Sono sicuro che andrò OT e mi scuso con Mascosta55, ma spero che come nuovo arrivato mi venga perdonato...
Condivido pienamente quanto detto da Astrojoe, soprattutto per quanto riguarda la meccanica e la differenza tra la teoria e la pratica. Molte sono le variabili che influenzano le prestazioni di uno strumento a prescindere dalla bontà del suo schema ottico. Una meccanica o materiali scadenti vanificheranno di certo le prestazioni di un sistema teoricamente ben corretto. Non per ultimo direi che anche la capacità dell'utente di mettere a punto perfettamente il sistema gioca il suo ruolo.
Per quanto riguarda le differenze tra R-C, DK etc...sono d'accordo con Astrojoe che al giorno d'oggi, con i SW di calcolo disponibili, si possono trovare soluzioni davvero molto performanti. Poi però bisogna vedere se chi produce le ottiche riesce a lavorarle con le dovute tolleranze e chi fa la meccanica riesce fare un sistema che permetta di sfruttare a pieno l'ottica....Probabilmente Astrojoe non ha tutti i torti: un Newton ben lavorato con un correttore di coma performante e, se di diametro adeguato, magari anche a fuoco diretto, è una soluzione probabilmente ottima se si vuole uno strumento veloce con rapporti focali F/4 F/5.
Una curiosità: nell'era delle pellicole e delle lastre fotografiche e della guida a occhio, i criteri di progettazione dei sistemi ottici erano diversi da quelli di oggi. Uno spot da 20-25 micron era già considerato "fotografico" e raramente il progettista ottico scendeva sotto questi valori se non in casi particolari. Oggi con CCD con pixel da 5-10 micron, un'ottica dell'era "fotografica" sarebbe anacronistica e gli strumenti migliori sono spesso "al limite della diffrazione".
Dove sta la curiosità? beh, mentre nell'era CCD un campo di 50-60mm di diametro è già il top per strumenti amatoriali e semi-professionali, nell'era fotografica i formati richiesti per gli strumenti migliori erano come minimo 6x6cm o addirittura 9x12cm se non 18x24cm. Per ottenere questi formati il R-C era lo strumento principe, ma i correttori erano complessi e addirittura usavano lastre asferiche di tipo Schmidt posizionate nella zona di "backfocus". Esistevano già strumenti derivati da R-C che erano specializzati per grandissimi campia lunga focale. Uno degli esempi più famosi è senza dubbio lo schema Bowen Vaughan che è stato un po' l'ispiratore di molti moderni telescopi fotografici. Per i curiosi rimando al link:
http://adsabs.harvard.edu/full/1991MNRAS.253..160WMi ricodo la fatica che feci per progettare uno dei primi telescopi da 80cm con questo schema poiché il SW che avevo a disposizione a malapena sopportava le curve asferiche....nel 1988 impiegai 2 mesi, invece adesso con un SW standard (costo 2000 Euro o giù di lì) ci si impiega qualche ora.
Oggi è tutta un'altra cosa, ma alla fine quello che conta di più è la prova pratica sul campo...solo lì si vede com’è performante la combinazione telescopio-utente.
Astrojoe,
L'idea del tuo osservatorio remoto e della possibilità di provare realmente strumenti diversi è un'inziativa ottima e sono sicuro che molti astrofili troveranno spunti e informazioni interessantissimi.
Mascosta,
Gli americani non sempre sono più bravi e sono sicuro che anche in Italia ci sono ottimi strumenti.
Fabio-Bocci,
Bellissima definizione!
Fabios,
Astrografo deriva dal greco “astron=stella, astro” + “grafo=descrivo, disegno, dipingo” (non riesco a usare i caratteri greci). In passato erano considerati astrografi soprattutto i sistemi a lenti a grande campo come ad esempio i Tessar o derivati che erano molto usati per astrometria. Oggi nell’evoluzione del linguaggio tecnico-scientifico, si può estendere la definizione anche a sistemi a specchio o misti con grande campo corretto (vedi ad esempio wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Astrografo) tra l’altro, pure questi, vengono utilizzati per astrometria.
Buona notte a tutti
Marco
P.S. anche un D-K con correttore, se ben progettato fornisce immagini al limite della diffrazione su un campo molto esteso. Un esempio potrebbe essere un DK da 315mm F/7,8 che ho progettato con un correttore a due lenti di cui riporto lo spot nell'immagine JPG.
Di questo sistema ho fatto realizzare un prototipo di cui allego un test eseguito su H e Chi Persei con una STL110000 da cui si vede che, nonostante piccole alterazioni dovute al seeing, anche l’ottica reale ricalca bene il progetto teorico (l'allineamento non era perfetto al 100% ma era già molto buono). Il File calibrato è in Bin 1x1. Ho solo applicato un leggero stretch rigorosamente lineare per non alterare le informazioni.