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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 8 settembre 2009, 8:58 
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Iscritto il: domenica 23 agosto 2009, 2:00
Messaggi: 788
Località: Sambuca di Sicilia
Tipo di Astrofilo: Visualista
Credo sia dagli anni 70 che il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) è operativo per cercare segnali di vita extraterrestre nella nostra galassia, ci sono state diverse fasi e diverse modalità di ricerca ma qusta avvieene principalmente attraverso lo studio attraverso grosse antnne radio di eventuali segnali proveniente da un punto dello spazio profondo.

[i]"" Nel 1971 la NASA finanziò un progetto SETI che vedeva coinvolti tra gli altri Drake, Bernard Oliver e la società Hewlett-Packard. Il rapporto che ne risultò proponeva la costruzione di un radiotelescopio di 1.500 dischi noto come "progetto Ciclope". Il costo per la realizzazione fu stimato in circa dieci miliardi di dollari: il progetto fu prontamente accantonato.
Nel 1974 fu fatto un tentativo simbolico di inviare un messaggio verso altri mondi. Per celebrare un consistente ampliamento del radiotelescopio da 305 metri di Arecibo, un messaggio in codice di 1.679 bit fu trasmesso verso l'ammasso globulare M13, distante da noi circa 25.000 anni luce.
La sequenza di 0 e 1 che costituiva il messaggio era una matrice 23 × 73 che conteneva alcuni dati sulla nostra posizione nel sistema solare, la figura stilizzata di un essere umano, formule chimiche ed il contorno del radiotelescopio stesso.
La matrice 23 × 73 fu scelta perché sia 23 che 73 sono numeri primi. Si presumeva che questo fatto avrebbe aiutato un ipotetico ascoltatore alieno a riconoscere la struttura a matrice.
Essendo stato inviato il messaggio alla velocità della luce, nessuna eventuale risposta potrà giungerci prima di 50.000 anni; per questo motivo l'intero esperimento fu liquidato come una sorta di spot pubblicitario.""[/i]"

Ho notato che diverse associazioni di astrofili partecipano al SETI@home ideato dall'università di Berkley scaricando il programma di gestione e analisi di segnali per aiutare la ricerca.

Ora mi chiedo, data la difficoltà della ricerca per i motivi relativi alla distanza, al tipo di segnale eventualmente usato da ipotetiche civiltà alinene, a che serve questo tipo di ricerca? sono 40 anni che non trova niente, so che 40 anni è un periodo ridicolarmente basso ma secondo voi è utile una ricerca basata sulle onde radio? Oppure si dovrebbe aspettare lo sviluppo come ho letto di un nuvo tipo di telecomunicazione piu avanzato basato sulla fisica trasmissiva "entanglement quantistico" (a proposito qualcuno me ne sa parlare?)

Da un lato Enrico Fermi osservò nel 1950 che se ci fosse una civiltà interstellare la sua presenza ci sarebbe evidente. Ciò è noto come il paradosso di Fermi.
Dall'altro è riconosciuto che data l'immensita' della sola nostra galassia e la presenza di diverse migliaia di pianeti simili al nostro è piu facile che ci sia o ci sia stata un altra civiltà oltre la nostra che il contrario.

Ad oggi , dai i risultati (assenti) il progetto SETI sopravvive a mezzo di finanziamenti per lo piu' di privati..quindi la domanda nasce spontanea...solo pubblicità o qualcosa di utile?

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"Se tu hai una mela, ed io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io avremo sempre una mela per uno. Ma se hai un'idea ed io ho un'idea, e ce la scambiamo, allora avremo entrambi due idee!" M*****
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Sono sempre il solito "SkyOne4" :-) col setup in evoluzione ma con un'idea per la testa...


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MessaggioInviato: martedì 8 settembre 2009, 12:53 
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Iscritto il: mercoledì 20 dicembre 2006, 2:27
Messaggi: 880
Località: Pavia
Beh il progetto si compone di due parti.

