Dopo una lunga trafila per ricevere un secondario nuovo (quello presente era scheggiato) da TS, che si è felicemente conclusa con una Barlow in omaggio, ho ricevuto il 130 mini-dobson.
Direi che sono globalmente soddisfatto, sopratutto mi consente di portarlo in treno smontando la base dobson e infilandola nel trolley e il tubo entra in un comune zaino. Voglio comunque provare a fare un altra dobson data la semplicità costruttiva ed una certa voglia di lavorare con le mani.
Una (non così) piccola valutazione per aiutare i neofiti come me:
- Lo
specchio è parabolico ed ampio per il prezzo davvero contenuto. E' facile da collimare e conserva la collimazione.
- La
montatura è una piccola dobson, quindi necessita di un tavolino, in teoria. In pratica l'ho sempre poggiato per terra e mi sono invece seduto io vicino su uno sgabellino basso, arrivando all'oculare in una posizione che non mi è risultata scomoda. Ha una maniglia dalla quale si può tirare su tutto il telescopio. I movimenti sono fluidi regolando opportunamente la pressione del dado che vincola i movimenti azimutali, il segreto è muovere il telescopio dalla base circolare per l'azimut e dall'aggancio a coda di rondine in altitudine (o anche solo entrambi i movimenti con una sola mano dall'aggancio). Sono arrivato a seguire con discreta facilità Giove a 216x. Il piatto in basso è comodissimo per appoggiare rapidamente oculari e altri accessori.
- Il
cercatore è a red dot. E' facilissimo da allineare e se allineato bene consente di trovare subito nell'oculare l'oggetto puntato. Il suo utilizzo è limitato solo a puntare le stelle più luminose delle costellazioni, per poi muoversi di star-hopping con l'occhio nell'oculare. Infatti con un adeguata carta del cielo, dato l'ampio campo disponibile ai bassi ingrandimenti (25x con l'oculare da 25 mm e si può scendere ancora con uno da 32mm) ci si muove tranquillamente. Anch'io ho riscontrato che il punto luminoso è troppo luminoso in certi casi. Puntare allo zenith inizia a richiedere qualche contorsione (a meno che il telescopio non ti superi in altezza).
- il
focheggiatore elicoidale (in metallo) è forse il punto debole. E' una ghiera che si avvita e svita. In realtà si riesce ad andare benissimo a fuoco anche ad alti ingrandimenti con barlow se il seeing lo permette, però
mi raccomando di svitarlo ed avvitarlo almeno una cinquantina di volte prima di usare il telescopio, per mandar via la vernice che altrimenti cadrebbe in frammenti sul secondario e sul primario! questa cosa è fondamentale.
- Il
tubo è collassabile, questo è un vantaggio per la compattezza estrema, tuttavia quando si superano i 130x inizia ad essere evidente una certa elasticità strutturale che rende difficoltosa la messa a fuoco se non si usa estrema calma (cosa comunque consigliabile in generale in astronomia

). Dando un colpetto al tubo sono necessari pochi secondi per far cessare le vibrazioni.
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Materiali direi che è fatto di metallo, probabilmente alluminio verniciato con qualche vernice plasticosa, tranne ovviamente la montatura che è di truciolo compresso.
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Usabilita' è quasi eccessiva

, nel senso che si rischia davvero di trovarsi ogni sera in balcone o da qualche altra parte a guardare il cielo o la Luna dati i tempi di setup praticamente nulli (lo prendi per la maniglia, lo porti, lo poggi per terra, lo usi).
Approfitto dell'occasione per confermare quanto si dice in giro: iniziare con un binocolo (7,8,10x) anche di poche pretese. Io l'ho fatto ed ho trovato utile l'esperienza al binocolo, che mi ha permesso di familiarizzare con il cielo e di trovare quei percorsi che ti aiutano poi quando usi il telescopio.