il mio scopo principale è di vedere molti dettagli planetari.
Dopo lunghe sedute di riprese, spesso desidero fortemente togliere l’occhio elettronico e metterci il mio. Le mie immagini migliori non sono quelle che ho pubblicato, ma quelle che ho visto (meno dettagliate delle foto ma più emozionanti).

In sintesi voglio:
-A 60% Molti dettagli planetari in visuale.
-B 20% Fare riprese planetarie.
-C 20% Osservazioni deep.

DETTAGLI e CONTRASTO
Tutti vogliamo i dettagli, ma da casa mia sono difficili e in parte impossibili:
per i pianeti a causa di problematiche termiche ,
per il deep a causa delle luci del paese.

Quindi un primo punto fermo è che il tele dev’essere trasportabile nella mia macchina.

Un dettaglio è un elemento visto come separato da qualcos’altro (sfondo o altro elemento). Perché ci sia separazione occorrono differenze. Queste differenze sono di colore o di intensità luminosa. Un tele dovrebbe mantenere al più alto livello possibile l’entità di tali differenze. Il grado di differenza tra due elementi confinanti si chiama contrasto.
Ciò che un tele dovrebbe avere è quindi un buon contrasto:
lo si ottiene in funzione del diametro, della lavorazione ottica, dell’assialità degli elementi ottici garantita dalla meccanica, dell’adattamento termico ( inversamente proporzionale alle masse vetrose e dipendente dalla esposizione di queste alla possibilità di un rapido scambio di calore, dal loro spessore, ventole…)

Un tele apocromatico, di nome e di fatto, mantiene le differenze di colore e non ha ostruzioni né elementi di sostegno che causino diffrazione.
A parità di diametro e di lavorazione ottica è nettamente superiore a un riflettore.

A parità di spesa, si possono trovare riflettori e catadiottrici con diametri, e quindi dettagli, nettamente superiori.

ESPERIENZE e CONSIDERAZIONI
Confrontai il mio IM 715 (180mm) con uno SW Equinox 120 ED (120mm):
trovai migliore il catadiottrico anche in visuale.

Un apo da 150 mm sarebbe però irraggiungibile dal mio Intes, ma la trasportabilità peggiorerebbe e sarebbe necessario ben altro che una HEQ5.
I costi poi lieviterebbero in maniera per me inaccettabile.

A proposito della montatura citata, con vento neanche forte, i miei filmati di Giove a 6200mm danzano da paura! Se sfioro il cavo Gig E (o anche quello usb) idem!
Eppure le avevo dato una sistemata: tolto un gioco eccessivo di una vite senza fine, sistemati un paio di ingranaggi a una distanza più logica rispetto al frettoloso assemblaggio di fabbrica… Passiamo alla culatta dell’Intes Micro: vabbè che il Crayford cinese è pesantuccio, che ci aggiungo la Powermate, la ruota portafiltri e la camera e… se sfortunatamente Giove non si trova allo Zenit, mollando l’apparato di ripresa inserito, ecco che il pianeta sparisce alla vista. Ok, lo ritrovo… e se no sfuoco, alzo il gain e ne individuo la posizione ma…l’assialità ottica è ottimale? Non esattamente.
Almeno il menisco stava al suo posto?…Ehm neppure, l’ho aggiustato io.
Ma il primario sarà una favola?…Forse, soprattutto dopo che ho risistemato un anello di fissaggio e ho capito come si collima (non una passeggiata e il rivenditore non seppe dare indicazioni precise). Tutto questo è normale? Purtroppo pare di sì…
Se non altro da acquirente, principiante ma non sciocco, pensavo che lo sconto sul tele implicasse qualche problema, anche se non mi sento di accusare il gentilissimo rivenditore. Vale ciò che ho pagato e mi piace: immagini visuali gradevoli ai miei occhi e foto apprezzatissime da appassionati ben più esperti; l’ottica deve pur valere qualcosa. Ma il vero problema è l’acclimatamento: la ventolina d’inverno impiega diverse ore a fare il suo lavoro e in questi giorni estivi, dato che salgo di quota, almeno un’oretta ci vuole lo stesso.
Ricordo dei compagni d’osservazione, non appassionatissimi, che vedendo un Marte carino ma niente di più, mi dissero che usare un tele per un’immagine così piccola richiede grande passione. Il freddo era pungente e dovettero andare via. Rimasi solo fino a notte fonda: Marte dopo un paio d’ore sembrava visto attraverso un altro strumento! Fantastico, dettagliato! Per dire quanto conta l’acclimatamento!

