Caro Maurizio non si vuole negare le leggi della fisica.
In un tripletto apocromatico (che può essere lavorato a lambda x, ma che non sarà mai la perfezione assoluta)
ai limiti di lavorazione della prima lente si aggiungono i limiti della seconda e a questi quella della terza.
Perchè non ce ne accorgiamo di questi limiti?
E' perchè rimangono al di sotto della soglia di percezione del nostro occhio.
Oggi le barlow top-class hanno progettazione ottica e qualità di lavorazione così elevate,
vetri con indici di rifrazione ottimali, trattamenti antiriflessi assai migliori di quelli del passato,
che l'abbassamento di qualità dovuto al loro uso sarà rilevabile strumentalmente,
ma ad occhio non ce se ne accorge (almeno ritengo nella maggioranza dei casi).
Ed è quello che accertiamo quando le usiamo, altrimenti ce ne saremmo già sbarazzati.
Non ritengo, comunque, che le barlow siano una panacea per qualunque situazione;
ci saranno telescopi in cui sono controproducenti (il caso di Angelo penso sia un esempio)
ed esistono oculari che lavorano male se accoppiati con esse
(
non mi ricordo, per es. mi sembra alcuni pentax xw [beh.. in verità il mio xw40 è favoloso con la powermate 2x] e forse i TMB Planetary, ma non ricordo),
come ci sono oculari che ci lavorano bene.
ciao

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Affetto da
ocularite cronica (variante della strumentite)
