Ho seguito con interesse e curiosità questa discussione. Il calore che sembra accompagnare ogni discussione riguardante lo status di Plutone mi ha incuriosito tre anni fa quando l'IAU decise finalmente (con colpevole ritardo, questo sì) di rimettere a posto le cose e mi stupisce ancora oggi.
E' vero, lo scopo della storia è di ricostruire il passato in base ai suoi schemi non ai nostri. Come ha egregiamente scritto lo storico americano A. Schlesinger
"..il presentismo è il peccato originale di ogni storico". Detto questo, mi pare però che ci sono questioni riguardanti proprio il momento storico in cui venne scoperto Plutone che non sono state portate in questa discussione e che IMHO hanno un peso non trascurabile sull'intera vicenda.
Come avete già sottolineato la scoperta di Plutone avviene come diretta conseguenza della ricerca dell'ipotetico "Pianeta X" in grado di perturbare l'orbita di Urano. Le previsioni di Lowell sulla posizione del Pianeta X basate sui suoi calcoli erano sembrate abbastanza vaghe al giovane Tombaugh che si apprestava allora ad iniziare la sua ricerca e che risolse quindi di cercare lungo tutto lo zodiaco. Quando però alla fine trovò quello che sarebbe poi diventato Plutone, il fatto che si trovasse a soli 6 gradi dalla posizione predetta da Lowell sembrò mettere tutte le cose al loro posto. E' umanamente comprensibile (per ragioni di prestigio ecc) che l'Osservatorio di Lowell decise di annunciare in pompa magna che nel Sistema Solare vi erano "...nove e non otto pianeti".
Purtroppo al Lowell Obs. avevano evidentemente dimenticato che molti dei libri di astronomia scritti solo alcune decine di anni prima sentenziavano che nel Sistema Solare vi erano ben 11 pianeti: oltre ai classici pianeti, c'erano adesso Nettuno (scoperto nel 1846) e una manciata di corpi che orbitavano tra Marte e Giove. Il numero sempre maggiore di corpi scoperti in quella che oggi chiamiamo Fascia Principale, fece saggiamente ritornare il numero di pianeti ad 8. Questa storia da sola avrebbe dovuto portare la cautela nel comunicato ufficiale diramato dal Lowell Observatory.
Era chiaro a tutti che Tombaugh aveva scoperto un oggetto particolarmente importante, ma lanciarsi in un annuncio di quel tipo fu un azzardo anche a guardarlo con gli occhi di un astronomo del 1930. Non mi trova d'accordo l'affermazione che all'epoca non avessero le conoscenze per pensare ad altro oltre che ad un pianeta.
All'epoca dei fatti non aiutò la discutibile decisione del Lowell Observatory di non fornire praticamente nessuna informazione circa il nuovo oggetto se non una stima grossolana della sua posizione in cielo. (D. Levy nella sua biografia di Clyde Tombaugh racconta alcuni aneddoti di come diversi astronomi frustrati dalla mancanza di dati cercarono di ricavare la posizione del nuovo oggetto e quindi la sua orbita, esaminando una foto di V. Slipher apparsa sui quotidiani dell'epoca in cui il direttore del Lowell Observatory mostra ai giornalisti la lastra fotografica della scoperta).
IMHO è assolutamente inaccettabile giungere a conclusioni sulla natura di un corpo celeste senza avere a disposizione un'idea precisa della sua orbita.
Quando finalmente anche grazie al lavoro di astronomi come Van Biesbrock, Bower e Whipple fu possibile calcolare un'orbita decente, fu chiaro a tutti che questo non poteva essere il fantomatico Pianeta X. L'astronomo H. Leuschner parlò dei risultati ottenuti da Bower e Whipple sul New York Times del 14 Aprile 1930 (quindi solo 1 mese dopo la scoperta), scrivendo chiaramente e con lungimiranza che il nuovo oggetto non era un pianeta ma probabilmente un grosso asteroide, una cometa o uno dei molti oggetti a lungo periodo ancora da scoprire in quella zona del Sistema Solare.
