astrojoe ha scritto:
salve,
devo dire che mi sono appena inserito ed ho letto solo sommariamente il topic. Forse potrei dare uno spunto al riguardo. Il Flat field non è semplicemente un qualcosa che serve a "spianare" il campo o togliere le polveri ecc. Si deve concepire come una fotografia dei difetti introdotti dal sistema nella sua componente "ottica". Esistono anche dei "difetti" che non sono relativi al sistema di ripresa ma al cielo stesso, tipo gradienti per intenderci. Adesso se voi prendete questa immagine e la sottraete semplicemente, non vi trovate certamente perchè non è "normalizzata" ovvero non rispetta la distribuzione dei dati ripresi in "light". Di fatto si deve considerare che per sistemare il tutto si dovrebbe usare la "differenza". Questo dovrebbe garantire l'eliminazione almeno parziale dei difetti introdotti dal sistema ottico di ripresa ma non corregge certo per i difetti del cielo. Esiste sempre la possibilità di realizzare, a partire dai due dati, quelli light e quelli di flat, una immagine che sia la foto dei difetti del cielo, una sorta di flat sintetico che può essere sottratto per lasciare solo i "dati interessanti". Del resto immaginate di vedere i vostri dati, ad esempio banalmente la vignettatura, in 3d, associando il crescere del valore rispetto a zero ad un asse Y (diciamo l'altezza per capirci, mentre la x e la z sono i due lati dell'immagine). Vedreste una sorta di bubbone più o meno regolare. A questo punto immaginate di riuscire attraverso la matmatica, di equiparare i valori del vostro flat field in modo che copino esattamente quelli del "bubbone" ed invertiteli. A questo punto, se li sottraete, avrete un campo liberato dai difetti giusto? Il problema è semplicemente la determinazione del fattore di moltiplicazione della curva per far sì che coincida esattamente con l'andamento "sbagliato" dell'immagine ripresa che contiene i difetti dell'ottica. Non che non si possa fare, è solo laborioso e comunque, sotto l'aspetto puramente matematico, difficile da "fittare" alla perfezione. La divisione non è una reale operazione matematica di "divisione" in quanto i dati non possono scendere sotto lo zero in un fit standard, ecco che viene effettuata una normalizzazione utilizzando, per ogni pixel, il valore derivato come coefficiente di incremento o decremento rispetto al valore "flat" e poi applicato al singolo pixel per farlo "crescere o decrescere" in modo che diventi uguale al valore flat nominale. Altrimenti, su di una immagine che ha un fondocielo 1000 come facciamo a sottrarre un flet che, di norma, si aggira intorno alla metà dela full well? Ci interessa solo il coefficient con cui andare a moltiplicare il nostri pixel per farli diventare tutti "uguali". Ripeto, il flat si può anche sottrarre se però riusciamo a trovare la giusta corrispondenza di valori. E' un pò anomalo perchè difficoltoso e non si è certi di poter correggere con certezza le differenze di sensibilità dei pixel ma, se pensiamo al lato "estetico" potremmo trovare dei valori che ci spianano quanto ci serve per poter effettuare una elaborazione di nostro "gradimento".
Non so se sono riuscito ad essere chiaro, mi sono sforzato di capire figuriamoci tentare di "spiegare". Boh...
Ciao da JOE
Sei stato sufficientemente chiaro , ora , il metodo che descrivi se pur difficoltoso fila in logica che è una bellezza .
Il sistema di flat che usiamo noi non elimina totalmente i gradienti ma di sicuro li riduce drasticamente a monte , permettendoci di utilizzare completamente le DDP sfruttando in pieno la dinamica e i dati accumulati.
Qualcosa mi dice, almeno a giudicare dalle immagini che produci , che abbiamo molto in comune sul modo di elaborare i dati . Non è che capiti dalle parti di Firenze?