Qualcuno potrebbe dire che sto sputando sul piatto dove ho mangiato. No, semmai sul piatto che ho pagato. Se si vogliono fare scelte serie bisogna essere disposti a valutare anche i limiti di scelte vecchie. E adesso chi se lo compra il mio tele?! Vabbè dai, non è questo il punto. Bisogna però dire le cose come stanno: con pochi soldi non si ottiene un tele spettacolare. Sarebbe auspicabile che anche al neofita si chiarisca cosa ha davanti e cosa può ottenere: al di là del luccicchio delle mie immagini, c’è dietro un gran lavoro, che nel mondo dell’astrofilia può sembrare la norma, ma che tanto normale forse non è.
L’informazione è fondamentale.

Ho avuto la tentazione di salire di diametro con un C11, ma vedendo che alcuni dovettero rifigurare il secondario e che altri ebbero problemi con la stessa casa, ho temuto di infilarmi in situazioni ben peggiori della mia. Il C14 mi pare costosetto, ma gode di migliore reputazione e di alcuni risultati notevoli nell’imaging.
L’ostruzione, il peso, i problemi termici, la necessità di una montatura forse superiore alla EQ6, l’esigenza di trasportabilità, il dubbio su quanto sia sfruttabile rispetto a tele più piccoli in condizioni di seeing non ottimali, le informazioni sulla meccanica non sufficienti, il costo, il timore di non ottenere un esemplare al livello di quello di Peach, mi hanno fatto abbandonare l’idea.


Su un’equatoriale io ci metterei un Cassegrain e cercando cercando ho scoperto i prodotti Northek: una realtà più unica che rara, a giudicare dai prodotti descritti, con tolleranze costruttive molto stringenti e, per quanto posso valutare, ben progettati.
Siamo a livelli di eccellenza, che giustamente si paga.
Tra il C14 e un 250 mm Northek andrei dritto su quest’ultimo, non con l’idea di avere maggior risoluzione, ma con ben superiori garanzie di qualità meccanica e ottica, in un prodotto più sfruttabile sul piano termico e forse anche quando il seeing non è molto buono.
Certo la solidità e la precisione meccanica hanno un peso e richiedono una montatura decente, i costi salgono e superano le mie attuali intenzioni di spesa. Almeno per ora questa possibilità rimane in un cantuccio…

L’OSTRUZIONE
Pare che, sottraendola al diametro dello strumento, fornisca un’idea della resa equivalente di un riflettore (o catadiottrico) rispetto a un rifrattore:
perciò il tele di 250mm, ostruito per 50mm, equivarrebbe a un ipotetico rifrattore da 200. Forse vale anche qualcosa in meno, ma sarebbe assai più facilmente trasportabile. Si ammette quindi che l’ostruzione nuoce.
Una volta però ho trovato un’immagine test realizzata da un appassionato, che affermava che maggiore è l’ostruzione e migliore è il dettaglio minuto, ma il mio inglese è scarso, quindi forse ho capito male, perché quanto realizzato con il 60 % di ostruzione era sì più sottile, ma alquanto illeggibile rispetto a quanto ripreso con un’ostruzione minore (si trattava di una scritta). Mi pare però che nemmeno la Takahashi abbia capito questa faccenda, dato che non piazza un cerchietto opaco al centro della lente frontale dei suoi apo per migliorarne le prestazioni.
Preferisco un’ostruzione ridotta. Schema ottico a bassa ostruzione, economico ma di qualità? Newton.
In una classica montatura equatoriale ? No grazie! Non voglio togliere il lavoro ai contorsionisti!