- Quella di invio di un segnale
Per questa parte hanno dovuto per forza di cose fare una serie di scelte. In primo luogo i sistemi "vicini" entro alcune diecine di anni luce non erano sicuramente degli obiettivi molto logici: questi sistemi, infatti, vengono costantemente "bombardati" dai nostri segnali radio (vedi le normali trasmissioni televisive) da circa 40 anni abbondanti. La scelta, quindi, è stata quella di mandare un raggio molto direttivo e forte in modo che potesse essere intellegibile anche molto lontano. A questo punto, però, il problema era la "durata" della trasmissione ed il numero dei sistemi da raggiungere: se si fossero scelte a caso 10000 stelle e per ognuna di queste si fosse trasmesso un segnale per pochi giorni, ecco che ci sarebbero voluti degli anni per completare il progetto con dei costi enormi (pensa a trasmettere un segnale di qualche kW per degli anni... ); se, invece, si fosse scelto un gruppo di stelle che stesse nell'angolo di apertura del fascio radio, ecco che avresti ottenuto di raggiungere centinaia o migliaia di stelle in un botto solo e con una singola trasmissione limitata nel tempo. A questo punto la scelta dell'oggetto è obbligatoria: devi per forza trasmettere verso un ammasso globulare che di solito è composto da diecine o centinaia di migliaia di stelle. La contropartita è l'eventuale tempo di risposta.
Insomma... non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca: al SETI hanno dovuto operare una scelta ed hanno deciso di raggiungere il massimo numero di sistemi possibili con un'unica trasmissione poco dispendiosa!


- Quella di ricezione di un segnale intelligente.
In questo caso i ritorni ci sarebbero comunque, visto che alcune delle più importanti scoperte in campo fisico sono state fatte per caso mentre si ascoltavano dei "segnali" per altri motivi. Due esempi molto noti sono questi:
* http://it.wikipedia.org/wiki/Pulsar .
* http://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_di_fondo . Tra la "teoria" e la misura della radiazione passarono quasi 20 anni.
Il problema principale in questo caso è riuscire a trovare nel fondo di rumore un qualche segnale intellegibile, cosa che richiede una mole titanica di calcoli e di dati. Non c'è da stupirsi, quindi, che sia necessario del tempo.... magari per scoprire poi che nessuno può raggiungerci perchè siamo comunque fuori portata. ;-)

Il fatto che il SETI sia finanziato da privati non dovrebbe essere un problema: sta ai privati stessi che ci mettono i soldi decidere se e come il progetto sia utile o no. L'importante è che non si usino in maggioranza soldi "pubblici" che andrebbero usati per progetti di più diretta utilità.

Per quanto riguarda l'entanglement quantistico, esiste un teorema che dimostra che non può essere usato per la trasmissione di informazione, nel qual caso sarebbe impossibile usarlo per un qualunque sistema di comunicazione su distanze cosmiche.

J.

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MessaggioInviato: martedì 8 settembre 2009, 20:17 
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Iscritto il: lunedì 13 agosto 2007, 19:21
Messaggi: 146
se una civiltà extraterrestre ascoltasse la terra sulla stessa frequenza su cui si ascolta generalmente (idrogeno neutro) non ascolterebbe paradossalmente nulla in quanto sulla terra su questa frequenza è vietato trasmettere. L'unico che lo ha fatto è proprio il progetto seti. Mi chiedo il perchè di simili scelte. Personalmente, considerato come metro l'unica civiltà che conosciamo, cioè la nostra, mi sarei messo a cercare su frequenze più elevate e bande più larghe, magari cercando anche segnali digitali e non solo analogici. Magari avrei cercato anche sulle frequenze in uso ai radioamatori, forse, vista la legislazione in materia avrei evitato proprio le frequenze dell'idrogeno neutro....

non vorrei finiro OT, ma se fosse stato fatto di proposito? (chi è che diceva che a pensar male si fa peccato, ma qualche volta....????!!!) :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:

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e se....


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MessaggioInviato: mercoledì 9 settembre 2009, 8:20 
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Iscritto il: mercoledì 20 dicembre 2006, 2:27
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Località: Pavia
@wpro153

Non sono d'accordo.

Pensa a quanto lavoro viene fatto in radioastronomia sulle frequenze dell'idrogeno. E questi lavori sono fatti con antenne molto sensibili e a forte guadagno: è più probabile, quindi, che un radioastronomo "extraterrestre" sia in ascolto su questa banda che su una qualunque delle altre che usiamo tutti i giorni.
Inoltre non puoi sapere a priori quali possano essere le bande usate dai loro "radioamatori", mentre hai la certezza assoluta di che banda starà monitorando un eventuale antenna usata per radioastronomia nell'idrogeno.

Nella ricerca di un segnale di un'altra forma di vita intelligente dobbiamo "cercare" dove abbiamo di sicuro qualcosa in comune. Se pensiamo di applicare a "loro" soluzioni che sono tagliate per "noi" alla fine rischiamo di non comunicare mai! ;-)

J.

