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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 13:12 
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Iscritto il: venerdì 19 maggio 2006, 11:18
Messaggi: 1729
Località: Somewhere in Lombardia
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
attenzione alla definizione di "tuttofare" che rischia di trasformarsi in "nullafare". Voglio dire che gli SC possono fare tutto, ma non sono il massimo nè in visuale (sono pur sempre specchi ostruiti a 0.35 nella migliore delle ipotesi, che il purista difficilmente prenderà in considerazione) nè in fotografia deep dove ci si scontra con un rapporto focale proibitivo, e dove l'uso del riduttore dedicato è spesso fonte di piccole noie.
Nella foto planetaria, un buon rifrattore ha molto più da dire a mio avviso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 13:24 
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Iscritto il: mercoledì 2 maggio 2007, 21:28
Messaggi: 6292
Attenzione perchè credo che ci siano dei luoghi comuni da sfatare. Non è vero che con gli sct ci si fa tutto anzi. Ci si accontenta e si tira avanti, questo si.
Il problema grosso è il tubo chiuso, lunghi tempi di acclimatamento, condensa, appannamento della lastra.
Per i lunghi tempi di acclimatamento si adoperano ventoline artigianali, ma d'inverno non si usa un sct dopo un'ora portandola da dentro a fuori.
La condensa è irrimediabile. Si forma con la differenza di temperatura tra l'nterno del tubo e l'aria esterna. Tocca la lastra (e si vede da fuori) e il secondario (e non si vede da fuori). Ci mette parecchio a sparire.
Per l'appannamento provate a usare paraluce e vedrete che sono un pallido rimedio, le fasce anticondensa invece consumano molta energia e provocano forte turbolenza a livello locale intorno al tubo.
Per l'astrofotografia deppe sky il mirror flop è un dramma, e con quell'accessorio si può mitigare ma non risolvere. Chissà i modelli moderni com esono fatti. Spero nona bbiamo più il primario su un solo punto d'appoggio. Inopltre fanno stelle a palloni davvero sgradevoli, i riduttori vignettano, ecc.
Per l'hires oltre ai problemi sopra citati c'è anche il mirror shift, che obbliga a prendere un fok esterno.
Le alternative al giorno d'oggi ci sono. Gli sct grossi sono una fonte di problemi inesauribili, ma i 20 cm hanno comunque dalla loro la trasportabilità e la leggerezza, quindi hanno ancora la laro ragion d'essere.
Un c9,25 è molto più grosso di un c8, pesa quasi il doppio e si acclimata molto più lentamente.
Ripeto, se un c9,25 in Italia costa 1.900 euro (tubo made in cina) è fuori mercato oltre che per le caratteristiche anche x i prezzi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 13:30 
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Iscritto il: sabato 9 dicembre 2006, 19:14
Messaggi: 1470
Località: Verona (ma Romano de Roma..)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Tutto molto interessante.
Avevo considerato di prendermi un SC, proprio un C8 ma poi ho cambiato idea.
Io ho optato per un Mak 150 SW, ho avuto anche il 180 ma questo piccolino è una BOMBA, forse sono incappato in un esemplare ben riuscito ma già dalle prime osservazioni mi ha lasciato di stucco, addirittura lo sto provando anche come strumento per foto deep, almeno sugli oggetti più luminosi. Mi sono anche divertito a mettere vellutino, una maniglia, un paraluce e anche pellicola carbon.

In visuale con torretta bino mi ci diverto come un matto a risolvere doppie strette, seeing permettendo, e ovviamente luna e pianeti, immagini da manuale, anche sugli ammassi aperti rende davvero bene. Montato sulla EQ6 mi consente osservazioni prolungate ad alti ingrandimenti, con il dob dopo 5 min a 300x e passa mi stufo.

La prossima uscita lo porto, mi piacerebbe confrontarlo con qualche apo e/o C8
Allegato:
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Makattak-003.jpg [ 96.58 KiB | Osservato 1443 volte ]

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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 17:36 
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Iscritto il: venerdì 4 maggio 2007, 14:27
Messaggi: 1257
Località: Torino
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
maidiremirko ha scritto:
attenzione alla definizione di "tuttofare" che rischia di trasformarsi in "nullafare". Voglio dire che gli SC possono fare tutto, ma non sono il massimo nè in visuale (sono pur sempre specchi ostruiti a 0.35 nella migliore delle ipotesi, che il purista difficilmente prenderà in considerazione) nè in fotografia deep dove ci si scontra con un rapporto focale proibitivo, e dove l'uso del riduttore dedicato è spesso fonte di piccole noie.
Nella foto planetaria, un buon rifrattore ha molto più da dire a mio avviso.


Chissà come mai invece i migliori astroimager planetari usano gli SCT vedi Antonello o Damian Peach, chissà come mai...