DOBSON

Allora feci ricerche sui Dobson, con qualche infatuazione per alcune soluzioni originali costruttive, ad es. per la collimazione …salvo cancellare i propositi di fronte ad evidenti pecche meccaniche.
Mi interessavano gli Orion Optics inglesi, ad esempio, ma i tubi sottili non mi ispiravano e qualche test sulle ottiche non è risultato ottimale.

NEWTON DI ALTA QUALITÀ
Da oltre un anno spulcio frequentemente in forum americani, che si occupano maggiormente di Dobson rispetto a noi finchè, al nome di Zambuto, non mi si è accesa una lampadina: lui dice che dopo il diametro il contrasto è tutto e a quanto spiega dei suoi criteri per realizzare un’ottima ottica non posso opporre alcuna obiezione. Non conosco nessun altro che dia tanto peso al contrasto e alla liscezza delle ottiche, salvo forse Royce e Kennedy…
Dalle nostre parti si parla principalmente di frazioni di lambda e di diametri.
Quando si accenna ad ottiche diffraction limited si potrebbe ritenere che basti una lavorazione L/4 per avere il massimo. L/8 sarebbe preferibile, ma se il contrasto dell’ottica è carente, il tele non risulterà diffraction limited.
Zambuto garantisce un bordo lavorato a regola d’arte e una lucidatura lenta e raffinatissima.
La reputazione di cui gode è leggendaria e meritatissima, come dicono i suoi clienti e come confermano molte prove e test.
Fa specchi sottili, tipo 12,5” con spessore a un decimo del diametro, quindi ad acclimatamento relativamente rapido. Urge una struttura ben fatta per sostenerlo senza flessioni.

QUALE STRUTTURA?
Una struttura a tubi, smontabile, leggera e rigida quanto più possibile, con cella ben progettata; se con cinghia, che sia ben centrata. Collimazione semplice e stabile. Meglio se con la possibilità di raggiungere il fuoco anche con torrette bino.
Dobson sì, ma niente monobarra o simili! È vero che ciò che non c’è non crea problemi. Ma io dico che ciò che non c’è non può aiutare!

SOSTEGNI DEL SECONDARIO
C’è chi mette una sola grossa razza con tiranti, chi mette quattro bracci curvi (ma non sono più lunghi e quindi più ingombranti di quelli dritti?)
e chi un unico braccio curvo (reggerà?)
Preferisco la classica croce.
Trovai un costruttore, molto convincente nelle sue realizzazioni, che godono di grande consenso e sono apprezzatissime per la rigidità anche al di sopra degli Obsession e Starmaster. Ecco il mio futuro mostro:
http://www.starstructure.com/starstructure3_007.htm
http://www.starstructure.com/starstructure3_017.htm

FUOCHEGGIATORE
Con riduttore.

DIAMETRO
Indeciso fino all’ultimo tra 12,5” F5 con spessore 31,7mm e 15” F4,8 con spessore 34,7 mm, in mancanza di prova diretta, considerate le spese di spedizione, di dogana ecc. , visto il rischio di questa operazione a distanza in cui finirò per spendere il triplo o più rispetto a un Dob economico, mi fermo al piccolo.
Magari avrei potuto prendere un 16” economico allo stesso prezzo, verissimo… ma ne voglio uno buono che non mi faccia dannare in ritocchi meccanici e in aggiustamenti continui alla collimazione.
Diversi resoconti qualificano questi specchi come costantemente superiori a prodotti economici, talvolta anche di diametro maggiore, non solo sul planetario, dove rivaleggiano con apo costosissimi, di 150, 160 cm, superandoli nei dettagli.

