Era un po’ che pensavo di realizzare una linea guida del mio metodo di elaborazione delle foto astronomiche, un sunto di tutte le informazioni acquisite nel tempo guardando e cercando di imparare i metodi suggeriti dai più esperti, trovati principalmente in rete ed anche su riviste del settore come Nuovo Orione. Oltre alla descrizione dei comandi in Photoshop che utilizzo, ho aggiunto alcune premesse maturate semplicemente dalla mia personale esperienza, che non hanno ovviamente alcuna pretesa di garanzia dei risultati e nemmeno di completezza. La prima premessa riguarda la fase di ripresa: se questa è stata eseguita correttamente, la successiva fase di elaborazione può essere abbastanza minimalista. Ho riscontrato che i risultati migliori con la mia reflex 20d/a (un modello realizzato da Canon in un ristretto periodo di tempo dove usciva di fabbrica privo del filtro IR-CUT) si ottengono sotto cieli di montagna, dove l’inquinamento luminoso è ridotto e le temperature generalmente più fresche consentono al sensore di non surriscaldarsi troppo, inoltre è fondamentale trovare il giusto compromesso tra durata dell’esposizione, velocità Iso impostata e temperatura esterna. Per fare alcuni esempi, con una temperatura estiva di 15°C generalmente non vado oltre i 5 minuti di posa e con gli Iso mi fermo a 800; in inverno è più facile, quando la temperatura notturna scende quasi sempre sotto i 10°C si possono tranquillamente allungare i tempi di posa ed arrivare a 8/10 minuti. Con 1600 iso ho fatto alcuni esperimenti ma il rumore elettronico generato dal sensore era davvero troppo invadente. Ovviamente ognuno deve trovare la propria combinazione ottimale di tempi di posa e velocità Iso in funzione della temperatura ma anche di altri parametri, quali la qualità del sensore di ripresa (le nuove reflex sono molto meno rumorose agli alti Iso) ed anche la luminosità dell’obiettivo/telescopio utilizzati. Con un diaframma impostato a f5 o f4(telescopi molto luminosi) o addirittura f2.8 (se si tratta di obiettivi fotografici) le pose si potranno tenere su tempi brevi (entro i 10 min) grazie appunto alla maggior luce catturata in relazione alla lunghezza focale. Veniamo all’elaborazione vera e propria, anche qui la seconda premessa è d’obbligo: se si dispongono molte immagini riprese in successione dello stesso soggetto il compito è molto facilitato, in quanto sommandole tra di loro o per meglio dire mediandole migliora il rapporto segnale/rumore. Generalmente almeno 20 pose sarebbero consigliate; questo significa che in una stessa nottata fare 20 pose da 6 minuti ad una galassia o nebulosa significa dedicargli almeno due ore, ci può stare se il mattino successivo si deve andare a lavorare e quindi si riesce a rientrare entro le 02.00. Fondamentali sono dark e flat: i dark sono riprese fatte con lo stesso tempo di posa, stessi Iso e stessa temperatura ma tappando il sensore, allo scopo di contenere il numero di pixel caldi (togliere i cosiddetti coriandolini, pixel rossi verdi blu delle lunghe pose); i flat sono riprese fatte ad uno sfondo bianco uniformemente illuminato in modo da mettere in evidenza i difetti prodotti dalla combinazione ottica sensore, soprattutto vignettatura ma anche polvere presente sul sensore. Al riguardo in rete esiste una letteratura infinita su dark e flat. (Vedi foto 1 esempio di immagine grezza pronta all’elaborazione, dopo il trattamento di dark e flat; foto2 particolare della foto senza dark e flat; foto 3 raw a cui sono stati sottratti i dark e sono spariti i coriandolini; foto 4 raw mediato con dark e diviso per i flat in cui è sparita una macchia presente sul bordo alto al centro ed anche la vignettatura è scomparsa). Fatte le dovute premesse e avendo in mano una buona quantità di immagini, dark e flat, si può partire con l’elaborazione, che nella prima fase deve necessariamente riunire il tutto in un’unica immagine. A questo fine utilizzo il programma gratuito in rete Deepskystacker, dove imposto il metodo standard tra i parametri di combinazione, ed utilizzo il taglio mediano kappa-sigma sia per le immagini che per dark e flat (k=1.5 per le immagini vere e proprie, k=2 per dark e flat, in tutti 5 come numero di iterazioni). Col taglio mediano kappa-sigma per ciascuna delle cinque iterazioni viene calcolato il valore mediano dei pixel in riferimento a tutte le immagini caricate ed i pixel che si discostano da questo valore mediano di una certa quantità (che viene calcolata in funzione del k impostato) vengono scartati. Da ciò l’utilità che ne