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Osservo e fotografo con: Tubi Ottici: Celestron C11 XLT, Celestron C9.25 Starbright XLT, Celestron C6 Starbright XLT, Meade 8" ACF OTA. Montature: Skywatcher AZ-EQ6, CG5 Advanced GT. Oculari: Meade UWA 5000 24mm e 12mm, Celestron X-Cel 25 mm, Siebert Ultra WA 13mm, Siebert Starglitter 6.3 mm. Cam Planetaria: Celestron NexImage 5. CCD: SBIG ST8-XME, SBIG ST2000-XM. Binocolo: Binocolo KonusVue Giant 20x80.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un catadiottrico oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 17:41 
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Iscritto il: venerdì 4 maggio 2007, 14:27
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fede67 ha scritto:
DarkStar ha scritto:
Perchè gli RC in visuale sono tutt'altro che buoni per via dell'ostruzione. Sono strumenti specializzati per la fotografia.


Anche questa è una "leggenda metropolitana"...
guardate l'ostruzione di un Mak...
eppure nessuno "si lamenta" per un utilizzo visuale in hi-res, anzi, chiedete a chi ha un Intes cosa ne pensa... ;)
anche questo è un fatto "di tasche": un RC costava immensamente poù di un SC, finchè non sono arrivati anche qui i cinesi (come negli apo, nei dobson ecc...)
oggi un RC da 8" "decente", così come "decente" è uno SC, è alla portata di tutte le tasche, e la sua qualità ottica è decisamente superiore a quella di un attuale SC...

è un po' come quando si diceva che l'Etx90 era "nettamente meglio" di uno SW Mc90...
solo perchè i Meade erano "rinomati" dai tempi "antichi"...
oggi la Meade ha "calato le braghe" su questi piccoli Mak, perchè un po' alla volta la gente si è accorta che c'è di meglio, o perlomeno di identico, a cifre decisamente inferiori...


Trovami un RC che ha meno del 38%-40% di ostruzione e poi vediamo. Perdi troppo in contrasto.

Poi gli RC richiedono celle al limite della perfezione per via dell'unico asse di simmetria che rende delicatissima la collimazione.

Io infatti nutro forti dubbi su questi RC da "poche" centiania di euro.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 18:22 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
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fede67 ha scritto:
Ma oggi, con gli Apo cinesi da 120 ed i Dobson da 40cm sotto i 2000 euro, che senso ha prendersi 8 o 9 pollici di SC per osservare?
Sinceramente non trovo davvero nessunissima ragione per spendere 1800 euro più montatura per un C9, o 2500 euro per un C11, se non una "abitudine al sentito dire", che ha visto per 20 anni il C8 come il "massimo" che si potesse desiderare.
C'è qualcosa di sbagliato nel mio ragionamento, mi sto dimenticando di qualche particolare importante?
No, non credo...imho.


Sono d'accordo circa la cronostoria risalente a 20 anni fa', tuttavia l'SCT rimane l'unica via possibile se un astrofilo decidesse di avere UNO strumento per farci di tutto. Ok, se poi uno si divertisse a fare il collezionista comprando 10 telescopi non avrebbe senso lo strumento tuttofare :) .
Alcuni degli strumenti che citi eccellono in un campo ma sono deficitari in altri. Mi metto a ridere come una bestia se mi dici che per praticità un grosso Dob è migliore di un qualunque SCT: chi ha un Sc non ha bisogno di giocare al meccano per montarlo, non ha bisogno di spendere un anno per collimarlo, non ha bisogno di una vista da falco ne di conoscere il cielo a memoria nella speranza di puntare qualche oggetto, senza contare che osservazioni sistematiche di luna e pianeti senza una montatura equatoriale non se ne parla proprio. I rifrattori apo cinesi non so ancora dove collocarli, francamente sono ancora fermo sul pensiero di Deckard quando affermava che i rifrattori devono essere perfetti e i cinesi non lo sono. E quelli perfetti costano un botto pur avendo aperture risibili.
Ora aggiungo una mia impressione personale: sebbene qualche colpo di testa lo abbia avuto anch'io, me ne guardo bene dal cambiare un tubo col quale mi trovo bene per prenderne 2 più specializzati; ho imparato che quando ne userò uno mi mancherà l'altro e viceversa, e allora ben venga un compatto catadiottrico che abbia un'apertura maggiore possibile nel rispetto della trasportabilità.
Concludendo, un Sct è stato, è e rimarrà la quinta essenza del compromesso, con buona pace di chi preferisce altre configurazioni; il mondo è bello perchè è vario :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un catadiottrico oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 18:45 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
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fede67 ha scritto:
Vabeh, accordata la "flessibilità" di un C8...
ma allora perchè non, per esempio un RC da 8" come i nuovi GSO?
Aperto, quindi meno rogne di acclimatazione...
più corto, quindi realm,ente poù versatile, anche nel deep...
insomma, vorrei davvero "capire" perchè oggi uno si compera un C8 con schema SC e non qualcos'altro...