Autorità astronomiche dell'epoca come Campbell, Aitken e lo stesso Leuschner avevano ipotizzato sin dal 1916 (sia pure in modo embrionale) dell'esistenza di oggetti transnettuniani nel Sistema Solare esterno. Vi invito inoltre alla lettura del mirabile pezzo scritto dall'astronomo Frederick Leonard subito dopo la scopeta di Plutone nel 1930. Leonard conclude il suo articolo con queste parole:
"...non è probabile che con Plutone sia venuto alla luce solo il primo di una serie di oggetti transnettuniani, i cui membri rimanenti sono destinati ad essere scoperti?"A seguito di tutti questi commenti dei loro contemporanei, anche gli astronomi del Lowell Observatory ebbero dei dubbi tant'è che in un secondo comunicato furono molto più cauti scrivendo che Plutone "..avrebbe anche potuto essere un asteroide o un oggetto cometario". (lo stesso Slipher a questo proposito chiese a Tombaugh di continuare la sua ricerca cosa che egli fece per diversi anni ancora).
Visto che si è parlato di contesto storico credo sia utile riportare anche i seguenti commenti estratti da pubblicazioni e libri dell'epoca:
- John C. Duncan scrisse nel suo libro di testo del 1935 (Astronomy: A Text Book) che Plutone "seems to belong in the class of the smaller planets or even of the asteroids".
- Forest Ray Moulton nel suo libro del 1931 (Astronomy) scrisse: ``Perhaps [Pluto] is the most remote member of the solar family, but more probably it is related to the planetoids . . . (or asteroids)".
- R. A. Lyttleton suggerì nel 1936 che Plutone potesse essere originariamente un satellite di Nettuno (MNRAS 97, 108).Nel frattempo la macchina della propaganda messa in moto dal primo comunicato del Lowell era partita e l'etichetta di pianeta è rimasta attaccata lì dov'era fino al 2006 quando l'IAU ha finalmente deciso di rimuoverla. (ma quasi più nessun studioso del Sistema Solare considera Plutone un pianeta ormai da tanti tanti anni)
Non si tratta di mera classificazione. Per quanto spesso classificare sia semplificare, è necessario farlo per avere una migliore comprensione di ciò che si sta studiando. A questo proposito mi trovo d'accordo con quanto affermato da D. Jewitt, scopritore del primo, anzi del "secondo" TNO. Il mancato riconoscimento del reale ruolo di Plutone ha portato un grosso danno allo sviluppo delle conoscenze del Sistema Solare. Riconoscere immediatamente la vera natura di Plutone (che come credo di aver dimostrato era nelle corde degli astronomi dell'epoca), avrebbe fatto avanzare la nostra conoscenza del Sistema Solare di diversi decenni. Il TNO (o KBO se preferite) più luminoso dopo Plutone è di un fattore circa 15 più debole dello stesso Plutone. Difficile per Tombaugh trovarlo con i mezzi a sua disposizione negli anni 30/40, ma la tecnologia evolve in fretta e un tale TNO poteva tranquillamente essere trovato 10 o 20 anni dopo. In effetti si è scoperto che alcuni dei più luminosi TNO che oggi conosciamo vennero fotografati inconsapevolmente negli anni 50. Non è dunque sorprendente che si sia dovuto attendere il 1992 perchè il primo TNO dopo Plutone venisse scoperto? Ma Plutone era entrato nella mente e nei libri come l'ultimo pianeta. Difficile trovare qualcosa, difficile
vedere qualcosa quando non ci aspettiamo che ci sia (d'altra parte oggi sappiamo che lo stesso Plutone venne inconsapevolmente fotografato più volte prima della sua effettiva scoperta. Lo stesso Galileo osservò Nettuno 200 anni prima della sua scoperta scambiandolo per una stella fissa ma annotando sorprendentemente sul suo taccuino che la stella gli era parsa essere in una posizione differente rispetto alla notte precedente!!).
Per concludere, perchè allora la situazione è rimasta invariata fino a pochi anni fa? credo che le risposte abbiano implicazioni sociali e anche politiche. Ma più di tutto ha giocato un ruolo importante il tempo. Ogni volta che presento un talk su questo argomento mi piace chiudere con queste parole di Thomas Paine:
"....la vecchia abitudine di non pensare che una cosa sia sbagliata, le conferisce la superficiale apparenza di essere giusta .... Il Tempo fa più proseliti che la ragione."A presto,
Ernesto Guido
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