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Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 18 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 21 gennaio 2010, 22:55 
Non concordo fino in fondo.
I filtri fotometrici servono se si vogliono effettuare certi lavori di ricerca.
Per scoprire nuove variabili, fare l'analisi del periodo, scoprire e caratterizzare pianeti extrasolari, non sono indispendabili filtri fotometrici e parlo a ragion veduta, visto che le variabili scoperte e caratterizzate da me sono state accettate anche senza lo studio con filtri fotometrici, basta semplicemente dirlo e tenerne conto quando si vogliono fare analisi di ordine superiore. Discorso ancora più forte per i pianeti extrasolari, dove il filtro R è effettivamente consigliato ma solamente per attenuare l'effetto dell'estinzione atmosferica differenziale. Io per la scoperta di HD17156b ho utilizzato un passa infrarosso composto da un violetto ed un giallo, quindi quanto di più lontano dalle bande fotometriche, eppure non ho avuto problemi di alcun tipo, ne nell'analisi, ne nella pubblicazione dei risultati, ne con gli altri astronomi che hanno coordinato la campagna osservativa.
Bisogna sapere ciò che si vuole fare: fotometria assoluta, allora servono necessariamente i filtri fotometrici;
fotometria differenziale, allora se ne può fare anche a meno, perché le scoperte e molti studi possono essere condotti senza.


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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: venerdì 22 gennaio 2010, 15:44 
Non connesso

Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
Messaggi: 1287
Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
D. Gasparri ha scritto:
Non concordo fino in fondo.
I filtri fotometrici servono se si vogliono effettuare certi lavori di ricerca.

Questo thread ha veramente sette vite come i gatti: ogni tanto cade nel dimenticatoio ma poi si risveglia :mrgreen:

Scherzi a parte, trovo comunque molto utili i vostri commenti, perche' c'e' davvero molto da imparare.

La prima osservazione (mi ripeto) e' che non trovo giustificati i prezzi dei filtri fotometrici, per quanto debbano aderire a certi standard.

La seconda e' che finalmente ho capito che ci si puo' accostare al mondo della fotometria anche iniziando a condurre qualche lavoro abbastanza serio senza bisogno di acquistare costosi filtri.
Alcune ulteriori domande:

1) Esiste la necessita' di tarare la propria camera e verificarne la linearita'? Intendo dire il proprio esemplare... o basta rifarsi a lavori gia' noti

2) Come si concilia questa cosa con il blooming? Da un lato mi sembra di aver letto che le camere con anti-bloomings siano meno lineari e meno sensibili di quelle che lo possiedono; dall'altro il blooming puo' essere fastidioso in caso di apprezzabili escursioni di luminosita', poiche' giocare col tempo di esposizione non sempre puo' essere sufficiente a evitare la saturazione il "colamento".

3) Per Daniele: che banda passante equivalente aveva (naturalmente circa) il tuo sandwich di filtro violetto piu' giallo? Non sarebbe stato meglio comprarne uno passa-banda con opportuna frequenza di taglio?

_________________
Emmanuele Sordini
- ° -
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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: mercoledì 3 febbraio 2010, 0:43 
Ciao Emmanuele, restituisco una nuova vita al topic, al quale non ho risposto per impegni universitari.
Allora, si, concordo con te sul costo spropositato dei filtri fotometrici, tanto che non ne ho mai acquistato uno. Come hai capito, ci si può accostare alla fotometria senza questi costosi accessori e condurre anche lavori di ricerca di punta.
Per quanto riguarda le tue domande, ecco le risposte, secondo il mio punto di vista:

1) Si, è bene tarare la propria camera eseguendo almeno il test di linearità. Si tratta di un test veloce e da condurre anche al chiuso. Qui trovi una guida: http://astronomiadigitale.blogspot.com/ ... narla.html

