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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:50 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
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naturalmente parlo a parità di schema ottico, e, per semplificare ancora di piu' potremmo pensare a due rifrattorini uno da 200mm e uno da 500mm :lol:

insomma mi sembra che la PU non abbia la considerazione che si merita, generalmente, e se ne parli (secondo me, ma capisco chi la pensa diversamente) solo in maniera "insensata", cioè se uno ha un oculare che da un PU di 7mm, per esempio, gli si dice di non usarlo, sarebbe piu' opportuno dirgli di usarlo ma di considerare che l'apertura effettiva sarà diversa da quella reale (insomma osservi con un 12" ma in realtà ti arriva la stessa luce di un 11", per esempio ;) )

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 11:01 
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Iscritto il: venerdì 21 dicembre 2007, 13:49
Messaggi: 4574
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Insomma, alla fine questo discorso serve a giustificare l'acquisto di oculari a grande campo per telescopi di apertura generosa: se ti serve un campo reale ampio (ad esempio per una nebulosa di oltre un grado) e contemporaneamente vuoi sfruttare tutta la luce, non puoi usare oculari a focale lunga, ma devi stare su focali più corte e quindi AFOV elevati (Nagler o simili).

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 11:04 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23670
ehhehe
alla fine questo discorso mi serviva perchè sto preparando un lavoretto sulla risoluzione e mi sono imbattutto nella PU... e mi sono accorto che l'ho sempre trattata come concetto banale mentre nasconde tante informazioni ;)

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 11:18 
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Iscritto il: mercoledì 3 maggio 2006, 9:07
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andrea63 ha scritto:
Insomma, alla fine questo discorso serve a giustificare l'acquisto di oculari a grande campo per telescopi di apertura generosa: se ti serve un campo reale ampio (ad esempio per una nebulosa di oltre un grado) e contemporaneamente vuoi sfruttare tutta la luce, non puoi usare oculari a focale lunga, ma devi stare su focali più corte e quindi AFOV elevati (Nagler o simili).


Non a caso quel genere di oculari (prima i nagler, ora gli ethos) sono molto amati proprio dagli utilizzatori dei grandi dobson :wink: e, anzi, sono proprio progettati in modo specifico per rendere al meglio sui riflettori veloci.

Tornando all'ultimo post di Tuvok, in effetti il concetto della PU è davvero molto importante.
Oltre a quanto già detto, si può ribaltare il discorso per quello che riguarda gli oculari a focale corta, quindi pensando agli alti ingrandimenti.
Qual'è il motivo per cui, a parità di telescopio, aumentando gli ingrandimenti diminuisce la luminosità dell'immagine?
Perché se osservo la luna piena a 100x nel mio telescopio da 16" mi acceco, mentre se la osservo a 400x è sopportabilissima?
Di nuovo per via della PU (che si rimpicciolisce).

Poi, vi vengono in mente altri fattori che dipendono dalla PU?

Fabio

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 11:22 
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Sbab il discorso luna piena ha anche un altro fattore da considerare.
Se ho un oculare da 150x con afov di 80° prendo la luna piena per intero. Tutta la sua luce arriva perciò al mio occhio. Ho un oggetto di mag integrata -13.5 più o meno.
Se però passo a 300x con i medesimi afov ne prendo un quarto. Per cui oltre ad avere una pupilla ridotta della metà (con una luce che passa ridotta a un quarto) ho anche la luna che mi manda a sua volta un quarto di luce di quanto mi mandava prima per cui raccolgo 1/16 di quanto raccoglievo prima e non solo 1/4.

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 11:36 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
sbab ha scritto:
andrea63 ha scritto:
Insomma, alla fine questo discorso serve a giustificare l'acquisto di oculari a grande campo per telescopi di apertura generosa: se ti serve un campo reale ampio (ad esempio per una nebulosa di oltre un grado) e contemporaneamente vuoi sfruttare tutta la luce, non puoi usare oculari a focale lunga, ma devi stare su focali più corte e quindi AFOV elevati (Nagler o simili).


Non a caso quel genere di oculari (prima i nagler, ora gli ethos) sono molto amati proprio dagli utilizzatori dei grandi dobson :wink: e, anzi, sono proprio progettati in modo specifico per rendere al meglio sui riflettori veloci.

Tornando all'ultimo post di Tuvok, in effetti il concetto della PU è davvero molto importante.
Oltre a quanto già detto, si può ribaltare il discorso per quello che riguarda gli oculari a focale corta, quindi pensando agli alti ingrandimenti.
Qual'è il motivo per cui, a parità di telescopio, aumentando gli ingrandimenti diminuisce la luminosità dell'immagine?
Perché se osservo la luna piena a 100x nel mio telescopio da 16" mi acceco, mentre se la osservo a 400x è sopportabilissima?
Di nuovo per via della PU (che si rimpicciolisce).

Poi, vi vengono in mente altri fattori che dipendono dalla PU?

Fabio


Ovviamente il fondo cielo. Ammesso che uno ha la pupilla che arriva a 7 si ha poi un cielo con un fondo cielo così scuro da poter usare una PU cosi spinta (senza perdere molte informazioni o addirittura acqusitandole rispetto a una PU più bassa)?

