Ieri sera (domenica 10 aprile) avevo una voglia matta di astronomia, ma poco tempo a disposizione e poca voglia di fare fatica.
Le ultime volte avevo passato diverse ore ad osservare fiocchietti sbiaditi e pallini colorati... è vero che un astrofilo sa apprezzarli come se fossero la Venere del Botticelli... ma per una volta non avevo voglia di compensare con l'mmaginazione ciò che vedevo con gli occhi.
E allora mi sono detto... stasera niente mappe da consultare continuamente, niente contorsioni con telrad e cercatore per puntare galassiette bastarde perse nel nulla... niente coperture sulle luci del giardino... stasera guardo la Luna.
Ho montato in pochi minuti il LightBridge 12" e... una meraviglia, uno spettacolo. 1 ora incollato all'oculare, contro i pochi minuti per oggetto che dedico in genere agi altri.
La Luna era lì, illuminata a metà, abbagliante da utilizzare un filtro... le catene montuose (Appennini e Urali) in tutto il loro splendore dei giochi di luci e ombre. I crateri si susseguivano in innumerevoli forme, si intersecavano, si racchiudevano in crateri maggiori, evidenziavano alla luce che li colpiva trasversalmente i loro monti centrali.
Dai mari lisci si intuiva una forma forse in origine perfetta, poi tempestata da asteroidi, sembrava di osservare uno stagno battuto dalle gocce di pioggia.
Ho utilizzato per prima cosa un oculare Meade QX da 26 mm avuto in dotazione con il telescopio, con 57 ingrandimenti la Luna entrava tutta nel campo visivo, una visione affascinante anche se non sostenibile a causa del bagliore e della mancanza di un filtro da 2 ".
Ho proseguito poi con un Meade SWA da 16mm, sempre in dotazione al telescopio. Anche qui la Luna entrava precisa nel campo visivo, ma la presenza di un filtro permetteva di sostenere una osservazioneprolungata a 100 ingrandimenti. Una visione bellissima, non ancora disturbata eccessivamente dalle turbolenze atmosferiche.
Ho infine provato l'oculare da Baader Planetarium da 3,5 mm e con mia grande sorpresa andava correttamente a fuoco ! A 428 lo spettacolo era davvero stupendo, ma in questo caso le turbolenze atmosferiche facevano letteralmente "bollire" la Luna, tanto da lasciare solo brevi istanti di visione stabile.
Sono quindi tornato per una mezz'ora ad osservare con il 16 mm.
Una osservazione semplice e spontanea, un oggetto da me spesso trascurato in quanto fonte di inquinamento luminoso... ma che invece mi ha regalato emozioni che al telescopio non provavo da tempo.