ALLUMINATURA
Ho chiesto a Zammit (il titolare di “Starstructure”) se fosse possibile scegliere il tipo di alluminatura e cosa pensasse della Spectrum coating, ma in maniera decisa mi ha spiegato che Zambuto si serve con fiducia di Nova Optical (alluminio per spessore L/6, SiO2 per spessore L2/6, totale L/2) e non avrei potuto scegliere.

E PER LE RIPRESE?
Se mi dovesse venire una gran voglia di riprendere, potrei puntare a una piattaforma equatoriale Osipowski (non ricordo come si scrive ).
Farei di meglio dell’attuale HEQ5 col Mak.
In visuale quasi certamente si va oltre il C14” e con minor spesa.
Nell’imaging il catadiottrico potrebbe avere pane per i suoi denti, con l’aggiunta di una più semplice trasportabilità e gestibilità termica.
Se volessi consigliare un tele relativamente poco costoso principalmente per hires, consiglierei questo, che è la mia scelta.

Se si cercasse un’alternativa ottico-meccanica nettamente superiore al C14 su EQ6,
anche solo per l’imaging, proporrei il modello da 15” su tavola equatoriale a due assi. (anche se attualmente i prezzi di lancio non ci sono più).

Per chi non volesse rinunciare alla montatura classica e volesse uno strumento garantito, preciso e di sicura qualità, il massimo sarebbe Northek-Bellincioni.

Conclusione? Viva il dobson...Speriamo bene :wink:
Se son stelle brilleranno...e i pianeti pure :wink:
Ciao,
Pietro


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: giovedì 18 agosto 2011, 23:25 
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Pietro...ho finito ora di leggere il tuo post eh...hai fatto benissimo.

Quando è previsto l'arrivo? Questa volta giuro che vengo a trovarti...

Ale

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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 10:21 
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Hai fatto un'ottima scelta.
Tanto per farti venire l'acquolina in bocca:

viewtopic.php?f=16&t=62324

viewtopic.php?f=9&t=41987

Ok, è un 45 ma anche con il 30 otterrai ottime immagini visuali .

Per quanto riguarda il capitolo imaging penso anch'io che con una tavola equatoriale o altro sistema (tipo il servo-cat) un dobson possa dare del filo da torcere a strumenti in equatoriale, e non è neanche detto che debba essere newton per forza, infatti c'è chi ha messo in dobson anche un Cassegrain:

http://www.loptics.com/ATM/telescopes/1 ... /cass.html

notare la compattezza. Se lo scopo fosse quello di fare riprese hi-res , molto probabilmente mi costuirei una cosa del genere (per maggiore facilità di bilanciamento rispetto al newton/dobson), un 40/45 cm magari con schema DK (che è meno sensibile rispetto al Cassegrain) a bassa ostruzione, ovviamente specchio sottile, ottica ben lucidata e liscia etc. etc. e sicuramente verrebbero fuori delle immagini niente male con una spesa complessiva nemmeno minimamente confrontabile con quelle di cui si parla.....peccato che sia un inguaribile visualista.. :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 10:51 
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Complimenti Pietro per l'ottimo acquisto e per il dettagliato Report.
Devo dire, che sono sagge opinioni quelle scritte.

Thomas


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 13:43 
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PietroMasuri ha scritto:
L’OSTRUZIONE
Pare che, sottraendola al diametro dello strumento, fornisca un’idea della resa equivalente di un riflettore (o catadiottrico) rispetto a un rifrattore:
perciò il tele di 250mm, ostruito per 50mm, equivarrebbe a un ipotetico rifrattore da 200. (...)
Una volta però ho trovato un’immagine test realizzata da un appassionato, che affermava che maggiore è l’ostruzione e migliore è il dettaglio minuto,


