io invece forse non sono stato chiarissimo

il discorso è delicato perchè ne va del futuro di un'altra persona, molto pi giovane di noi e di cui non sappiamo niente.
se avessi ragionato come Fulvio ( ragionamento chiaro logico e sensato e che gli ha garantito una vita piena e di soddisfazione, ci tengo a sottolinearlo) io, per esempio, avrei fatto scelte molto diverse e adesso non farei ( con tutte le fatiche e le difficoltà ecomomico-pratiche enormi) il lavoro che faccio con amore e con passione.
se si seguisse sempre quel tipo di logica nessuno farebbe lo scienziato o il pittore o lo storico...nessuno correrebbe mai un rischio...
fermo restando che è difficilissimo dare consigli ad altri, secondo me i punti da mettere a fuoco sono due ( forse tre)
1) hai idea di cosa voglia dire DAVVERO fare l'astrofisico? - ho una conoscente laureata in astronomia ( che fa tutt'altro, purtroppo per lei, ma che non è pentita di aver dedicato 5 anni della sua vita a uno studio che l'appassionava) che non ha mai messo l'occhio dietro un oculare - mai: i telescopi negli anni '70/'80 non erano alla portata di tutti ( lo so bene perchè anch'io che sono del '70 mi sono potuto permettere il primo solo nel 2006) e gli astronomi e gli astrofisici lavorano essenzialmente su dati: numeri. ma questo dovresti saperlo.
mai messo l'occhio dietro un oculare, ma in compenso s'è fatta una bella tesi di ricerca in radioastronomia su un superammasso di galassie...
2) hai idea di quali siano le soluzioni di ripiego rispetto ad un dato percorso di studi?
4) ritorno a quanto ho detto prima: quanto è forte la tua passione? si tratta di percorsi difficili ( e, come ti ha detto metis - che fra parentesi ha scelto a sua volta una strada difficile: fa l'archeologa...- probabilmente necessariamente legati a una "fuga" all'estero, cosa comunque altamente consigliata a qualsiasi giovane..) che richiedono sforzi e sacrifici e la certezza che la motivazione resti solida e intatta per lunghi periodi di tempo.
io, ad esempio, so che non potrei smettere ( se non a costo di sacrifici dolorosissimi) di fare quello che faccio e che non mi accontenterei ( cosa che si può fare benissimo e che per altri va benissimo) di farlo a livello puramente amatoriale.
in ultima analisi, purtroppo, le decisioni si prendono da soli - le uniche decisioni che ci possono danneggiare nel profondo sono quelle che arrivano dall'esterno ( imposizioni da parte di altri o circostanze esterne particolari)...quando si decide lo si fa sempre sulla scorta di qualche motivazione molto profonda, che magari ci potrà portare qualche rimpianto, ma che, se la si sa leggere e capire possiamo riconoscere come nostra, come qualcosa che ci definisce, che se non ci piace possiamo cercare di cambiare al limite...
quando ci si guarda indietro ci si rende conto che il cammino che si è fatto ( al netto di eventi esterni ovviamente) non era proprio l'unico, ma uno dei pochi che si potevano fare... ciascuno fa le scelte che per lui richiedono meno sacrificio, a dispetto delle apparenze, quelle che gli sono più congeniali, che lo portano più vicino allo stile di vita che si immagina per sè.
se ascolti noi che siamo un po' più vecchi di te e senti le storie di ognuno, quelli che hanno avuto l'occasione di fare delle scelte non obbligate ( imposte da terzi o da condizioni particolari) ti restituiranno comunque un vissuto di completezza, fatto di vari livelli di compromesso e di capacità di conciliare le diverse spinte che ci governano nell'esistenza.
guarda me e Fulvio - abbiamo fatto scelte diverse, ma tutti e due abbiamo fatto ( potendolo fare) la scelta che ci costava meno e possiamo dirci ( credo, scusa Fulvio se parlo per te, ma è l'impressione che mi fai) soddisfatti di quello che abbiamo fatto tanto quanto è umanamente possibile.
marò che spataffione....

mi sa che poi lo cancellerò per la vergogna
