Pilolli ha scritto:
No, Fede. Manco per idea. Le riviste di settore, da che mondo è mondo, servono proprio perché i loro test sono (o dovrebbero) esser fatti da appassionati per appassionati. Ci sono sicuramente degli editori che fanno quanto dici, ma fare di tutta l'erba un fascio è una cosa sbagliata. Se tu non riesci a vedere che faziosità in giro, è un problema tuo. Io leggo ancora riviste che se devono dare un 4 a un prodotto, glielo danno.
Ok, nessuna di queste è nel settore dell'astronomia, ma quello che mi lascia perplesso della recensione in oggetto, non è il fatto che dicano che l'HD sia un bel telescopio (è un sc di livello medio, sicuramente, quindi più che a posto per la maggior parte delle necessità) quanto la metodologia assolutamente sballata del test, che testimonia il fatto che c'è poca attenzione alla rubrica dei test.
Tra l'altro, non ricordo ultimamente di test di coelum fatti su strumenti scarsi a priori. Mi sbaglio?
Quoto Pilolli, partendo dalla sua opinione (con la quale sono d'accordo come quasi sempre, del resto

), per dire la mia, in quanto articolista (occasionale) di alcune riviste del settore.
La mia opinione e' che la questione delle recensioni e' in realta' estremamente sfaccettata e complicata. Ecco alcuni spunti in ordine sparso.
Nella recensione in oggetto, in particolare, colpisce senz'altro il fatto che si parli di fotografia senza allegare almeno una prova, e cio' e' sbagliato: sarebbe stato piu' corretto dirlo esplicitamente. Pero' a parziale discolpa possiamo dire che lo spazio disponibile sulle riviste non e' infinito. Dunque le recensioni, in generale, non possono spingersi piu' di tanto nel dettaglio: quindi se da un lato avrebbe fatto piacere vedere almeno una foto (anche semplice) presa con l'EdgeHD, dall'altro non avrebbe avuto senso pretendere di vedere i diari completi di tutte le osservazioni. Sul web, ovviamente, la questione e' molto diversa perche' lo spazio e' (quasi) una variabile indipendente: io quelle davvero piu' dettagliate e approfondite le ho quasi sempre viste solo su Internet.
Guardando poi il panorama delle varie riviste che conosco, secondo me quelle italiane (Coelum in particolare, ma anche Nuovo Orione) si collocano abbastanza in alto nella qualita' delle recensioni. Provatevi a guardare quelle di Sky & Telescope, anche prima della semplificazione editoriale di due-tre anni fa: sempre molto brevi e abbastanza superficiali. In Francia mi piacciono abbastanza quelle di Astronomie Magazine, molto meglio quelle di Ciel & Espace. Pur nei limiti di una recensione, non sono tante le riviste che mettono uno strumento sul banco ottico (supponendo che si tratti di una misura fatta con tutti i crismi).
Ovviamente c'e' poi anche il pubblico potenziale della rivista (il lettore medio di S&T, probabilmente, non e' interessato ai tecnicismi, perche' magari non ha nemmeno le competenze e l'esperienza per apprezzarli), e la qualita' e serieta' di chi svolge la prova.
Riguardo all'affermazione che le riviste potrebbero essere in qualche modo ostaggio delle grandi case, a me non sembra che ci sia questa enorme sudditanza o controllo, mentre puo' darsi che un po' di "soggezione" esista. Pero' allora io non vedo significative differenze fra riviste grandi e riviste piccole, quanto piuttosto tra riviste che basino grosse % dei propri introiti sulla pubblicita' rispetto a quelle che non lo fanno. Secondo me quest'ultima distinzione e' piu' veritiera e rispecchia meglio la situazione reale.
Parlando poi del fatto che molto raramente (per non dire mai) si trovino stroncature di prodotti sulle riviste, il discorso e' vero, ma secondo me si applica quasi a tutte le riviste (ad es. informatica). Diciamo che voti brutti vengono dati, a volte, nel caso di grandi recensioni collettive in cui si deve fare la graduatoria tra piu' prodotti dello stesso tipo. Ma vedere un singolo articolo bocciato in toto e' molto difficile. La situazione nel mondo dell'astronomia e' ancora piu' circoscritta, dato l'esiguo numero di riviste sul mercato e la ristrettezza dello spazio a disposizione. Inoltre e' anche pensabile che siano i rivenditori/produttori stessi qualche volta a sottoporre i loro prodotti ad una recensione: secondo me ci puo' anche stare e, al di la' della presunta sudditanza o meno della testata, sarebbe veramente un suicidio proporre la recensione di un fondo di bottiglia...
Concludendo sarebbe molto auspicabile che venisse sviluppato un protocollo standard a cui tutti potessero attenersi e che definisse i requisiti minimi per le recensioni, con "declinazioni" diverse a seconda di:
1) Tipo di prodotto (telescopio, camera CCD, montatura, ecc)
2) Applicazione del prodotto (Vi immaginate di fare un test fotografico con reflex APS-C ad un Dall-Kirkham planetario?

).
3) Almeno un paio di livelli di dettaglio a seconda del pubblico
questo si' che sarebbe fantastico. Ma ho come l'impressione che rimarra' solo pura utopia...
