Confesso che non ho letto tutte le pagine; da ex addetto ai lavori non in campo astronomico, ma cambia poco, posso chiarire alcune cose.
Le case editrici minori sono in pratica tutte in mano alle aziende, in quanto la vendita di qualche migliaio di copie (quando va bene) rappresenta una entrata minore rispetto alla pubblicità.
Posso dirvi che, nel settore ciclistico amatoriale, che conosco, quattro o cinque riviste si spartiscono una torta ben più ampia di quella dell'astronomia. Quella di punta, nei periodi di boom e quando erano solamente in due a trattare l'argomento, non ha mai superato le 10-12 mila copie reali nella stagione estiva, la metà d'inverno. Attualmente le altre sopravvivono con una vendita dalle 1.500-1700 alle 4-5 mila copie; La maggiore non arriva al doppio. Una sta chiudendo.
Il ricavato dalle vendite, abbonamenti compresi, va gravato di oltre 1/3 del prezzo di copertina per i costi vivi di distribuzione. Inoltre la tiratura deve essere circa quattro volte rispetto al venduto (meno su grosse tirature, ma non è il nostro caso).
Qualcosa entra con iniziative collaterali, organizzazione di eventi. Lascio a voi il compito di fare conti sia pure spannometrici immaginando i costi di stampa e di redazione, ma che evidenziano appunto inequivocabilmente l'impossibilità di vivere con le vendite, pur pagando poco o niente i giornalisti (

). Inizio suggerendovi che una vendita di 3.000 copie mensili con prezzo di copertina a 6 euro arriva a pagare un direttore, un grafico, dei collaboratori occasionali, i diritti su articoli tradotti e, a patto che siano divisi con più riviste della stessa casa editrice, una segretaria , affitto della redazione, telefono, gas, luce, acqua, spese postali e poco più. Resta fuori la stampa. Aumentando il numero di copie aumenta il costo della stampa e deve essere potenziata la redazione, ma crescono introiti pubblicitari e calano i costi sotto il profilo proporzionale.
Il lettore, d'altro canto, serve per rendere appetibile la pubblicità e state certi che le aziende sanno con margini di errore minimi, il numero delle copie realmente vendute.
Orbene, dovendo forzatamente mediare, c'è modo e modo di fare recensioni. Io come facevo?
Se ci sono grossi problemi si contatta la ditta: magari è arrivato semplicemente un oggetto difettoso (Non immaginate nemmeno quanto siano disorganizzate le aziende... per non usare termini più forti). In caso contrario la recensione è sempre positiva, nel senso che si accentuano i pregi e si minimizzano e giustificano i difetti, che poi difetti non sono quasi mai, ma caratteristiche migliorabili o scelte aziendali per contenere il prezzo, ecc...
Per un utente poco scafato e non tecnico, il classico neofita, è difficilissimo capire realmente come stanno le cose.
Quello che conta e dove l'azienda non può dir nulla è la scheda tecnica coi dati. Ed è quella che dovete guardare, sempre che sia completa e fatta bene.
Ecco, stando dalla parte del lettore, diffidate sempre quando dalla scheda tecnica manca una caratteristica: significa che se la si pubblica si perde una pubblicità. Se ci fate caso, rispetto ai prodotti, ci sono sempre voci di base comuni, ma alcune variano a seconda della recensione.
A me piacciono molto le schede comparative, assenti sulle riviste di astronomia che ho visto finora, dove più prodotti vengono messi a confronto, anche se pure quest'ultime possono essere addomesticate a seconda delle voci che vengono inserite.
Faccio poi notare che campo astronomico, vista la marea di vocazioni dei vari strumenti, una recensione esaustiva dovrebbe prevedere almeno mezza rivista, cosa ovviamente impossibile. Poi nessuno vi scriverà mai che un Pentax 75 è assurdo per studiare i dettagli di Giove da casa o per farci deep su galassiette e nebulose evanescenti, ma è solo un eccellente astrografo da usare in visuale per campi larghi, ma che non giustifica l'acquisto solo per la seconda ipotesi. Quello sta a voi capirlo.
Pertanto le recensioni migliori sono quelle dell'amico che usa il tal modello da parecchio tempo, così da testarne anche l'affidabilità e l'abbinamento con oculari diversi in visuale e accessori fotografici per le immagini.
Comunque io leggo sempre con piacere le recensioni cercando di interpretarle, ma quello che vado a vedere prima di acquistare sono i dati tecnici che mi dà l'azienda stessa e che per legge devono essere veritieri.
Finisco con un esempio pratico dando una mia impressione sugli EDGE, che sono un rifacimento dei vecchi SCT in chiave più fotografica. Ma il progetto cambia poco. Quindi c'è poco da recensire se non quelle due o tre modifiche. Una cosa eccellente, secondo me il vero salto in avanti, è stata la scelta coraggiosa dal punto di vista commerciale, di abbinarli a montature che li reggono.
Ciao
Maurizio