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MessaggioInviato: venerdì 11 settembre 2009, 15:38 
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Iscritto il: lunedì 13 agosto 2007, 19:21
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Vero Jabba, tuttavia non conoscendo altre civiltà è più facile ipotizzarne una come la nostra piuttosto che differente. Se per esempio su proxima centauri esistesse una civiltà come la nostra che ascoltasse sulla frequenza dell'idrogeno neutro e vietasse come noi la trasmissione sulla stessa frequenza, questa civiltà, come la nostra, non rileverebbe assolutamente nulla. Altra cosa è l'utilità intrinseca della ricerca: su questo sono assolutamente ...... in sintonia!!!

wpro

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MessaggioInviato: venerdì 11 settembre 2009, 16:24 
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Iscritto il: mercoledì 20 dicembre 2006, 2:27
Messaggi: 880
Località: Pavia
wpro153 ha scritto:
Vero Jabba, tuttavia non conoscendo altre civiltà è più facile ipotizzarne una come la nostra piuttosto che differente. Se per esempio su proxima centauri esistesse una civiltà come la nostra che ascoltasse sulla frequenza dell'idrogeno neutro e vietasse come noi la trasmissione sulla stessa frequenza, questa civiltà, come la nostra, non rileverebbe assolutamente nulla. Altra cosa è l'utilità intrinseca della ricerca: su questo sono assolutamente ...... in sintonia!!!

wpro


"Ni". ;-)

Nel senso che noi, comunque, stiamo ascoltando sulle frequenze dell'idrogeno proprio per questioni di indagine del cosmo e, quindi, usiamo quella banda anche se in un campo molto di nicchia. In questo campo ristretto, però, usiamo apparecchi molto sensibili e precisi.
Il problema è che non troverai MAI un sistema radio "normale" che è in grado di catturare un segnale che arrivi da qualche diecina di anni luce. Quindi, anche ipotizzando che ci sia qualche altra civiltà che usi le nostre stesse frequenze per "uso quotidiano", queste frequenze non sono di alcun uso pratico in quanto è difficile immaginare di usare per l'uso "normale" apparecchiature dal costo enorme!
Inoltre su Proxima stanno ormai ricevendo da decenni le nostre normali trasmissioni: una qualunque antenna con guadagno elevato sarebbe in grado di rilevare questi segnali! Come ho detto nel post precedente, sarebbe inutile usare il sistema adottato dal SETI nel caso di una stella vicina perchè ci sarebbe già arrivato il nostro "rumore"!! :)
Un altro problema a cui andresti incontro è questo: un'altra civiltà simile alla nostra potrebbe usare circa le nostre stesse bande radio. Quel "circa", però, può diventare un problema in quanto magari noi trasmetteremmo "a cavallo" tra due dei loro canali col risultato che i loro filtri di canale (che servono appunto per separare i canali che si trovano nella stessa banda) taglierebbero il nostro segnale finendo per trasformarlo in una specie di rumore.

Non se sono riuscito a farmi capire... Il problema è che usare le onde radio non implica che le strutture di trasmissione e ricezione funzionino esattamente nelle stesse bande di frequenza e con gli stessi canali!

Bye!

J.

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MessaggioInviato: domenica 13 settembre 2009, 9:19 
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Iscritto il: lunedì 13 agosto 2007, 19:21
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Hai ragione Jabba, anche per me in una ricerca del genere ha poco senso utilizzare dei ricevitori con filtri di canale in ingresso. Personalmente utilizzerei un buon vecchio analizzatore di spettro analogico e guarderei "ad occhio" i vari picchi di segnale, risolvendoli uno ad uno e verificando volta per volta l'effettiva direzione di origine (basta spostare appena un po' l'antenna e se il picco sparisce OK se resta è un falso positivo). Le varie analisi computerizzate sono certamente utili, ma da "povero piccolo radioastrofilo", preferisco di gran lunga "l'occhio clinico". Esiste poi il problema della modulazione dei segnali (per esempio analogica o digitale) e delle larghezze di banda usate: la tendenza, oggi e per la terra è quella di andare verso modulazioni digitali a banda ampia invece che modulazioni a banda stretta di tipo analogico. E' vero che possiamo ipotizzare un qualche segnale intenzionalmente inviatoci con caratteristiche peculiari, ma preferisco pensare ad una ricerca su segnali NON intenzionalmente spediti. Se posso fare un po' di fantascienza mi piacerebbe una specie di progetto SETI con antenne di opportuna dimensione e su di una adeguata superficie su Marte.....

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