Fede rispondo anche qui perchè come spunti mi sembra complementare al mio precedente intervento.
In genere per catadiottrico si intende l'Sc perchè da tempo è il più diffuso ma ti ricordo che vi sono stati parecchi tentativi da parte di case concorrenti delle solite Celestron/Meade, alcuni riusciti, altri meno.
Limitandoci al visuale il Vixen VMC non è male, anche se è leggermente più fiacco di un Sct, così come i suoi compari britannici Orion UK che sono anche molto leggeri in rapporto all'apertura. Fra i "nati bene" ci metterei i Mak russi STF e Intes Challenger f/10 (come gli Sc) validi ma limitati nell'apertura in quanto non andavano oltre i 180mm. Circa i TAL Klevtsov l'ottica non era da buttare ma la meccanica si. Sempre visualmente parlando un bel flop furono sia il Vixen Visac che gli Intes Micro f/10 che sulla carta erano l'8a meraviglia del mondo ma tutti quelli che li avevano li mettevano in vendita il giorno dopo mentre con gli SCT i decenni di possesso volano in un lampo 8) . Di altro cosa resta? I Tak Mewlon sono qualitativamente molto superiori ma costano anche un bel botto! :oops:

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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 19:21 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:55
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Io resto dell'idea che un buon 90% delle volte l'astrofilo giudica uno strumento in condizioni sbagliate e ne trae conclusioni sbagliate.

Fede, il senso dello SC e' che e' compatto, costa poco e rende il giusto.


Ne ho avuti diversi (e ne ho venduti diversi).
Attualmente ho un 10" ACF che provo ad usare in fotografia ma che e' stato preso anche per farci visuale un po' sporadico.
L'intervento piu' importante fatto e' il focheggiatore moonlite. (preso usato)


Un SC8 preso usato a mio avviso HA MOLTO SENSO,
nuovo invece costa un po' troppo.

Io riprendo a 2,5metri f/10.
Che alternative avevo? (senza svenarmi)
Il 10" che ho e' costato relativamente poco..


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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un catadiottrico oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 20:15 
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Iscritto il: giovedì 1 novembre 2007, 11:12
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Località: da qualche parte in pianura padana
DarkStar ha scritto:
LorenzoS ha scritto:
io sono affezzionato agli SC, che sono uno strumento tuttofare.
poi la comodità della compattezza non è un fatto trascurabile.
è un po di tempo che mi gira l'idea in testa di prendere tra qualche anno un C14 !


Il C14 non è compatto, è un macigno di 20 Kg... Guarda te lo consiglio solo in postazione fissa a meno che tu non sia Schwarzenegger.


veramente io uso solo roba fissa il 250sw... in giro non me lo porto di certo ! :mrgreen: .
il primo step è di cambiare la montatura che ho.
il secondo è di scegliere un telescopio da metterci sopra la soluzione definitiva !
o un flt-152 ma 2 cm in piu del mio 130 noncredo che ci siano grosse differenze, o un meglio un apo160 o RC tralicciato che però hanno costi.... alti per me
e l'sc14 edgehd.... a 6000$+tasse,iva era appetibile
http://www.optcorp.com/product.aspx?pid ... 0&kw=&st=0


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 Oggetto del messaggio: Re: Il senso di un SC oggi
MessaggioInviato: domenica 25 ottobre 2009, 21:13 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Ciao:
Cita:
Alcuni degli strumenti che citi eccellono in un campo ma sono deficitari in altri. Mi metto a ridere come una bestia se mi dici che per praticità un grosso Dob è migliore di un qualunque SCT: chi ha un Sc non ha bisogno di giocare al meccano per montarlo, non ha bisogno di spendere un anno per collimarlo, non ha bisogno di una vista da falco ne di conoscere il cielo a memoria nella speranza di puntare qualche oggetto, senza contare che osservazioni sistematiche di luna e pianeti senza una montatura equatoriale non se ne parla proprio. I rifrattori apo cinesi non so ancora dove collocarli, francamente sono ancora fermo sul pensiero di Deckard quando affermava che i rifrattori devono essere perfetti e i cinesi non lo sono. E quelli perfetti costano un botto pur avendo aperture risibili.
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Mi sembra tu abbia riassunto in modo impeccabile la situazione: Gli SC sono un compromesso, ma anche....il miglior compromesso che ci sia.
Ho posseduto (e posseggo) un numero imprecisato di telescopi, ma quelli che uso ed ho usato di più sono gli SC (C6, C8, C11, C14).
Ho venduto il mio C11 ad alcuni amici in lista , e non mi sono nemmeno posto il problema della sostituzione...un C14, ovviamente, e ne sono enormemente soddisfatto.
A mio avviso, se si tiene conto del rapporto costo (inteso non nel solo senso di prezzo)/benefici, questi catadiottrici vincono alla grande.
Quanto ai rifrattori che dovrebbero batterli, aspetto ancora a vedere rifrattori da 36 cm e 4 mt di focale come il mio C14 in mano ad un amatore, col medesimo che lo mette sulla montatura come faccio io (anche se raramente).

_________________
Fulvio Mete
_________________
Siti web:

http://www.lightfrominfinity.org

http://www.pno-astronomy.com


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