Mauro Narduzzi ha scritto:
PietroMasuri, complimenti per il ragionamento
Però, prima, bisogna partire da una conoscenza più approfondita del seeing. Ad esempio si può partire da come si compone il seeing che può essere modellato a tutti gli effetti come una aberrazione ottica, o meglio un'aberrazione del fronte d'onda in arrivo, e più precisamente può essere scomposto nelle due componenti "tilt" e "defocus" (e non basta

). Quindi attenzione Pietro, che la tua analisi mi sembra contemplare il solo "tilt". Il defocus, invece, è molto difficile da rilevare su una sorgente non puntiforme come un pianeta e purtroppo il tuo ragionamento non prevede questo caso. Per "fortuna" la componente tilt è preponderante al crescere dell'apertura. Per "sfortuna" il defocus agisce come uno specchio non ben lavorato, senza una lucidatura eseguita bene (ho un lapsus... non mi viene in mente il nome di questa cosa!), tagliando quindi il microcontrasto che fa tanto bene nelle riprese in alta risoluzione!
Ciao!
Mauro
Ti ringrazio per la tua osservazione: nel mio intervento precedente a quello che commenti, auspicavo proprio che qualcuno innanzitutto intervenisse per integrare o correggere la mia definizione di seeing (mi pare alla pagina 5 del topic).
D'accordo per il defocus, altro aspetto essenziale con cui si manifesta il seeing:
se può essere difficoltoso misurare l'espansione spaziale di un punto o di un'area dell'immagine ( causata dal fatto che l'agitazione atmosferica sposta l'immagine in intra o extra focale)...difficoltà dovuta all'attenuazione della luminosità di un "fascio" di luce che incide su un'area più grande, non di meno proprio tale variazione di luminosità è facilmente rilevabile con un qualsiasi software che indica gli ADU ed è confrontabile: il rapporto tra massima e minima intensità luminosa .
Esempio:
ADU140/ADU35, indica che la luminosità si è ridotta di un quarto, ovvero che l'area del sensore su cui il fascio di luce ha inciso è cresciuta di 4 volte e che la dimensione lineare dell'area è raddoppiata a causa del defocus.

Non è una misurazione interessante?
La si potrebbe unire ad altre due misurazioni fra quelle che ho proposto ( dimensione in arcsec della distorsione e velocità della stessa in arcsec/s) o magari anche aggiungere la frequenza delle distorsioni...
Insomma vari aspetti possono essere definiti e concordati, in maniera oggettiva e non con espressioni tipo:
<<Eccezionale. Immagine perfetta e immobile. Tollerate lievi e rare ondulazioni che non pregiudicano la definizione anche dei particolari piu' minuti.>>
Cosa significa "lievi" ? E la definizione di quei particolari più minuti non dipenderà anche dal tempo di esposizione? Ok, tolgo il ccd e metto l'occhio all'oculare: siamo sicuri che la situazione non cambi quando poi farò la ripresa? E il "tempo di esposizione" e la sensibilità ai particolari del mio occhio vale quanto nel tuo?
"Brevi momenti" o "leggeri tremolii", volendo pescare ancora nella scala di Antoniadi, che significa?
Brevi, leggeri e lievi sono attribuzioni soggettive, finchè non definiamo il QUANTO !
Brevi quanto? Leggeri quanto? Lievi quanto?
Con tali graziosi aggettivi è pur vero che un gruppo di appassionati ed esperti, condividendo esperienze, può giungere ad uno sperimentato accordo, basato tacitamente su criteri per definire quale tremolio sia leggero e cosa no: ma è comunque una scelta arbitraria e non espressa oggettivamente.
Tale accordo intersoggettivo non può definirsi oggettivo finchè quei criteri più o meno inconsci, più o meno chiari, che sono stati condivisi, non vengono "esplicitati" sotto forma di grandezze misurabili e procedure logiche, che chiunque possa leggere al di fuori di tale gruppo.
Ad esempio, in tutt'altra situazione, potremmo vedere un gruppo di persone al bar, più legato al bicchiere che alla logica, trovare degli accordi intersoggettivi su come fracassare dei tavolini per "migliorare la serata e darle un po' di brio". Hanno raggiunto un accordo intersoggettivo, ma non è oggettivo che il loro proposito migliori la serata dandole del brio. Magari la serata peggiora in carcere, altro che brio!
Oppure i tipi intendevano aiutare il barista a disfarsi di vecchi tavolini appartati in una cantina...
In tal caso dovrebbero rendere più esplicite e chiare le intenzioni.
A me non interessa tanto sapere che c'era un tremolio "leggero" per tutto il "Gruppo Astrofili Seleniti" , quanto sapere l'entità del tremolio (dimensione, velocità, frequenza).
Dimensione, velocità e frequenza possono essere condivise senza equivoci - sono grandezze fisiche- , mentre il concetto di "leggero" implica che vada a incontrare il "Gruppo Astrofili Seleniti", per farmi un'idea di cosa sia leggero per loro!

Avete un'idea di cosa sia una leggera bevuta dalle mie parti?