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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 1:36 
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Messaggi: 279
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non so, ragazzi

peraltro sono appena tornato dall'ospedale dove ho ricoverato oggi la nonna e vi ho passato 7 ore.

Comunque prima di uscire per andare a casa sua avevo tirato fuori questo, che chiedo di passare in sequenza:

mia ripresa: http://img214.imageshack.us/img214/2572/13073606.jpg

ripresa POSS: http://img179.imageshack.us/img179/2801/41973434.jpg

l'allineamento l'ho fatto con aladin, dopo aver ruotato con gimp che mi ha incasinato il fondo cielo.
Gianluca Masi ha affermato nell'altro thread che le lastre del POSS sono di 20,5. A me le stelle paiono confrontabili. Spero di avere poi un po' di tempo per analizzare con maggiore cura le riprese (e soprattutto ruotare i miei fit con un programma astronomico prima di darli in pasto ad aladin).

Se poi confronto gli scatti con la cartografia nomad http://img689.imageshack.us/img689/3136/testyo.jpg escono oggetti coincidenti a cui vengono assegnate magnitudini ben più profonde. La domanda é per pura iella in 52 riprese con camera in movimento tra una ripresa e l'altra, i miei hotpixel finiscono sempre dove casualmente c'é un oggetto più profondo?

Detto questo, chiudo... domani sarà un'altra giornata di battaglia, tra negozio, ospedale e menate varie.

Ciao

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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 13:03 
Ciao Roberto,a dire il vero sulla magnitudine limite della DSS "rossa" facevo un commento più ampio.

Di nuovo, copio e incollo a beneficio di tutti quanto avevo scritto su "Coelestis":

Ciao Roberto,

la DSS nel rosso ha una mag limite di circa R=20.5 (valore riferito a sorgenti al limite della detection). Limitandosi a stelle visibili senza strabuzzare gli occhi e di natura certa, siamo sulla 19.5/20.0.

Ecco ora un paragone tra la tua foto e la DSS in R (che andrebbe ovviamente interpretato anche alla luce della diversa banda passante):

[file 1___.jpg]

Mi pare che le due riprese si equivalgano, per quanto la DSS mi paia mediamente un pelo più profonda. Questo stando ad un paragine visuale tra le due immagini. Altra cosa è la misura fotometrica diretta, basata su un reticolo di sorgenti di riferimento, le cui magnitudini vengono utilizzate per creare una scala locale, nei limiti evidenti indotti da errori stumentali sistematici, spettrali (la fotometria di precisione è un'arte)

Passando ad una stella rappresentativa del tuo limite (che ho marcato in rosso), visibile pure sulla DSS, otteniamo:

[file 2___.jpg]

con un valore stimato sulla 19ma (inutile ostinarsi a indicare i centesimi quando si maneggiano errori di diversi decimi......). Indietreggiando con ottimismo di mezza magnitudine si arriva alla mia stima (si noti che altri astri al limite propongono limiti analoghi).

Perciò, credo di poter concludere e confermare quanto avevo scritto in precedenza: nella tua immagine la magnitudine limite è intorno alla 19.5, entro qualche decimo.

Un saluto,
Gianluca


perciò, immagini alla mano - a disposizione di tutti, ribadisco quanto avevo concluso in precedenza.

Gianluca


Allegati:
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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 15:28 
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Iscritto il: giovedì 28 febbraio 2008, 19:46
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Ma se si volesse calcolare la magnitudine limite della propia foto in termini scientifici che protocollo e metodo di indagine bisognerebbe seguire?
Ciao,
Fabiomax

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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 15:34 
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Iscritto il: martedì 5 dicembre 2006, 8:20
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Mi unisco a Fabiomassimo e chiedo:

se io confronto la mia immagine con un catalogo (USNO, Nomad, ecc.) e vedo una stella al limite (nel mio fotogramma), poi verifico con il catalogo (USNO) e questo mi dice +20,43 in una certa banda spettrale (per esempio Blu) ciò vuol dire che se la mia ripresa era anch'essa in banda Blu sono effettivamente a +20,43?

Non so' se mi sono spiegato.
Ciao

vaelgran

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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 17:24 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08
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Ciao FabioMax,

quello che chiedi è talmente vasto da argomentare che in questa sede
occorrerebbe troppo tempo. In ogni caso ci sarebbero:

- un articolo scritto qualche tempo fa da Comolli rintracciabile a questo link:

http://www.astrosurf.com/comolli/

menù > articoli > Calcolo della magnitudine limite dei ccd

il quale ha descritto una procedura interessante che potrebbe essere considerata
un buon punto di partenza. Salvo però allinearsi con le caratteristiche spettrali
del filtro fotometrico impiegato nel catalogo di riferimento.
Con questo sistema si raggiunge un sufficente indice di precisione. Ma è importante
conoscere anche la risposta e il grado di linearità del sensore ccd.
Se provi a fare già dei semplici test con i fits delle astrofoto correttamente
filtrate, calibrate ecc., ti renderai conto quanto diventi realente difficile raggiungere
magnitudini relativamente basse! A parte il diametro dello specchio che consente di
giungere a certe profondità, il seeing la fa poi da padrone!

- Se poi ritieni di voler approfondire l'argomento è indispensabile divorare il trattato di
William Romanishin, un must fondamentale per capire la fotometria con la ccd.