2) Le camere con antiblooming sarebbero da evitare, perché diminuisce il range lineare del sensore (praticamente si dimezza) e si riduce anche la full well capacity. Naturalmente la stella da seguire fotometricamente non deve possedee blooming, ne essere saturata, quindi il problema non si dovrebbe porre. Se l'oggetto è molto luminoso si può anche sfuocare l'immagine per aumentare i tempi di esposizione, che non dovrebbero essere inferiori ai 30 secondi a causa della scintillazione atmosferica. La sfocatura dell'immagine è una tecnica consolidata e non porta svantaggi, a meno che la stella non sia immersa in un campo affollato; in questo caso la "contaminazione" da parte di altre stelle potrebbe portare a maggiori errori. Si può sfocare l'immagine anche di 10-20 pixel, senza curarsi della forma a ciambella: alla fine, a noi interessa solamente contare il numero di fotoelettroni catturati e questo è indipendente dalla forma della sorgente sul sensore.

3) Il mio filtro "fatto in casa" è un passabanda a partire da circa 720 nm, di qualità ottica più che buona (comunque indifferente per la fotometria). Avevo a disposizione anche un passa infrarosso standard da 695 nm, ma in quella specifica situazione (scoperta del transito di HD17156b) lasciava passare troppa luce. Ho quindi preferito alzare la banda passante, senza alcuna ripercussione sul risultato finale.
Per vedere la banda passante e le proprietà dei filtri "sandwich" dai un'occhiata al mio blog, dove trovi alcuni filtri costruiti a partire dall'unione di due completamente diversi: http://blog.lezionidiastronomia.it .

Alla fine fare fotometria può essere più semplice che catturare un'ottima immagine estetica: non serve un campo piano, non serve una buona messa a fuoco, un ottimo seeing o uno strumento di ottima qualità ottica. Le immagini fotometriche possono essere molto brutte esteticamente, ma contenere dati di livello assolutamente professionale (si possono raggiungere precisioni di 2 millesimi di magnitudine).


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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 4 febbraio 2010, 10:36 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
Messaggi: 1287
Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
D. Gasparri ha scritto:
1) Si, è bene tarare la propria camera eseguendo almeno il test di linearità. Si tratta di un test veloce e da condurre anche al chiuso.

Molto bello il link che mi hai segnalato: ci provero'. Ecco un modo per passare un po' di tempo nelle grigie giornate invernali :mrgreen:.
Domanda: dato che la camera e' termocontrollata, devo ripetere la prova di linearita' per diverse temperature del sensore (es. -15 C, -20 C, ecc.)?

D. Gasparri ha scritto:
2) Le camere con antiblooming sarebbero da evitare, perché diminuisce il range lineare del sensore (praticamente si dimezza) e si riduce anche la full well capacity. Naturalmente la stella da seguire fotometricamente non deve possedee blooming, ne essere saturata, quindi il problema non si dovrebbe porre. Se l'oggetto è molto luminoso si può anche sfuocare l'immagine per aumentare i tempi di esposizione, che non dovrebbero essere inferiori ai 30 secondi a causa della scintillazione atmosferica.

Questa della sfocatura non la sapevo; grazie.

D. Gasparri ha scritto:
3) Il mio filtro "fatto in casa" è un passabanda a partire da circa 720 nm, di qualità ottica più che buona (comunque indifferente per la fotometria).

Dove ti procuri e/o di che marca sono i filtri colorati che usi?

D. Gasparri ha scritto:
Le immagini fotometriche possono essere molto brutte esteticamente, ma contenere dati di livello assolutamente professionale (si possono raggiungere precisioni di 2 millesimi di magnitudine).

Si', ma non e' che alla prima uscita uno sia in grado di ottenere questa precisione, eh? :shock: Immagino che come per ogni cosa ci sia una necessaria curva di apprendimento e affinamento delle proprie capacita'... Altrimenti si darebbero tutti alla fotometria!

Scherzi a parte, pero' sono comunque convinto che si possano fare cose interessanti...

_________________
Emmanuele Sordini
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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 4 febbraio 2010, 11:05 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
Emmanuele Sordini ha scritto:
D. Gasparri ha scritto:
Non concordo fino in fondo.
I filtri fotometrici servono se si vogliono effettuare certi lavori di ricerca.

Questo thread ha veramente sette vite come i gatti: ogni tanto cade nel dimenticatoio ma poi si risveglia :mrgreen:

Scherzi a parte, trovo comunque molto utili i vostri commenti, perche' c'e' davvero molto da imparare.