deriva, che è quella di eliminare tutte le situazioni di pixel anomali per la presenza di tracce satellitari, aerei o altro. Per il resto su Deepskystacker seguo le impostazioni consigliate dall’autore stesso del programma. Alla fine del processo ottengo un file.TIF 16bit di circa 40/50Mb di dimensione, è sempre bene aumentare la saturazione dei colori dell’immagine così ottenuta, prima di salvarla, in quanto è abbastanza spenta (io di solito aumento la saturazione al 18% agendo sull’apposito selettore posto sotto l’immagine stessa, premo applica e poi salvo l’immagine). Poi passo a photoshop. Qui l’obiettivo è duplice: da una parte sistemare il fondo cielo che normalmente in un’immagine astronomica dovrebbe essere nero, ma non necessariamente, in quanto anche una leggera dominante blu potrebbe apparire piacevole alla vista, ridurre il rumore residuo che si presenta sempre sotto forma di grana, togliere i gradienti dovuti all’inquinamento luminoso di tonalità verdastre o arancioni; dall’altra dare risalto all’oggetto fotografato, deboli nebulose, galassie lontanissime, ammassi globulari di stelle, accendere per così dire le luci dell’universo che normalmente sono invisibili all’occhio umano. Iniziamo con il sistemare il fondo cielo: seleziono lo strumento “contagocce” dagli strumenti di photoshop collocati a sinistra e disposti verticalmente, il cursore assume una forma di contagocce ed è importante impostare in alto a sinistra il parametro “Campione” su “Media 5X5”, apro la finestra che regola i livelli dal menù “Immagine>regolazioni>livelli” doppio-clic sul contagocce nero all’interno di questa finestra (i tre contagocce si trovano appena sopra la scritta anteprima), si apre un’ulteriore finestra del selettore colore. Nei tre campi relativi al metodo RGB inserisco un valore che potrebbe essere 20, trattasi di un valore di luminosità nel range 0-255 che trovo soddisfacente per la densità del fondo cielo nelle sue parti più scure. In base al soggetto ripreso si può decidere ad esempio di impostare sul canale B 22 o 23, così il fondo cielo avrà una leggera tonalità bluastra, oppure scendere per il G a 17 18, in modo da eliminare eventuali tonalità verdastre sempre presenti nelle fotografie astronomiche, si comprende cha a valori più bassi il cielo si scurisce ed a valori più alti il nero tende ad assumere certe dominanti ed a schiarirsi. Premo OK e noto che la finestra dei livelli rimane aperta, lasciamola così. Una volta inserito il valore numerico prescelto devo portare la mia immagine al 100% di dimensione (meglio averlo già fatto prima) e selezionare con il contagocce un’area del fondo cielo priva di stelle in cui *importantissimo* non siano presenti nebulosità e neppure residue tonalità cromatiche dell’oggetto fotografato, altrimenti si rischia di oscurare anche del prezioso segnale luminoso. Si può ciccare più volte in diverse parti del fondo cielo, per vedere come l’immagine si adegua automaticamente, si dovrebbe comunque già notare un certo miglioramento. Quando si chiude la finestra dei livelli con OK photoshop richiede se si vogliono salvare i tre valori RGB impostati per il nero, si può scegliere di no per farli tornare a quelli di default 0,0,0. Dopo questa operazione riapro la stessa finestra dei livelli dal menù “Immagine>regolazioni” e sposto il cursore centrale corrispondente ai toni medi verso sinistra fino a un valore di circa 1.10 1.15. Questa semplice operazione non va a modificare né i toni scuri né le alte luci, ma amplifica i toni medi, ovvero amplia la dinamica dell’immagine ripresa nelle sue parti luminose. La foto 5 è sempre la nostra galassia di foto 1 dopo aver eseguito i comandi appena descritti. Volendo si potrebbe già terminare tutta l’elaborazione a questo punto, ma rimarrebbe comunque del rumore sotto forma di grana che si può ripulire utilizzando appositi tool di fhotoshop quali ad esempio Noise Ninya. Quest’ultimo è uno strumento davvero potente ed è meglio utilizzarlo selettivamente operando ancora una volta solo sul fondo cielo nella maniera che andrò ora a descrivere. Dal menù “Livello” si sceglie “Duplica livello” così da creare un livello chiamato sfondo-copia, si attiva la finestra dei livelli, a cui dovremo sempre buttare un occhio. Ora è importante che in questa finestra la riga corrispondente al livello Sfondo copia sia evidenziata in blu, se non lo è basta cliccarci sopra; l’evidenza in blu significa che ogni intervento di fhotoshop andrà ad operare solo ed esclusivamente su questo livello, lasciando inalterati gli altri. Lavoriamo