Sono vere entrambe le cose. L'ostruzione modifica la MTF come in questa figura http://legault.perso.sfr.fr/mtf_obstruction.gif (cit: http://legault.perso.sfr.fr/obstruction.html ). Il contrasto si abbassa nella parte destra della curva e si alza nella parte sinistra. La parte destra è quella sfruttata in visuale (è la parte in cui il contrasto è alto e che è essenziale per osservare oggetti di basso contrasto come Giove). La parte di sinistra è difficile da sfruttare in visuale (tranne su oggetto ad altissimo contrasto come la Luna) ma può essere recuperata con elaborazioni nel caso di fotografia digitale.
La Regola D-d spiegata nel link semplicemente rappresenta il fatto che la parte alte (utile in visuale) della MTF è uguale. Per la fotografia, quando si "recurpera" la parte di basso contrasto, questa regola non vale e, paradossalmente l'ostruzione produce anche un lievissimo vantaggio.
Un 250 mm ostruito per 50 mm equivale grossomodo a un 200 mm non ostruito (tutti gli alri fattori uguali) in visuale, ma è un 250 mm a pieno titolo in fotografia.

PietroMasuri ha scritto:
(...) Zambuto, non mi si è accesa una lampadina: lui dice che dopo il diametro il contrasto è tutto e a quanto spiega dei suoi criteri per realizzare un’ottima ottica non posso opporre alcuna obiezione. Non conosco nessun altro che dia tanto peso al contrasto e alla liscezza delle ottiche, salvo forse Royce e Kennedy…
Dalle nostre parti si parla principalmente di frazioni di lambda e di diametri.
Quando si accenna ad ottiche diffraction limited si potrebbe ritenere che basti una lavorazione L/4 per avere il massimo. L/8 sarebbe preferibile, ma se il contrasto dell’ottica è carente, il tele non risulterà diffraction limited.
Zambuto garantisce un bordo lavorato a regola d’arte e una lucidatura lenta e raffinatissima.


Zambuto è chi ha dato più enfasi alla questione della superlucidatura, Però non è l'unico a sapere quanto conta la rugosità e la microrugosità e a realizare ottiche sufficientemente lisce; e nemmeno il primo. Puoi trovare una trattazione di questi fenomeni già sul Texeraux. L'effetto di rigosità e difetti a media e piccola scala è trattato per esempio da uno dei migliori autocostruttori francesi http://astrosurf.com/altaz/qualitoptic.htm
Oltre ai nomi che hai citato io mi sentirei di fare negli USA il nome di Swayze. Lo specchio sulla destra è di Swayze. http://www.ux.uis.no/saf/ej-telescope.htm
Anche in Italia c'è più di qualcuno che sa perfettamente quanto conti il fatto di essere liscio e il bordo (ma non faccio nomi). E' un po' difficile a priori dire chi fa ottiche lisce e senza bordo ribattuto (io a suo tempo avevo chiesto in giro privatamente sia su BgDob sia a Frederic Geà stesso).

Il problema degli errori di alto ordine (rugosità e microprugosità) e del bordo ribattutot è che sono causa di scattering di luce, e qundi abbassano il contrasto proprio nella parte nobile della MTF (cosa per altro che potrai trovare spiegata sul Suiter cap. 13.

Detto questo va anche detto che la sorgente più importante di scattering non è la superficie ottica ma il coating. Come potrai facilmente verificare da questo studio, è perfino possibile che una superficie ultralucida distribuisca più luce diffusa di una rugosa. Entro certi limiti non c'è nessuna correlazione tra la rugosità del substrato e la rugosità della superficie riflettente http://www.cosmo.ucar.edu/publications/ ... _10-06.pdf Per ottenere elevato contrasto la tecnologia chiave, quindi, è quella del coating.
La superficie alluminata diffonde luce per sua natura (i bordi grano) e a causa di una serie di "difetti" che si producono. Se poi sopra l'alluminio ci aggiungi vari strati il rischio di compromenttere tutto c'è. Zambuto preferisce coating con un solo strato di protezione in SiO2 per avere meno luce diffusa possibile (ma la cosa è dibattuta e Spectrum Coating e Galxy Optics affermano di saper fare trattamenti multistrato che non diffondo più luce dello strato base di alluminio). Io nel dubbio uso alluminio senza protezione e rifaccio la alluminatura ogni 3-4 anni (finchè non mi convinco, devo andare prosismamamente da Zaot per fare un esperimento sul secondario).

