Ciao ancora,
ragazzi, non vorrei che sembri una diatriba di alcun genere, o men che meno una sorta di flame, vi assicuro che non c'è alcuna intenzione, se non quella dettata dalla curiosità e dalla passione e dall'esperienza che ognuno di noi ha accumulato e che tenta qui di condividere, di polemizzare in alcun modo.
Dico a Pering che ho richiesto il libro di cui sopra e che certamente gli darò fondo appena in mio possesso. Ad ogni modo capisco che la letteratura sull'argomento, è alcuanto scarsa o, molto spesso, vecchia se non vetusta e, di norma, quasi un copia ed incolla di pubblicazioni d'oltreoceano. La letteratura più nuova ed interessante sull'argomento è di solito in lingua Inglese (per non parlare delle pubblicazioni scientifiche sull'argomento che sono rigorosamente solo in tale idioma) e che, chi non ne masticasse troppo, si troverebbe certamente in condizioni di svantaggio. Personalmente sono bilingue e quindi fortunato a poter accedere senza problemi ad entrambi i mondi editoriali.
Come citato nellultima risposta del thread:
Pering ha scritto:
Una stella non ricade mai su 2 pixel, è l'FWHM del PSF della stella che può ricadere su due pixel,
l'FWHM è l'ampiezza piena a metà del valore di picco, e si misura proiettando sul piano verticale il diagramma di diffusione.
l'FWHM può essere misurata sul piano che contiene l'ascissa o sul piano che contiene l'ordinata, se i valori differiscono vuol dire che si parla di FWHMx e FWHMy, (Astroart li riporta tutti e due, non so Maxim).
Quindi l'FWHM si misura in pixel ma potrebbe benissimo essere misurata in micron, essendo una misura ad una sola dimensione.
Poi se questa dimensione, gliela vogliamo togliere, non possiamo parlare più propriamente di FWHM ma parleremo di seeing.
FWHM*scala d'immagine= seeing medio
Come tu stesso fai notare, c'è un'ascissa ed un'ordinata ovvero 2 assi i valori FWHMx ed FWHMy che indica anche Maxim, servono a determinare se c'è una asimmetria e quindi una elongazione che, nel caso di una singola stella, significherebbe un mosso.
La misura 2 pixel si intende sempre riferita, appunto, a questo cerchio che per essere definito tale in senso geometrico, si distribuisce su due assi. Riflettiamo semplicemente, nella definizione stessa che tu dai ti riferisci ad un piano di proiezione, adesso un piano è identificabile solo attraverso l'uso minimo di tre punti che lo individuino. Per 1 o due punti, passano infiniti piani solo per tre punti passa un solo piano quindi un'origine e due assi di sviluppo. Continuo a dire, se ci incuriosisce l'aspetto della teoria legata a questi concetti, allora ha senso andare avanti nel discorso, se invece ci interessa relativamente e siamo interessati all'aspetto pratic sul campo, allora siamo andati troppo oltre anche scomodando Nyquist, l'FWHM le PST ecc. Un buon Americano medio direbbe in maniera molto "rozza" ma totalmente pratica che, le immagini che normalmente produciamo hanno una risoluzione media "tutto compreso" che va mediamente dai 3 a 2 arcsec, per avere la certezza di questo, il sistema deve avere una risoluzione angolare sul ccd di circa 0,5/1,5 arcsec, fine della storia. Non c'è niente di sbagliato in ciò che viene citato nel libro di cui parli, solo che, come per tutte le cose che non siano la fede, vanno interpretate e, a volte, messe in discussione. Ripeto stiamo saltando dalla teoria alla pratica in maniera un po confusionaria, io personalmente parlo della parte teorica. e' chiaro che il valore FWHM può esser espresso in micron (quadrati, essendo la misura di un'area) ma se ha una sola dimensione che senso ha FWHMx ed FWHMy? In via teorica può essere espresso da un solo valore dimensionale (come il diametro per un cerchio) che una volta noto può essere utilizzato per calcolare altre cose. Credo solo che comprendere appieno di quello i cui stiamo parlando può essere di ispirazione e comprensione per i nostri pensieri (per questo ringrazio Pering che stà facendo muovere i nostri cervelli!). La parola "medio" indica, nel caso del seeing, un tempo considerato. Come dice Raffaele, un conto è fare una posa di 1 sec in cui la stella avrà una PST meno "martoriata" un'altro è fare posa di 600 sec per poi vedere cosa ne esce. Anche quì quindi esistono numerose tecniche, le ultime che si inizia a sperimentare anche per il deep sky riguardano il Luky imaging in cui, cosa che può sembrare incredibile, si riesce ad ottenere risoluzioni inferiori a quelle teoriche realizzabili con la propria strumentazione, figuriamoci al seeing! Comunque per concludere il papiello, la matematica ci dice che se sovracampioniamo almeno a 3/ 3,5 volte, allora riusciremo a ricostruire punto, se lo facciamo meno, non sarà più possibile e perderemo risoluzione spaziale. Ciò non significa che perdiamo SNR su soggetti diffusi, anzi, potrebbe essere il contrario. In poche parole il discorso che stiamo affrontando riguarda solo la possibilità di sfruttare al meglio la "risoluzione spaziale" del nostro setup, null'altro. Specifiche necessità di ripresa potrebbero richiedere specifiche tecniche di acquisizione per massimizzare o privilegiare l'aspetto che più ci interessa in termini di SNR. Questo si traduce in una migliore possibilità di analisi dei dati ottenuti. L'elaborazione ed il rendering visivo di tali dati poi, è tutt'altra faccenda, dato che la visione è un processo quasi interamente di ricostruzione che compie il nostro cervello. Possiamo rimanere a bocca aperta di fronte ad un'immagine osannando la sua risoluzione quando invece si tratta solo di microcontrasti e trovare "spenta e piatta" un'altra che ha una risoluzione effettivamente elevatissima.
Ciao da JOE