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 12:03 
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Renzo ha scritto:
Sbab il discorso luna piena ha anche un altro fattore da considerare.
Se ho un oculare da 150x con afov di 80° prendo la luna piena per intero. Tutta la sua luce arriva perciò al mio occhio. Ho un oggetto di mag integrata -13.5 più o meno.
Se però passo a 300x con i medesimi afov ne prendo un quarto. Per cui oltre ad avere una pupilla ridotta della metà (con una luce che passa ridotta a un quarto) ho anche la luna che mi manda a sua volta un quarto di luce di quanto mi mandava prima per cui raccolgo 1/16 di quanto raccoglievo prima e non solo 1/4.


Vero.
Quello della luna piena non era un gran bell'esempio perché c'è anche il fattore che dici tu.
Diciamo che il ragionamento che ho fatto io funziona meglio nel caso di una galassietta che riempie solo una piccola parte del campo, sia a bassi che ad alti ingrandimenti.

Ras, hai ragione. Quotone sul discorso del fondo cielo, che specialmente con diametri generosi salta fuori eccome!

Fabio

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 12:53 
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Per applicare nellla pratica questi concetti, però, dobbiamo sapere che pupilla mettiamo davanti all'oculare... voi il diametro massimo della vostra pupilla lo conoscete o vi basate sui valori medi?

E poi ho un dubbio sul fatto del fondo cielo: aumentando gli ingrandimenti il cielo scurisce e questo anche dal solo punto di vista estetico è appagante. Ma i dettagli di una galassia che vengono fuori aumentando gli ingrandimenti sono dovuti solo al fattore di ingrandimento o anche ad un miglior contrasto? La diminuzione di luminosità chiaramente colpisce sia l'oggetto che lo sfondo e quindi il contrasto dovrebbe restare lo stesso, ma forse la minore quantità complessiva di luce aiuta a distinguere meglio i particolari?

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MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 14:02 
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andrea63 ha scritto:
Per applicare nellla pratica questi concetti, però, dobbiamo sapere che pupilla mettiamo davanti all'oculare... voi il diametro massimo della vostra pupilla lo conoscete o vi basate sui valori medi?

Non mi sono mai messo a misurarla, anche se qualche metodo empirico esiste (tipo quello di mettere davanti all'occhio nudo lo stelo di una chiave a brugola di dimensione nota, ma non ricordo esattamente la procedura). Io considero un valore di 6mm, ma in totale adattamento al buio che quindi è difficilmente raggiungibile.

Cita:
E poi ho un dubbio sul fatto del fondo cielo: aumentando gli ingrandimenti il cielo scurisce e questo anche dal solo punto di vista estetico è appagante. Ma i dettagli di una galassia che vengono fuori aumentando gli ingrandimenti sono dovuti solo al fattore di ingrandimento o anche ad un miglior contrasto? La diminuzione di luminosità chiaramente colpisce sia l'oggetto che lo sfondo e quindi il contrasto dovrebbe restare lo stesso, ma forse la minore quantità complessiva di luce aiuta a distinguere meglio i particolari?

Qui l'affare si complica parecchio.
Quando diciamo che aumentando l'ingrandimento aumentiamo il contrasto dell'immagine in realtà sbagliamo, perché come dici tu scuriamo il fondo cielo ma scuriamo dello stesso fattore anche l'oggetto, quindi il contrasto è costante.

Però entra in gioco la fisiologia dell'occhio e il fatto che l'occhio umano ha una diversa sensibilità al contrasto in base alla forma e alle dimensioni apparenti dell'oggetto osservato.
C'è un articolo molto interessante di Clark a riguardo (che mi pare fosse già circolato sul forum :wink: ) in cui l'autore definisce il parametro Optimum Magnified Visual Angle (OMVA), ossia l'ingrandimento ottimale per massimizzare la percezione di contrasto per ogni oggetto in un determinato strumento:
http://www.clarkvision.com/visastro/omva1/index.html

In pratica, secondo l'autore, per ciascun oggetto a basso contrasto c'è una dimensione apparente ideale tale per cui se l'ingrandimento usato mi fa osservare l'oggetto più piccolo di questa grandezza esso è di difficile osservabilità; se invece l'ingrandimento è troppo alto, superando quindi il valore di OMVA, la sua luminosità superficiale diminuisce troppo rispetto alla capacità dell'occhio di percepirne il contrasto.

Ho letto anche un articolo molto interessante a riguardo sulla rivista online Astronomy Technology Today del mese di gennaio 2009 (http://astronomytechnologytoday.com) in cui veniva presentato un software in grado di modellare proprio questo tipo di effetto chiamato Virtual Observer. Pare che il progetto sia morto lì, però l'articolo ce l'ho ancora, se ti interessa.

Ma tornando al titolo del topic, si può ragionare benissimo in termini di pupilla di uscita, dicendo che per ogni oggetto a basso contrasto esiste una PU ottimale per osservarlo al meglio. Il problema è stabilire qual'è questa PU ottimale, dopodiché diventa facile capire qual'è l'ingrandimento ottimale da utilizzare in base al proprio telescopio.

Fabio

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 14:19 
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andrea63 ha scritto:
Insomma, alla fine questo discorso serve a giustificare l'acquisto di oculari a grande campo per telescopi di apertura generosa: se ti serve un campo reale ampio (ad esempio per una nebulosa di oltre un grado) e contemporaneamente vuoi sfruttare tutta la luce, non puoi usare oculari a focale lunga, ma devi stare su focali più corte e quindi AFOV elevati (Nagler o simili).


Esattamente. L'ingrandimento risolvente si ottiene con valori della PU pari o superiori al diametro della pupilla dell'osservatore, è controproducente una pupilla d'uscita troppo ampia.

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Roberto Porta - photallica v. 2.0

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