Fine della discussione? Ma niente affatto. Se leggerai con attenzione il documento che ho linkato scoprirai che, peggio del coaing c'è... la polvere! La polevere e uno specchio sporco diffondono luce e abbassano il contrasto più di una superficie rugosa o di un coating non perfetto.

In conclusione. Se hai scelto Zambuto sei sicuro di cadere in piedi perché parti da una figura eccellente, una superficie liscia e un bordo perfetto; ma ci sono sicuramente tante altre possibilità, incluso in Italia, che garantiscono altrettanta qualità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 13:46 
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Iscritto il: mercoledì 26 dicembre 2007, 19:17
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Mauro...ne sai una più del diavolo! Complimenti di cuore per la tua cultura scientifica in merito all'ottica.

Alessandro

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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 14:02 
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Beh... io fatto un percorso da visualista che è partito con 90 mm, ed è finito a 600 mm (quando dico che l'apertura conta parlo con qualche cognizione di causa :-). Nel 2003 quando ho acquistato il primo dob, in Italia eravamo mosche bianche.
A voltem mi verrebbe voglia di dotare il 24" di una piattaforma equatoriale per tentare la via della astrofotografia... mai poi penso che io sono un visualista e le foto le guardo solo per avere un riscontro con ciò che vedo ;-).


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: venerdì 19 agosto 2011, 22:26 
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sulcis2000 ha scritto:
Pietro...ho finito ora di leggere il tuo post eh...hai fatto benissimo.

Quando è previsto l'arrivo? Questa volta giuro che vengo a trovarti...

Ale
Ciao Ale, dovrebbe essere tra novembre e dicembre...così avrò modo di avere le tue impressioni, con un occhio allenato su più telescopi :wink: Personalmente non ho mai guardato e neppure visto un dob...Si tratta di ipotesi e deduzioni che spero mi portino a un buon prodotto.
A presto...
dob ha scritto:
Hai fatto un'ottima scelta.
Tanto per farti venire l'acquolina in bocca:

viewtopic.php?f=16&t=62324

viewtopic.php?f=9&t=41987

Ok, è un 45 ma anche con il 30 otterrai ottime immagini visuali .

Per quanto riguarda il capitolo imaging penso anch'io che con una tavola equatoriale o altro sistema (tipo il servo-cat) un dobson possa dare del filo da torcere a strumenti in equatoriale, e non è neanche detto che debba essere newton per forza, infatti c'è chi ha messo in dobson anche un Cassegrain:

http://www.loptics.com/ATM/telescopes/1 ... /cass.html

notare la compattezza. Se lo scopo fosse quello di fare riprese hi-res , molto probabilmente mi costuirei una cosa del genere (per maggiore facilità di bilanciamento rispetto al newton/dobson), un 40/45 cm magari con schema DK (che è meno sensibile rispetto al Cassegrain) a bassa ostruzione, ovviamente specchio sottile, ottica ben lucidata e liscia etc. etc. e sicuramente verrebbero fuori delle immagini niente male con una spesa complessiva nemmeno minimamente confrontabile con quelle di cui si parla.....peccato che sia un inguaribile visualista.. :D
Eh sì :wink: Sai quante volte ho pensato che con quel dannato ccd mi sono perso di assistere direttamente allo spettacolo? Io penso che le montature equatoriali economiche non siano la strada migliore. L'altazimutale, a parità di spesa, può essere resa più solida e precisa, peccato per la rotazione di campo, ma prima o poi qualcuno rimedierà via software.

Vedendo il tuo 45 mi fai venire l'acquolina in bocca...Non è detto che non ricambi idea...38 cm Zambutiani sarebbero possibili...con timore per la spesa, spedizione, acclimatamento...Vedremo :wink:
Thomas Bianchi ha scritto:
Complimenti Pietro per l'ottimo acquisto e per il dettagliato Report.
Devo dire, che sono sagge opinioni quelle scritte.

