Intervengo solo ora in questa discussione molto interessante, sia perche' non l'avevo vista, sia perche' troppo tecnica
per le mie misere conoscenze...mi rendo conto di essere troppo "pratico" e poco "teorico".
Secondo me si stanno creando delle incomprensioni riguardo ai termini usati nei messaggi precedenti ... nel senso:
FWHM, bisogna vedere se lo esprimiamo in pixel o in arcosecondi, viene da se che nel primo caso il campionamento e' ininfluente,
mentre nel secondo no in quanto necessario per il calcolo dello stesso.
Inoltre, sempre riguardante l' FWHM, bisogna specificare se il dato e' scaturito dalla procedura di messa a fuoco, e
quindi derivante da pose di pochi secondi, oppure riferito, ad esempio, ai subframe che riprendiamo per poi
compositare un' immagine.
Per come lo intendo io il valore di FWHM che leggo quando faccio il fuoco mi indica, in linea di massima, la qualita'
del cielo in quel momento e ovviamente mi fa capire qual'e' il punto di fuoco migliore,
ma quello che trovo piu' utile e' quello che mi da CCDInspector (per esempio) quando analizzo i subframe
dopo averli ripresi....solo cosi' si puo' capire realmente sotto che tipo di cielo abbiamo ripreso.
Inoltre ho sempre notato mediante esperienze dirette ed indirette che in presenza di campionamenti molto alti
o molto bassi, quindi sovracampionando o sottocampionando, i valori di FWHM durante la procedura di fuoco risultino
un tantino alterati...sicuramnete utili per il raggiungimento del fuoco ma poco indicativi per la valutazione del cielo.
In ultimo: ho sempre creduto che il valore minimo visualizzabile da Maxim fosse 1, ma anche se cosi' non fosse ( e quindi
rilevasse un valore da subpixel) all' atto pratico poco cambierebbe in quanto andando a riprendere l'immagine un pixel
potra' essere acceso o spento, ma non acceso a meta' per cui avremo, al limite, una stella per ogni pixel e quindi
un FWHM espresso in pixel (bada bene non in arcosecondi) uguale a 1.
Spero di non aver detto troppe cavolate, in tal caso correggetemi