appunto su Sfondo-copia. Dal menù clicchiamo su “Selezione>Intervallo colori” si apre un’ulteriore finestra in cui andremo a indicare una tolleranza di 200 e cominceremo a cliccare sulle zone chiare dell’immagine che vorremo selezionare per preservarle poi dal trattamento. E’ importante fare un po’ di pratica e ad ogni clic controllare nella finestra “Intervallo colori” le aree dell’immagine bianche, che sono quelle appunto selezionate, mentre in negativo le aree nere sono quelle non selezionate e dovrebbero limitarsi al fondo cielo. Un buon metodo che aiuta a cavarsi in questa delicata fase è cliccare ad esempio nel nucleo galattico se ci troviamo di fronte a un’immagine di galassia, oppure potrebbe andar bene anche una stella luminosa, si preme OK, la finestra si chiude ed ecco che la selezione compare sotto forma di bordi seghettati che lampeggiano su tutta l’immagine. A questo punto si potrebbe decidere di premere da menù “Selezione>modifica>espandi” impostando il valore di 4 pixel dopodiché ancora da menù “Selezione>sfuma” con raggio di sfumatura a 2 pixel, così facendo si espande la selezione. Ora attenzione, da menù “Selezione>Inversa” e poi premiamo il tasto “canc” sulla tastiera, noteremo sulla finestra dei livelli che nel livello Sfondo-copia, sempre in blu, è scomparsa l’immagine, ma in realtà è scomparso il fondo cielo e se si deselezionerà l’iconcina dell’occhio dal livello sottostante, si potranno notare ancora le stelle e parte della nebulosa o galassia sullo Sfondo-copia. A questo punto è importantissimo selezionare cliccando con il mouse il livello sottostante background che diventerà blu per applicare a quest’ultimo un filtro di sfocatura o meglio ancora Noise Ninya per chi lo possiede. Per la sfocatura può andare il comando da menù “Filtro>Disturbo>Reduce Noise” oppure “Filtro>Disturbo>Polvere e macchie”: occorre sempre fare un po’ di pratica con i filtri impostando diversi raggi di sfocatura e vedendo poi come agiscono sul fondo cielo, perché poi adesso andremo a recuperare le stelle e tutto quanto abbiamo selezionato in precedenza che si trova sul livello sopra Sfondo-copia. Occorre sempre ricordare che l’evidenza in blu permette di intervenire con il programma solo sul livello selezionato in blu appunto, mentre la visualizzazione dei risultati ottenuti dalle modifiche su ogni singolo livello viene fatta attivando o disattivando l’iconcina a forma di occhio. La riduzione del rumore deve intervenire solo sul livello di background, il livello sopra sfondo-copia deve essere deselezionato e si può anche disattivare l’iconcina a forma di occhio durante l’intervento. Alla fine se il risultato piace da menù si può selezionare “Livello>Unico livello” e il gioco è fatto. Tutto questo procedimento di selezione delle parti chiare ed esclusione di esse dalla riduzione del rumore non è poi così complicato, è più semplice a farsi che a dirsi. Si può ripetere anche più volte dopo aver agito sempre su livelli o curve. Intervenire con il comando da menù “Immagine>Regolazioni o Adjustments>Curve” è un altro modo molto efficace per aumentare i contrasti, si apre la solita finestra delle curve con il grafico dei valori di luminosità, si clicca il punto di nero dal valore zero all’inizio della retta e lo si trascina verso destra, si clicca sulla retta il punto centrale corrispondente ai toni medi e lo si sposta in alto a sinistra. Alla fine da una retta obliqua iniziale passiamo a creare una parabola. Se durante il procedimento si notano delle tonalità strane verdastre o violacee (accade spesso che gli interventi su curve e livelli amplificano il segnale degli oggetti deboli aumentando il contrasto e la bellezza dell’immagine, ma anche come rovescio della medaglia aumentando il rumore e gli artefatti cromatici) si può fare un intervento selettivo solo sui colori. Ingrandiamo l’immagine al 100%, individuiamo l’area con una dominante cromatica fastidiosa, da menù a sinistra verticale selezioniamo lo strumento contagocce e clicchiamo sull’area da correggere, dopodiché da menù in alto “Immagini>Regolazioni>Correzione colore selettiva”, si apre la finestra della correzione colore selettiva, possiamo selezionare il VERDE e regolare le tonalità ad esempio cyan -100% magenta +100% giallo -100%. Premendo OK si vedranno le correzioni applicate all’immagine. C’è veramente da sbizzarrirsi, buon fhotoshop a tutti!!!!! Salutissimi
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Matteo Mussoni Ho venduto tuttoooo
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