photallica ha scritto:
La pratica di utilizzare filtri "scurenti" ...
Io ho fatto qualche prova e sono giunto a queste conclusioni.
Il filtro neutro serve quando la dimensione apparente del disco planetario è di 1-2°. In questo caso, il disco, relativamente piccolo, immerso nel cielo, appare come "sovraesposto".
A parità di intensità superficiale, il filtro non serve più verso i 250-300x. Voglio dire che Giove in un 20 cm a 150x è troppo luminoso, ma in un 40 cm a 300x è leggibilissimo (anche se ha la stessa intensità superficiale). L'occhio si adatta bene alla luminosità di un disco del diametro apparente di 3-4°. Non a dischi di diametro apparente inferiore. Il filtro neutro serve quindi quando si è costretti a stare sotto i 150-200x.
Un trucco alternativo è quello di fissare un foglio illuminato prima di osservare. In questo modo si passa in visione fotopica e si osserva bene (Giove con un cielo nero) finché non si riprende l'adattamento al buio. Una variante è osservare durante il crepuscolo.
Il caso estremo è quello dei satelliti Galileiani, su cui non si vedono particolari perché sono troppo sovraesposti (a qualsiasi ingrandimento eccetto quelli folli)
Con il 40 cm mi è capitato di vedere Ganymede in Transito e, con uno sfondo di intensità simile, ho intuito dettagli superficiali.
Del resto nel 60 cm Ganymede appare un disco di dimensione notevole (ho visto come un disco anche Titano) e molto più grande dei dettagli e festoni che vedo su Giove. Quando Ganymede sta contro il cielo nero non vedo dettagli perché è sovraesposto (e non ho mai provato qualche trucco di quelli sopra detti per vedere dettali, che però sono alla portata, visto che ne vedo di dimensione simile sul disco di Giove).