Geremia Forino ha scritto:
Nonostante la ripresa in condizioni di alta foschia, ho voluto elaborare comunque questi 500 frame.
Complimenti immagine fantastica, come sfondo desktop è una gran figata.
In questo periodo, dopo aver letto il libro allegato al numero in edicola di Le Scienze:
I Re del Sole
http://libreriarizzoli.corriere.it/libr ... 8806184186 (che racconta di osservazioni solari da parte di grandi astronomi) mi sta venendo una gran voglia di osservare e soprattutto di fotografare il sole. Anche perchè dal mio balcone di Roma posso fare poco con troppo inquinamento luminoso notturno ed un seeing malefico.
Non ho mai dato particolare risalto all' osservazione solare ma, ripeto, quel libro mi ha affascinato tanto. Allora ti chiedo se mi puoi consigliare su come attrezzarmi per lo scopo.
Al momento io oltre all' attrezzatura che vedi in firma da qualche parte dovrei avere
sia un filtro solare di vetro a tutta apertura per il C8 che un filtro solare a tutta apertura per il 102 apo.
Forse però ci vuole qualcosa di specifico. Mi puoi dare qualche consiglio?
A me piacerebbe osservare e fotografare il sole, le protuberanze, e soprattutto le macchie solari alla ricerca di quei particolari fenomeni detti brillamenti* che ho scoperto leggendo proprio quel libro.
Il PST pare abbia bisogno di accessori particolari per utilizzo con webcam o reflex,
Io ho due 3 webcam che che non uso da tempo e non so se funzionano ancora.
Non so se la dfk necessita di qualche accessorio particolare per attacco al pst.
Tu come fai queste bellissime foto?
Grazie

Alfonso Cocco
* per brillamenti non intendo le protuberanze ma quel fenomeno che viene descritto qui sotto:
<< Il primo settembre del 1859, l'astronomo inglese Richard Carrington (1826-75), mentre esaminava le immagini di un gruppo di macchie, fu colpito da un'intensa emissione in luce bianca proveniente dalla regione sotto osservazione. Si trattò della prima osservazione di un brillamento solare, evento esplosivo nel corso del quale un'enorme quantità di energia viene rilasciata assai rapidamente da ben definite zone dell'atmosfera solare, principalmente sotto forma di particelle energetiche (elettroni fino a 10 Mev e protoni fino a centinaia di Mev) e di radiazione elettromagnetica (da circa 0.002 Angstrom fino a circa 10 km, con picchi di emissione nel campo dei raggi X e UV). L'origine dei brillamenti risiede certamente nell'energia accumulata negli intensi campi magnetici delle regioni attive e liberata, in maniera assai rapida, in un processo di annichilazione di linee di forza.
Altrettanto importante, per quanto qui interessa, fu il complesso di perturbazioni geofisiche che sembrarono seguire il brillamento di Carrington. Infatti, a distanza di circa diciotto ore, si sviluppò una delle più intense tempeste geomagnetiche mai registrate, cui si affiancò una manifestazione aurorale di notevolissima rilevanza che fu osservata fino a latitudini estremamente basse.>>