La prima osservazione (mi ripeto) e' che non trovo giustificati i prezzi dei filtri fotometrici, per quanto debbano aderire a certi standard.

La seconda e' che finalmente ho capito che ci si puo' accostare al mondo della fotometria anche iniziando a condurre qualche lavoro abbastanza serio senza bisogno di acquistare costosi filtri.
Alcune ulteriori domande:

1) Esiste la necessita' di tarare la propria camera e verificarne la linearita'? Intendo dire il proprio esemplare... o basta rifarsi a lavori gia' noti

2) Come si concilia questa cosa con il blooming? Da un lato mi sembra di aver letto che le camere con anti-bloomings siano meno lineari e meno sensibili di quelle che lo possiedono; dall'altro il blooming puo' essere fastidioso in caso di apprezzabili escursioni di luminosita', poiche' giocare col tempo di esposizione non sempre puo' essere sufficiente a evitare la saturazione il "colamento".

3) Per Daniele: che banda passante equivalente aveva (naturalmente circa) il tuo sandwich di filtro violetto piu' giallo? Non sarebbe stato meglio comprarne uno passa-banda con opportuna frequenza di taglio?


1) No, devi tararlo per la tua CCD e ci sono varie metodologie ma che si possono fare anche al chiuso.

2) Assolutamente a evitare quello con l'antiblooming non essendo lineari per un grosso range dinamico. Se e satura la stella absta diminuire i tempi (Ma attenzione con tempi corti ci sono errori dovuti all'apertura dell'otturatore) se no, come diceva gaspani, sfuocare la stella (ma poi sono sfuocate anche quelle di controllo e rischi che sia su troppi pixel e quindi con il rischio di andare su altre stlle, a loro volta sfuocate).
3) Meglio un filtro che nasce apposito.

Come precisione si può arrivare al centesimo (e già e tantissimo) se hai stelle fotometriche note nel campo. Fare quella differenziate (stelle di confronto in un campo e l'oggetto in un altro) beh con i nostri cieli è un bel terno al lotto!
I filtri costano tanto perchè intanto hanno poco mercato e poco diffusi, secondo sono non facilissimo da fare e terzo hanno una lavorazione molto alta (come correzzione ottica in lambda) questo fa lievitare un bel pò i costi (anche le ditte che le fanno non sono tante).

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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 4 febbraio 2010, 12:50 
Emmanuele Sordini ha scritto:
Dove ti procuri e/o di che marca sono i filtri colorati che usi?

Sono filtri colorati comuni, io ho i Meade. Se in ogni caso devi affrontare una spesa, allora certamente ti consiglio uno Schott RG695, un passa infrarosso da 695nm (lo vende anche Lazzarotti), oppure puoi fare uno sforzo economico e prendere un fotometrico R che comunque ti resta e lo puoi usare anche in futuro. Se già disponi di qualche filtro puoi non fare alcuna spesa ma se in ogni caso la devi fare, meglio spendere per l'accessorio migliore.

Emmanuele Sordini ha scritto:
Si', ma non e' che alla prima uscita uno sia in grado di ottenere questa precisione, eh? :shock: Immagino che come per ogni cosa ci sia una necessaria curva di apprendimento e affinamento delle proprie capacita'... Altrimenti si darebbero tutti alla fotometria!

Mah, mai sminuirsi. La tecnica di fotometria differenziale, almeno nel caso di acquisizione e prima riduzione dei dati, è veramente semplice. La curva che ti allego è stata la prima sessione fotometrica della mia vita, quando non sapevo assolutamente nulla. Ho semplicemente applicato la giusta tecnica ed è andata bene la prima.
Allegato:
Commento file: Prima sessione fotometrica, transito del pianeta TrEs-2
tres-2_26luglio_small.jpg
tres-2_26luglio_small.jpg [ 74.24 KiB | Osservato 796 volte ]

Il fatto che non si danno tutti alla fotometria è un peccato perché alcune tecniche di acquisizione sono davvero semplici. C'è un astrofilo italiano che ha scoperto un pianeta extrasolare in transito con il classico newton 114mm ed una camera CCD autocostruita. Basta volontà di apprendere una tecnica purtroppo poco conosciuta.