Thomas
Spero che l'acquisto si riveli realmente ottimo, per la saggezza non saprei :wink:

@Mauro, come spesso accade, i tuoi interventi sono inviti allo studio. Ti ringrazio, appena posso approfondisco certi punti...grazie per i link.

Riguardo all'alluminatura, avrei scelto anch'io solo alluminio (e questa penso sarebbe un'opzione, purchè da Nova Optical), ma meno faccio viaggiare lo specchio per rinnovarne il trattamento e meglio è per me...Non mi fido troppo non solo delle spedizioni, ma neppure dei trattamenti chimici per rimuovere vecchie alluminature e di eventuali substrati per far aderire l'alluminio al vetro.
Spectrum sistema uno spessore notevole, tanto grosso da far paura, ma pare sia uniforme, compatto, resistente, durevole e funzionale.

Riguardo a specchi italiani, può darsi che sia come dici, ma ho preferito affidarmi in toto alla patria
dei dobson e al suo forse più famoso maestro artigiano di ottiche.
Penso che in Italia siamo indietro con le strutture dobson, a volte con soluzioni inutilmente costose, a volte con originali strutture leggere (fatte con leggerezze progettuali). In realtà a me piace molto la Starstructure...non si tratta solo di avere uno Zambuto.
Per correttezza dichiaro la mia totale inesperienza coi dobson, ma niente mi vieta di farmi delle idee e di avviarla quest'esperienza... Nel futuro io vedo motorizzazioni altazimutali e buoni derotatori di campo (effettivi o via software) prendere terreno sulle abituali soluzioni equatoriali.
Ciao,
Pietro


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: sabato 20 agosto 2011, 0:56 
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Fai oro dei consigli di Mauro.
Certo a volte ti obbligano a studiare...ma alla fine servono tutti soprattutto se stiamo parlando di dobson...e non solo.
Condivido in pieno la tua scelta.
Ora però trova il sistema per motorizzarlo.
Io avevo una piattaforma di Brian Reed. Penso che non le faccia più. Me l'ero fatta fare proprio apposta. Era una round-table equatorial platform di colore nero davvero ben costruita e ben fatta.
Quelle di Tom che hai citato sono costosette. So che anche Geoptik fa qualcosa...magari dacci un occhio.
L'alternativa è il classico stellar-cat o cose simili ma sono tutte in altazimutale.
La piattaforma sembra essere la soluzione più veloce che ti permette di riprendere in equatoriale senza particolari problemi.
Tuttavia al riguardo credimi che ci sarebbe da dire moltissimo dato che il problema che io ho avuto è stato proprio quello della motorizzazione.
Unica cosa riguardo il tuo futoro acquisto....ma un 15" proprio no??? Se è per il prezzo ti capisco...
Tuttavia avrai davvero un balzo notevole!!!
Raf

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"Non basta guardare,
occorre guardare con occhi che vogliono vedere,
che credono in quello che vedono..."
(Galileo Galilei)
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risoluzione dei telescopi" (Newton)
"Siamo surfisti del seeing,
aspettiamo l'onda giusta" (Raf)


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 Oggetto del messaggio: Re: Il miglior tele per hires
MessaggioInviato: domenica 21 agosto 2011, 18:51 
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Raf, sicuramente avrò bisogno di tante informazioni col nuovo strumento...

Purtroppo mi sa che non ci sono più le Round table, ma dici che hai avuto problemi con questa motorizzazione...
C'è un fabbricante inglese ma non so quanto sia buono il suo prodotto, con la mia latitudine al confine tra due tipi di piattaforme che vende...

L'americano è quello che gode di miglior reputazione, valuterò... ma al momento mi va benissimo il visuale.

Per il 15" ti dirò che ho ancora il dubbio, comunque ho la possibilità di cambiare.

Ciao,
Pietro


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