Molto interessante l'argomento seeing.
Ritengo che per esprimere una valutazione corretta sia in primo luogo necessario definire i termini della questione.
Se "oggettività" e "seeing" avessero una definizione inequivocabile, completa ed accurata, avremmo la risposta al problema, ovvero potremmo dire subito se la misurazione del seeing rientra oppure no nell'ambito dell'oggettività.
In un ragionamento a nulla serve il puro ricorso alle "fonti autorevoli" o alle "regole del sito ove si pubblicano le immagini". Galilei docet: <<...perciò signor Simplicio venite pure avanti con le vostre argomentazioni e non con libri o nude autorità, perchè i nostri ragionamenti non sono sopra un mondo di carta...>> Non ricordo le parole esatte e non ho voglia di riaprire nuovamente il "Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo" e, se anche il pisano fosse stato per l'autoritarismo, non è cosa che mi può turbare.
Semmai, nell'autorità (e magari nei doveri) delle persone che se ne servono, sta il definire i significati delle parole. Ma a nulla vale un'autorità per definire l'oggettività di qualcosa, a meno che non si sposti il discorso sulla fede nella parola altrui (ma allora ci porremmo fuori dal concetto di oggettività).
Provo a definire i termini, nella speranza che altri valutino e, se il caso, correggano o integrino i miei concetti:
- seeing, sul piano pratico della ripresa planetaria, è il grado di spostamento in arcsec in rapporto ad un'unità di tempo dei dettagli di un'immagine, il grado massimo e minimo di tali spostamenti, il rapporto tra tali spostamenti angolari e le dimensioni angolari del disco del pianeta, la presenza contemporanea di spostamenti "in conflitto"(un dettaglio da sinistra va a destra mentre un altro a destra se ne scappa a sinistra, impastandosi entrambi); infine la percentuale di tali manifestazioni nell'intero filmato.
Tali spostamenti devono essere distinti da quelli di natura meccanica del sistema di ripresa e da quelli riferibili a problematiche termiche del sistema medesimo.
-oggettività è la proprietà per cui un fenomeno può essere descritto nelle sue qualità e misurato nelle sue quantità intersoggettivamente e in maniera CONCORDE, SULLA BASE DI METODI E STRUMENTI DEFINIBILI E RIPRODUCIBILI.
Dire che "l'esperienza" o la "pratica" portano a valutazioni oggettive del seeing è una forzatura, che nasconde un problema di fondo: quali parametri attribuisco e quale rilevanza a ciascuno degli aspetti che ho descritto nella definizione di seeing? E soprattutto, con quale pratica ci si calcola a occhio le percentuali e l'entità e le direzioni di vari movimenti?
Poi non escludo che un domani qualche buon programmatore, come è stato detto nel topic, crei una metodologia definita e riproducibile, ossia oggettiva.
Registax 5, allineando e ottimizzando i frames, già dimostra un potenziale in questa direzione...ma al momento non indica oggettivamente il seeing.
Le nostre valutazioni a occhiometro sono soggettive per una ragione doppia:
non abbiamo concordato il peso da dare ai diversi elementi del seeing (le diverse manifestazioni di movimento dei dettagli); perciò manca in parte l'aspetto qualitativo.
Infine il mio occhio non è un righello, nè un cronometro e neppure un sistema di conteggio.

Che ne dite?
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