Secondo me hanno ragione tutti.
Io sono astigmatico, faccio molta fatica a vedere le stelle deboli. Osservo ogni mese sotto un cielo che varia da 21.2 a 21.5 di SQM, ma fino a poco tempo fa non riuscivo assolutamente a vedere la Lambda Orsa Minore (poco meno di mag 6.3). Negli ultimi mesi comincio a percepirla in distolta, altri sul campo mi dicono di vederla bene. King, che a mio parere ha un occhio formidabile, da questo cielo vedrebbe probabilmente fino alla 6.5, io forse non ce la farò mai. Ora, probabilmente con l'allenamento dell'occhio e l'esperienza, riesco a contare le pleiadi, mentre l'anno scorso vedovo solo un mucchietto indistinto.
Quindi per me l'SQM è importantissimo, perchè mi aiuta a giudicare un cielo.
Invece, quando guardo le galassie deboli, ho l'occhio più fine di altri che vedono meglio di me le stelle puntiformi. Vedo infatti dettagli di galassie e nebulose che altri non percepiscono ... forse sempre a causa dell'allenamento o perchè il mio occhio, handicappato sui puntini, è performante sugli oggetti estesi.
Insomma, l'astrofilo è un misto di fisiologia ed esperienza, l'SQM è solo tecnologia, e quindi non ha bisogno di imparare. Il mio parere è che sia molto utile all'inizio della vita osservativa, e sempre meno man mano che si impara a giudicare il cielo a colpo d'occhio. King, compralo!
Mauro Narduzzi ha scritto:
due cieli a quote differenti ma con rilevazione SQM uguale (e cielo sereno

) sulla stessa zona di cielo sono uguali
Su questo io allora ho un concetto diverso.
Siccome ad altitudini più basse l'estinzione è più alta, il cielo può apparire più nero, perchè parte della luce viene assorbita dall'atmosfera. Quindi di due cieli di pari SQM ma di altitudine diversa, il migliore è di certo quello ad altitudine maggiore.
Mi corregga qualcuno se sbaglio