Poi, per quello che ha detto Ras:
ras-algehu ha scritto:
Come precisione si può arrivare al centesimo (e già e tantissimo) se hai stelle fotometriche note nel campo. Fare quella differenziate (stelle di confronto in un campo e l'oggetto in un altro) beh con i nostri cieli è un bel terno al lotto!
I filtri costano tanto perchè intanto hanno poco mercato e poco diffusi, secondo sono non facilissimo da fare e terzo hanno una lavorazione molto alta (come correzzione ottica in lambda) questo fa lievitare un bel pò i costi (anche le ditte che le fanno non sono tante).

Non concordo. Se fai fotometria assoluta ed usi le stelle di Landolt, arrivi a precisioni massime di 1 centesimo (spesso due centesimi di magnitudine). Se fai differenziale, ovvero non ti curi delle luminosità apparenti ma guardi come varia la luminosità della stella di campo rispetto alle altre, di paragone, nello stesso campo, precisioni di 2 millesimi di magnitudine sono raggiungibili con telescopi da 25 centimetri.
Allego una prova fatta su una stella di campo non variaible, dove il sigma è proprio di 2 millesimi di magnitudine.
Allegato:
Commento file: test precisione fotometrica su stella di mag. 12
test_precisione.jpg
test_precisione.jpg [ 65.55 KiB | Osservato 796 volte ]

Qui invece trovi la curva più precisa che sono riuscito ad ottenere, con una precisione anche di circa 1 millesimo di magnitudine
Allegato:
Commento file: HD17156b pianeta extrasolare in transito
hd17156b.jpg
hd17156b.jpg [ 77.07 KiB | Osservato 796 volte ]

Qui la variabile Delta Scuti che ho scoperto, con un'ampiezza di soli 2 centesimi di magnitudine
Allegato:
Commento file: Variabile Delta Scuti
variabile.jpg
variabile.jpg [ 73.87 KiB | Osservato 796 volte ]


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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 4 febbraio 2010, 20:00 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
Ma con la differenziale limiti molto i lavori possibili.
Per i filtri (a questo punto e da capire se poi anche quelli hanno senso usarli se serve solo per vedere una curva di luce) conviene spendere un pò di soldini, casomai partendo da uno solo.

Per la Delta Scuti la varibilità di 0.02mag (circa) si conosceva da decenni
http://articles.adsabs.harvard.edu//ful ... 3.000.html
Ma forse ne eri a conoscienza.

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 Oggetto del messaggio: Re: Fotometria: cosa e come?
MessaggioInviato: giovedì 4 febbraio 2010, 21:12 
Non direi che il campo della differenziale sia molto limitato, piuttosto diverso dalla fotometria assoluta. La fotometria classica non permette di scoprire variazioni sotto al centesimo di magnitudine, ne pianeti extrasolari in transito. Non a caso i professionisti dei pianeti extrasolari usano sempre la differenziale per studiare le stelle alla caccia di transiti.
D'altra parte, la fotometria differenziale permette, con relativa semplicità, di ottenere curve di luce in modo molto più semplice, ovvero di iniziare a fare fotometria in modo rapido ed immediato. Insomma, sarà che sono di una generazione che mal sopporta la fotometria assoluta, ma quando si può usare la differenziale, perché complicarsi la vita?
Certo, con la differenziale ci si scorda di compilare diagrammi HR osservativi o indagare la variabilità intrinseca di una stella in funzione della banda, oppure determinare la temperatura delle stelle, ma se c'è da scoprire o mettere in mostra una variabilità piccola, la differenziale è imbattibile.
Chiaramente questo è il mio punto di vista, ma ritengo per Emmanuele che la strada più adatta per iniziare sia questa.

Riguardo alla delta scuti, mi sono probabilmente espresso male; la curva di luce che ho riportato è di una variabile di tipo delta scuti, non della stella delta scuti.
Si tratta di una stellina di tredicesima magnitudine nella costellazione di Hercules, che senza la fotometria differenziale sarebbe stato impossibile da scoprire.


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