Vaelgran, in linea di massima dovrebbe essere corretto, ma è fondamentale individuare
il grado di precisione dei cataloghi di riferimento. Per esempio quelli da te nominati hanno
mediamente un'approssimazione di circa +/- 1 magnitudine. Un errore troppo grande per
essere preso in considerazione. Infatti proprio per questo scopo non vengono mai utilizzati.
Cari saluti,

Danilo Pivato

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Latest New: https://www.danilopivato.com/introduction/latest_news/latest_news.html


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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 18:10 
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Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 23:35
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molto interessante, conoscevo i lavori di comolli, ma molto utile lo stesso

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MessaggioInviato: mercoledì 24 marzo 2010, 18:45 
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Iscritto il: martedì 5 dicembre 2006, 8:20
Messaggi: 2849
Grazie Danilo, onestamente non pensavo che cataloghi "recenti" come il Nomad o similari sballasero di così tanto; vedendo che riportano anche i centesimi di magnitudine li facevo più precisi.
Grazie e ciao

vaelgran

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MessaggioInviato: giovedì 25 marzo 2010, 10:23 
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Iscritto il: giovedì 28 febbraio 2008, 19:46
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[quote="Danilo Pivato"]Ciao FabioMax,

quello che chiedi è talmente vasto da argomentare che in questa sede
occorrerebbe troppo tempo. In ogni caso ci sarebbero:

- un articolo scritto qualche tempo fa da Comolli rintracciabile a questo link:

http://www.astrosurf.com/comolli/

menù > articoli > Calcolo della magnitudine limite dei ccd

il quale ha descritto una procedura interessante che potrebbe essere considerata
un buon punto di partenza. Salvo però allinearsi con le caratteristiche spettrali
del filtro fotometrico impiegato nel catalogo di riferimento.
Con questo sistema si raggiunge un sufficente indice di precisione. Ma è importante
conoscere anche la risposta e il grado di linearità del sensore ccd.
Se provi a fare già dei semplici test con i fits delle astrofoto correttamente
filtrate, calibrate ecc., ti renderai conto quanto diventi realente difficile raggiungere
magnitudini relativamente basse! A parte il diametro dello specchio che consente di
giungere a certe profondità, il seeing la fa poi da padrone!

- Se poi ritieni di voler approfondire l'argomento è indispensabile divorare il trattato di
William Romanishin, un must fondamentale per capire la fotometria con la ccd.


Grazie,
ho provveduto a scaricare il link di Comolli e mi aggiornerò sull'argomento. Penso che questo topic abbia contribuito a tirar fuori un argomento veramente interesante.
Ciao,
Fabiomax

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MessaggioInviato: giovedì 25 marzo 2010, 14:20 
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Ribadisco il concetto: esiste un catalogo discretamente preciso dove poter effettuare una stima empirica (quello che vedo nel catalogo e che vedo nella mia ripresa) diciamo, al decimo di magnitudine? Ovvero, esiste un catalogo "fotometrico"?

Ciao

vaelgran

PS:
Riporto:
"In 2008 June, following completion of the draft paper, I received a communication from Herbert Raab, the author of Astrometrica, saying that he was working on adding the CMC14 catalogue and wondering if this would be useful for photometry. Astrometrica (http://www.astrometrica.at/) is a very popular piece of software used to carry out astrometry of asteroids and comets, but the photometry it yields when based on catalogues such as the USNO B1.0 and UCAC-2 is only accurate to about 0.2 mag at best. To cut a long story short, some 10 weeks and 11 revisions of the software later, Astrometrica was rewritten with some help from me to permit photometry accurate to about [+ or -] 0.03 mag in those regions of the sky covered by CMC14. The latest version (4.5.1.377) provides for aperture photometry in both the Johnson-V and Cousins-R passbands. The relationship described in the present paper is utilised by Astrometrica along with constraints on the J-K colours of reference stars, to yield V photometry to a precision of 0.01 magnitude. Note that the CMC14 catalogue option must be selected in the Settings configuration file for accurate photometry. Cousins-R photometry is based on the relationship, R = r'-0.22."

Ora, premesso che con l'inglese litigo parecchio, mi pare di capire che l'USNO B1.0 oppure l'UCAC-2 hanno uno scarto di 0.2 mag. mentre nelle regioni coperte dal CMC14 si arrivi a 0.03 mag.
Ora chiedo se, anzichè utilizzare Astrometrica, eseguo una semplice stima osservando una stella debolissima della mia immagine, identificandola nel catalogo in questione e dicendo che, a parità di filtraggio utilizzato nella mia immagine e nel catalogo, la magnitudine raggiunta nella mia posa sia quella. Dove sbaglio?

Ciao e scusate se vi ho tediato.

vaelgran

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Ultima modifica di vaelgran il giovedì 25 marzo 2010, 14:58, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: giovedì 25 marzo 2010, 14:47 
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Il catalogo cmc-14 è sufficientemente preciso. Però devi considerare che le stime fotometriche richiedono filtri precisi. Una ripresa in luce bianca somma i fotoni a varie energie mentre quella fotometrica (per esempio solo V) raccoglie solo una parte di tutti i fotoni. Per questo di regola se ci si basa sui cataloghi fotometrici tendiamo sempre a sovrastimare le riprese effettuate in quanto la luce raccolta è maggiore.

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